Ansia - vita poco vissuta

Gentili Medici,
sono un ragazzo di 22 anni e da parecchi anni soffro di disturbi di ansia e attacchi di panico. La mia paura principale è quella di uscire di casa perchè non so se troverò un bagno disponibile alle mie esigenze e soprattutto perchè già pensare alla situazione temuta stando a casa mi porta disturbi intestinali (più volte in bagno, a volte con diarrea, flatulenza) ma anche “testa confusa”, battito cardiaco accelerato, sudorazione maggiore del normale. Ovviamente l'ansia anticipatoria che precede la situazione ansiogena mi ha portato sempre di più nel corso degli anni all'evitamento della situazione stessa.
Ho sopportato la cosa per due anni circa, convincendomi come penso sia normale che tutto sarebbe passato da solo ma invece questo problema si è allargato in questi anni e se all'inizio la situazione temuta era solo l'andare a scuola successivamente ha iniziato a coinvolgere più circostanze della mia vita, fino a prendersele quasi tutte. Durante il periodo universitario mi sono recato da un gastroenterologo che mi ha prescritto di prendere Valpinax da 20 mg (2 volte al giorno) e Pariet da 10 mg (la mattina prima di colazione – perchè la mattina avevo anche acidità di stomaco appena sveglio). Penso di aver seguito questa cura per tre cicli ma non ho ottenuto risultati sorprendenti quindi l'ho smessa di mia spontanea volontà.
Un anno e mezzo fa, avendo conferma che il mio disturbo fosse di natura esclusivamente psicologica, ho iniziato ad andare da uno psicoterapeuta una volta a settimana. I miglioramenti ci sono stati ma solo a livello psicologico, a livello di cura dell'ansia invece non ci sono stati dei grossi cambiamenti, se non che adesso riesco a fare diverse uscite con una mia cara amica che mi è sempre stata vicina riguardo questo problema, però queste uscite penso siano dovute all'intensità del rapporto che ho con lei più che all'aiuto dello psicoterapeuta.
La domanda che vorrei gentilmente rivolgervi è questa: a settembre, per motivi universitari, il solito tram tram verrà stravolto e io ho il terrore di quello che dovrò fare, per la paura di non saperlo affrontare per colpa di questo problema. Vorrei consultare uno psichiatra per iniziare un eventuale cura farmacologica, nonostante il mio psicoterapeuta mi abbia detto ancora a inizio terapia che non ne avevo bisogno. Sbaglio nel volerlo?
Inoltre, il mio psicoterapeuta non mi hai mai insegnato delle “tecniche” per evitare gli attacchi di panico o per affrontare le situazioni temute, è corretto tutto ciò?
E infine, un anno e mezzo di psicoterapia: non avere avuto successi a riguardo dell'ansia, ma solo successi per quanto riguarda la mia autostima e serenità interiore che sono stati distorti a causa di questo problema, non è forse un risultato un pò insoddisfacente?
Grazie per il tempo dedicatomi.
Cordiali saluti.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Gentile utente

se il suo bisogno e' quello di sentire il parere di uno psichiatra, fa bene a insistere o eventualmente può rivolgersi ad esso senza il consenso di nessuno.

https://wa.me/3908251881139
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[#2]
dopo
Utente
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Gentile Dr. Ruggiero,
la ringrazio per la celere risposta.
Cordiali saluti.
[#3]
Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
La terapia farmacologica effettuata in precedenza non è risolutiva per un disturbo d'ansia. Lo psicologo dovrebbe badare a fare bene il suo lavoro, senza interferire negando la possibilità di ulteriori ed altrettanto efficaci cure.
Cordiali saluti

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it

[#4]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dr. Martiadis,
il mio psicoterapeuta non mi ha mai negato di poter andare da uno psichiatra, a inizio terapia mi ha solo detto che secondo lui non ne avevo bisogno e la sua idea evidentemente non è cambiata nel tempo.
Questi interrogativi che vi ho posto sono semplicemente riflessioni che sto facendo io in questi giorni, dubbi a riguardo dell'efficacia della terapia. Dato che non conosco i tempi e i modi di un'attività di psicoterapia, ho chiesto a Voi se le modalità con le quali stiamo procedendo sono corrette e se magari i tempi (un anno e mezzo senza sostanziali cambiamenti a livello di gestire l'ansia) sono troppo lunghi.
Dopo un attenta riflessione, ne parlerò sicuramente al mio terapista.
Grazie mille per la sua risposta, cordiali saluti.
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