Ansia e mirtazapina

A causa di una recidiva dei miei disturbi derivanti da attacchi di panico, la mia psichiatra mi ha prescitto della MIRTAZAPINA, partendo da una dose di 1/4 di pastiglia da 30 mg per arrivare per l'appunto alla dose che prendo da 2 giorni, cioè la pillola intera da 30mg. Per arrivare a questo dosaggio ho impiegato più di 1 mese ed oltre all'antidepressivo assumo anche delle gocce di Rivotril nella misura di 20 gocce per 2 volte al giorno.
Da quando ho iniziato l'assunzione della dose piena dell'antidepressivo passo dalla sonnolenza del mattino a delle vere e proprie crisi di ansia ed agitazione.
Sono anche questi effetti collaterali del farmaco?
Non mi fido praticamente mai dei foglietti allegati ai farmaci, dando molta più credibilità a chi ogni giorno opera sul campo e sicuramente ha più casi reali che statistiche con cui confrontarsi.
La mia paura è sempre la stessa: quella di non riuscire a stare bene, anzi, di ritrovarmi di nuovo con queste assurde crisi di ansia che non mi permettono una vita normale, in mezzo alla gente, insomma come fanno tutti gli altri ...
Mi sono curata con la sertralina in dose da 150 mg fino ad un anno fa, poi la mia psichiatra mi disse che era ora di iniziare a smettere il farmaco perchè non mi serviva più l'antidepressivo.... ed ecco il patatrac!!!
Dopo un solo mese dalla dismissione mi sono ritrovata di nuovo in crisi.
In sintesi la mia domanda è: io ci metto tutto quello che posso e devo di mio, ma l'azione del farmaco si inizia ad avere quando si raggiunge la dose massima prevista o debbono passare ancora altre settimane dopo aver raggiunto questo obiettivo?
Grazie mille per la risposta.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 988 248
Gentile utente,

La risposta in una terapia antipanico si valuta in 4 settimane circa. Prima non si deve avere nessun particolare effetto: può andar meglio, un po' peggio, uguale. L'azione del farmaco dipende dalla dose ma richiede comunque un temo di 2-4 settimane, per cui iniziando con dosi piene non si accelererebbe la cosa.

Perché non è stato riconfermata la sertralina, visto che funzionava ?

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
dopo
Utente
Utente
Grazie per la sua risposta dott. Pacini.
La sertralina non è stata riconfermata perchè pare dia dipendenza.
Lo staff di psichiatri di cui fa parte la dott.ssa che mi cura segue questro filone di pensiero, ma se dovessi andare ancora più indietro con gli anni dovrei anche chiedermi perchè mi è staro cambiato il Maveral da altro psichiatra.
Penso, mi corregga se sono in errore, che ognuno abbia un suo filone di pensiero e di azione, in questo caso la dott.ssa ritiene la sertralina un ottimo farmaco ma con grossi problemi di dipendenza ( per smetterla infatti ci ho messo un anno).
Premetto che non è stata la stessa professionista a farmi cambiare il Maveral ma mi ha conosciuta come paziente che già assumevo la Sertralina nella dose di 150mg/die.
Pensare di farmi 2/4 settimane agitata seppur supportata dall'azione del rivotril non è il massimo della vita e mi pone una prospettiva piuttosto limitante, ma tant'è!
Ad maiora....
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 988 248
La sertralina dà dipendenza ? Direi di no, ma in che senso ?
L'aveva presa, aveva funzionato. Se è una ricaduta, a logica si va di nuovo su ciò che aveva funzionato, anche perché lo conosce già e quindi ha meno diffidenza per gli effetti collaterali.
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dopo
Utente
Utente
L'ho presa per più di 2 anni, aveva dato discreti risultati. DI certo, secondo il mio modesto punto di vista, il farmaco non fa dutto da solo, ci vuole anche una salutare collaborazione da parte del paziente a non chiudersi di più a causa dei disagi derivanti dagli attacchi di panico.
Effettivamente, a parte qualche episodio, sono stata benino.
Anch'io avrei avuto sicuramente meno diffidenza verso la sertralina, farmaco già noto, ma la dott.ssa mi ha indirizzata su altro farmaco.
A questo punto le strade erano solo due: mi fido del giudizio del mio medico oppure opto per il fai-date- e mi ripiglio la sertralina da sola?
Ho, con un po di giudizio, optato per seguire la dott.ssa ed eccomi qui a lottare con la Mirtazapina.
Dopo quasi 30 anni di disturbi di ansia e panico, ritengo che qualsiasi farmaco che venga prescritto per queste patologie abbia una sua dipendenza ( sia essa su base scientifica oppure solo su base individuale), a quanto pare la Sertralina da dipendenza, ma le assicuro che anche il precedente Maveral che dopo 20 anni mi venne tolto in meno di 10 giorni fece in suoi bei disastri in quanto a dipendenza.
Il mio problema infatti deriva da un eccesso o di sedazione ( oramai tollerabile) o di ansia ed agitazione ( come negli ultimi giorni) moooooooolto meno tollerabile.

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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 988 248
Gentile utente,

la collaborazione del paziente è quella di curarsi. "non chiudersi più" è già un effetto della cura, ovviamente. In queste situazioni quando gli effetti della cura vengono, c'è l'equivoco per cui i "sintomi" sono soltanto quelli non mentali, tipo sonno, palpitazioni o altro. I sintomi comportamentali magicamente deriverebbe da non si sa quale mutato atteggiamento: il mutato atteggiamento è il principale effetto della cura. La cura non è un "aiutino", o un supporto, è uno strumento che cambia i presupposti del comportamento e del pensiero disfunzionali.

Non capisco cosa intenda per "dipendenza", non certo il significato tecnico che ha questo termine. Eviti di usare termini con un significato che non hanno. "Su base scientifica o su base individuale" è un'espressione di cui non comprendo il senso.
Lei probabilmente intende che dopo la sospensione sta male se la sospensione è brusca (10 giorni, e perché deve essere per forza brusca ?). Comunque "dipendenza" non significa questo, assolutamente.
[#6]
dopo
Utente
Utente
dipendenza1 [di-pen-dèn-za] s.f.

*
1 Nesso, legame tale per cui una cosa non può sussistere o avere sign. senza un'altra: rapporto di reciproca d. • loc. prep. in d. di, in conseguenza di
*
2 Nella sfera pratica, impossibilità o incapacità di essere autonomi: d. dei bambini dagli adulti || essere, lavorare alle d. di qlcu., avere alle proprie d. qlcu., rispettivamente, svolgere o far svolgere un lavoro dipendente, salariato
*
3 Assuefazione a una sostanza la cui sottrazione induce disturbi fisici e psichici: d. dall'alcol; anche come secondo elemento di composti (tossicodipendenza)
*
4 gramm. Rapporto di subordinazione di una frase a un'altra (principale o reggente), istituito per mezzo di congiunzioni o preposizioni o con modi verbali indefiniti (gerundio, participio, infinito) || grammatica della d., modello esplicativo della struttura della frase (elaborato da Lucien Tesnière) che pone al centro dell'attenzione il rapporto tra il verbo e gli elementi (argomenti o attanti) strettamente necessari per costituire il nucleo della frase stessa
*
Mi sono permessa, a scanso di equivoci di copincollare tutti i vari significati di "dipendenza" noti nella lingua italiana.
Al punto 3 direi che mi posso collocare benissimo in quanto assuntrice di sostanze la cui troppo veloce sottrazione potrebbe portare ad avere disagi di tipo psichico, psicologico e fisico ( ho già ampiamente vissuto tutto questo e svariate volte).
Mi perdoni, non è mia intenzione entrare in polemica sul significato di dipendenza e, non era certo il mio intento primario quando ho posto il mio quesito.
Mi trova pienamente d'accordo quando afferma che già la collaborazione del paziente, il non chiudersi sono sicuramente un effetto della cura.
Le garantisco però che, per quanto mi ostini a curarmi ho capito che non ne guarirò mai e poi mai da questi disturbi.
Il passo successivo sarà quindi: imparare a conviverci.
In modo molto semplice mi sento di affermare che 10 giorni furono pochissimi per togliermi 100mg di Maveral, lasciandomi per 3 giorni senza farmaci per poi introdurre gradualmente la Sertralina, ma questo oramai risale al 2008, è cosa già data e vissuta ma non dimenticata.
Ora è il tempo della Mirtazapina o Remeron che dir si voglia e dei suoi effetti collaterali oltre che del periodo entro il quale può iniziare o meno ad agire in modo benefico sui miei attacchi di ansia.
Le assicuro non sono una persona che molla con facilità, anche se, ogni tanto sono tentata di lasciarmi andare perchè penso di condurre una vita dettata dai farmaci e , in qualche modo di condizionare anche la vita di chi mi vive accanto.
Per fortuna si tratta solo di momenti sporadici, poi, riprendo il mio cammino.
Riepilogando con oggi sono al quarto giorno di assunzione di 30 mg di mirtazapina, con inizio assunzione dello stesso farmaco più di un mese fà... da ciò che ho potuto capire dalle sue risposte dovrò attendere ancora qualche settimana per vedere ulteriori benefici e miglioramenti del mio umore.
Ci proverò, con l'occasione la ringrazio sentitamente per la sua pazienza e cortesia.


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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 988 248
Gentile utente,

La definizione 3 è fuorviante, poiché accomuna due concetti tra di loro indipendenti: assuefazione, e tossicodipendenza, solo per il fatto che spesso (non sempre) c'è la sindrome da sospensione, propria di molti medicamenti (ormoni, farmaci per la pressione ad esempio).

L'affermazione che la sertralina o la fluvoxamina "danno dipendenza" però mi rimane oscura, vuol dire che per sospenderle deve farlo con gradualità per evitare sintomi da brusca sospensione ? Può essere, ma non mi sembra una ragione per non riutilizzarle se funzionavano.
Vuol dire che dopo averle prese a lungo e poi sospese i sintomi sono ritornati, cioè è ricaduta ? Ovvero che per star bene dovrebbe prenderli ? Questo è "essere dipendenti dal disturbo" che grazie alla cura rimane "muto".

Pertanto, adesso è alle prese con una prescrizione diversa, ma quel che non si capisce è perché non siano state utilizzate medicine già note ed efficaci nel suo specifico caso.
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dopo
Utente
Utente
A questo suo quesito posso risponderle solo con la spiegazione datami dalla mia specialista: tutti i farmaci facenti parte del gruppo SSR danno dipendenza.
La mirtazapina non rientra fra questiin quanto non agisce direttamente sulla serotonina ed è l'unico motivo a me noto per il cambio farmaco.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 988 248
Gentile utente,

è un'affermazione in cui non ravviso alcun senso preciso. Devono essere sospesi gradualmente o comunque possono dare una sindrome da sospensione transitoria ? D'accordo, ma non solo gli SSRI, questo no.
Per il resto non capisco cosa significhi. Né perché alla mirtazapina non possa essere attribuita questa eventualità alla sospensione.
Il meccanismo d'azione della mirtazapina comprende un'azione sugli stessi sistemi, solo su altre componenti molecolari come stazione di primo impatto.
Non mi pare ci sia alcuna implicazione rispetto alla sindrome da sospensione.

Però continuo a non capire il senso del cambiamento: non si riutilizza un farmaco perché alla sua sospensione si deve usare maggiore gradualità di prima (cioè sempre di giorni stiamo parlando) ? Non capisco dove stia il problema.
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dopo
Utente
Utente
Il problema non sussiste, anche per noi siamo i pazienti!!!!
Sempre noi ci dobbiamo fidare, elemento fondamentale ed importante per il buon esito di una terapia per disturbi di tipo ansioso.
Per quanto rigurarda la scelta dei medicinali, il mio modesto parere è che ogni medico ha una sua preferenza, che essa sia motivata o meno ma è esattamente così!
Come già le scrissi qualche intervento fa, del proprio psichiatra o ci si fida o non ci si fida ( allora tanto vale cambiarlo), se ci si fida per forza di cose bisogna fidarsi anche dei suoi metodi di cura.
Per smettere la sertralina mi ci è voluto un anno intero, per il Maveral ho seguito indicazioni del precedente psichiatra del CIM ed onestamente mi trovai a stare malissimo... Con la sertralina si è andati con i piedi di piombo, il risultato finale è stato quasi lo stesso.
Non capisco ma mi adeguo... forse così è più logica come risposta, altrimenti la dovrei mettere in contatto conla mia psichiatra per le motivazioni più approfondite.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 988 248
Gentile utente,

L'anno che le ci è voluto per smettere la sertralina non dipende da nessuna sindrome da sospensione, evidentemente c'erano difficoltà per la ripresa dei sintomi. Inoltre queste difficoltà c'erano mentre ancora la stava prendendo, a dose ridotta. Di solito in questi casi si conclude che non è il momento di procedere ad una sospensione totale, non importa se riesce la sospensione, il concetto è quello del decorso che si prevede abbia la malattia con e senza terapia.

"Mi sono curata con la sertralina in dose da 150 mg fino ad un anno fa, poi la mia psichiatra mi disse che era ora di iniziare a smettere il farmaco perchè non mi serviva più l'antidepressivo.... ed ecco il patatrac!!!"

Questo è appunto quello che dice Lei. Da un'ipotesi che non si sa da dove derivi (non aveva più bisogno: come si fa a dirlo ? solo vedendo come va poi: lei dice che è andata male, ci ha messo molto tempo "a smettere il farmaco", come se lo scopo fosse smettere il farmaco e non star bene.
Risultato è che quindi il disturbo non era estinto, e ha dovuto fare nuovamente delle cure, se la stessa o altre poco importa.

Questi concetti di "dipendenza" come infatti sembrava non corrispondono a quello che si intende, né alla definizione a cui fa riferimento.

L'affermazione sul fatto che non potrà mai fare a meno di cure anche quella è gratuita, non è detto.
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dopo
Utente
Utente
Egregio dottore,
sono pienamente d'accordo con lei circa il fatto che l'anno per smettere la sertralina è stato un mio di problema, ( avevo paura di smettere semplicemente questo!!) non certo adduccibile al farmaco.
Molto probabilmente con il senno di poi, non era affatto il caso di smettere la cura ma, ritengo superfluo continuare a parlarne a posteriori.
Avrei dovuto decidere di non smettere, perchè fino quando asumo farmaci mi sento in qualche modo protetta e poi invece mi esce fuori "il nulla".
In pratica credo di utilizzare il farmaco come un ombrello protettivo ed è da questo che nasce la mia molto personale "dipendenza".
Il disturbo dall'età di 16 anni ad oggi che ne ho 50 non si è mai estinto, certamente è stato curato e rimane sopito se continuo a curarmi, se smetto regolarmentse ne torna fuori...Non oso credere che dopo 20 anni di Maveral associato a Xanax con psicoterapia di sostegno per lungo tempo io sia ancora qui di nuovo se non punto a capo, sicuramente in un punto di nuova partenza farmacologica.
I disturbi se non gli stessi sono simili, a volte sono più tollerabili, altre non si sopportano proprio, ma sempre questa alla fine è la storia: soffro di DAP.
Io spero sempre in un giorno in cui potrò in modo tranquillo riuscire a vivere senza alcun tipo di farmaco, anzi ci sono stati dei periodi in cui ci ho creduto fermamente salvo poi il fatto di ricaderci facendo sì che la mia vita sia un susseguirsi di episodi che si distinguono in 2 sole macrocategorie:
1) vita con panico
2) vita quasi senza attacchi di ansia e panico ma con farmaci.

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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 988 248
Gentile utente,

Se un farmaco le serve non ha senso impiegare il proprio tempo per sospenderlo. Anche perché anziché prendersi "il meglio" della cura in questo modo si passano periodi in cui lo si assume a dosi ridotte (in vista di sospenderlo) e quindi l'effetto peggiora, la malattia ritorna, la persone dice che non riesce a sospenderlo e "lotta" per resistere, e invece sta semplicemente riavendo il suo disturbo e i suoi sintomi andando in una direzione paradossale, cioè cercando di farcela con meno cura.

Il diabete dopo 20 anni di cura è forse lasciato alla volontà della persona che "ce la può fare" senza insulina ? Sarebbe una follia.

In alcuni casi il DAP è intermittente, in altri cronico per molti anni, in altri episodico. Ci si regola in base al decorso con e senza cure. Ma una volta appurato che ci sono ricaduta ogniqualvolta si sospende è inutile passare mesi e mesi in questi tentativi per riperdere terreno, pensando invece di guadagnarlo.

Il caso 2) è ciò con cui deve fare i conti chiunque con malattie che non se ne vanno da sole in breve tempo. Ipertensione arteriosa, diabete, epilessia, ipercolesterolemia, insufficienza cardiaca, aritmie, enfisema, malattie reumatiche, neurologiche e così via hanno più o meno questa "dipendenza" dalle cure, da cui però risulta l'effetto curativo, cioè il benessere.
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dopo
Utente
Utente
Grazie mille dottore, per la chiarezza e la pazienza.
[#15]
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Utente
Utente
Riprendo da qui perchè mi sembra il posto giusto!
ieri notte ho iniziato a stare ale, brividi di freddo, pressione alta, tachicardia, insomma stavo malissimo!!
Ho atteso le 06.30 circa per predermi una ventina di gocce di Rivotril ma con risultato pari allo zero, poco più tardi interpello la mia pcishiatra che mi dice che ho un attacco di panico e quindi è il caso di prendere delle gocce di lexotan ( 7 per l'esattezza), non succede nulla e stò sempre peggio, alla fine partiamo ( io e mio marito) per il pronto soccorso ove arrivo incapace di fare dei movimenti coordinati ed impossibilitatat a stare in piedi.mi viene subito fatto un ECG, poi arriva il medico e con calma e sufficienza mi dice: " è una recidiva di attacco di panico"... bene, che scoperta!!!
Mi fanno una flebo con temesta 4mg, alla fine dopo 4 ore esco al p.s. completamente rimbambita.
Io, non so cosa mi sia successo l'altra notte, non ho idea di quale o quanti siano stati i fattori scatenanti, stà di fatto che mi è sembrato di essere tornata indietro di almeno una ventina di anni e le garantisco non è una bella sensazione.
Con oggi con il Rivotril aumentato a 20 gocce x 3 volte al di... e continuo sempre a sperare che sta benedetta mirtazapina faccia il suo dovere! ( cono circa 6 giorni che la prendo a dose piena quini forse è troppo poco tempo per aspettarmi dei risultati).
Cordialmente
[#16]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 988 248
Gentile utente,

gli attacchi di panico non hanno bisogno di alcun fattore causale esterno, scatenante può essere una varietà di situazioni ma non è la stessa cosa che dire che il tale fattore lo abbia "causato".

Il disturbo di panico prevede gli attacchi, e come Lei già sa al momento la cura è in "rodaggio".
[#17]
dopo
Utente
Utente
Altro attacco di panico stamattina con forti sensazioni di mancanza di equilibrio ( sono vertigini che si inventa lamia testa).... onestamente comincio ad essere stufa.
Assumo l'antidepressivo dal 4 gennaio nella dose massima di 30 mg, assumo gli ansiolitici... e non basta lo stesso!!!
Ma che cosa si dovrebbe fare ancora per riuscire a vivere in modo decoroso senza avere paura della paura 24ore su 24?
[#18]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 988 248
Gentile utente,

Lei rispondeva ad una terapia precedente, adesso per motivi non definiti è stata cambiata dopo che l'altra era già stata sospesa. Non è un farmaco di prima scelta nel disturbo di panico, benché abbia un potenziale funzionamento.
La dose non è massima, però diciamo che una dose media.
Il punto è il percorso non comprensibile è il cambiamento della terapia, visto che ce n'era una a cui rispondeva.
[#19]
dopo
Utente
Utente
Sono d'accordo con lei, ma a questo punto azzerare tutto quello che sono riuscita a fare con il farmaco "nuovo" per ripartire per l'ennesima volta con la sertralina non me la sento proprio... Mi creda stò davvero troppo male, sono in perenne stato di agitazione, pensare quindi in questo stato di togliere la mirtazapina per ricominciare con la sertralina, per quanto possa continuare a non capire il perchè del cambio farmaco, sarebbe per me un modo per arrecarmi davvero ancora altra ulteriore ansia... e, non mi riesce di scaricare su altri tutto ciò che sento.
Ho più volte avuto lunghi colloqui con la mia psichiatra ed ho espresso la mia perplessità circa il cambio del farmaco, ma la sua decisione è stata presa nel momento stesso in cui mi ha prescritto la mirtazapina... ora a parte subire gli attacchi di panico che, come ben sa, non sono di certo piacevoli, a quanto pare non mi resta che attendere.....
Ogni tanto quantonon ne posso proprio più mi prendo del Lexotan e cerco di tirare avanti.
[#20]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 988 248
Gentile utente,

Non saprei cosa aggiungere, i commenti li abbiamo fatti.
[#21]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio infinitamente per la Sua cortesia e pazienza oltre che chiarezza.
Tornerò a scrivere quando ci saranno sviluppi di qualsiasi tipo.
[#22]
dopo
Utente
Utente
E' trascorso un mese e quindi le mie condizioni sono cambiate. La mirtazapina o Remeron mi è stata tolta, ed inserito il MAVERAL ( farmaco che ho preso con buon successo per svariati anni prima della Sertralina), con oggi passerò alla dose di 100mg, tuttavia, a parte il sollievo del cambio farmaco, lo stesso mi sta procurando un sacco di effetti collaterali ( che onestamente non ricordo se li ebi anche la prima volta che lo assunsi) .... i più fastidiosi sono:
- insonnia ( mi addormento ma mi sveglio molto presto ed agitata;
- nervosismo;
- leggera cefalea;
- problemi di intestino con feci molli.

Non so se tutto questo fa parte degli effetti collaterali attribuibili al farmaco o alla mia situazione di disagio generale, vero è che non è facile ...
Secondo lei a prescindere dai distubi secondari che di norma se ne vanno dopo qualche settimana dall'inizio dell'assunzione ( ho iniziato il 7 di febbraio ), dovrò sempre attendere ancora alcune settimane per sentirmi un pochino almeno più serena e rilassata e riuscire a valutare il mondo che mi circonda con più lucidità?
Grazie per la cortese risposta.
[#23]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 988 248
Gentile utente,

è possibile che si tratti di effetti collaterali, di fatto però è ancora a dose inferiore a 100 mg. Di solito una parte degli effetti si attenua più o meno quando compare l'effetto terapeutico, in quarta settimana mediamente.
[#24]
dopo
Utente
Utente
Oggi dopo la prima dose a 100 mg mi sono svegliata ancora più nervosa ed agitata... mi sembra che dentro di me ci sia unaintera colonia di piccole formiche in movimento il che ovviamente mi porta ad una situazione di ulteriore nervosismo.
Per completezza d'informazione aggiungo che assumo anche del Rivotril ( 20 gocce x 3 volte al di)e, il pensare di stare per 4 settimane così non credo sia molto accettabile....
Se non riesco in qualche modo a spezzare il flusso di ansia non riuscirò a reggere l'attesa del beneficio.
Cordialità..
[#25]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 988 248
Gentile utente,

I benefici compaiono in ritardo, non necessariamente tutto il primo periodo deve essere così, e le due cose non sono in contraddizione (il fatto che inizialmente ci siano più ansia o più sintomi corporei).
Il "flusso d'ansia" si spezza per effetto tardivo del farmaco, certamente non è un qualcosa che debba fare Lei.
[#26]
dopo
Utente
Utente
Egregio dottore,
sono ancora qui a disturbarla con la mia situazione.
Ad oggi, dopo più di 3 settimana di Maveral a 100 mg/die sono un pochino meno ansiosa, però paradossalmente sbadiglio tutto il giorno e mi sento sempre stanca...
Sono parecchi giorni che non mi riesce di liberarmi da questa sonnolenza eccessiva.
Ho anche ridotto il Rivotril da 20 gocce x 3 sono a 13 x 3, ma già al mattino come cerco di alzarmi sono tutta uno sbadiglio e continuo così per tutta la giornata.
Mi auguro che anche questo sia da considerarsi un effetto secondario come tutti quelli già arrivati e passati.
Lei che ne pensa?
Cordialità
[#27]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 988 248
Gentile utente,

La dose non è massima, ma è già potenzialmente utile, il tempo ancora è breve per dare giudizi definitivi, e ovviamente gli effetti collaterali possono ancora sentirsi.
[#28]
dopo
Utente
Utente
Gentilissimo Dottore,
oramai sono stufa, ne è trascorso di tempo e pure parecchio.
Dal 24 di febbraio ad oggi sono ben 6 settimane di assunzione di 100 mg di Maveral, ma, a parte un sensibile miglioramento dell'umore.. tutto il resto è un disastro.
Quando assunsi, qualche anno fà lo zoloft se non erro mi ci vollero 4/6 settimane per iniziare ad avere un minimo di tranquillità...
E' da novemnbre che tra un cambio farmaco ed un ritorno al mio vecchio Maveral mi stò barcamenando, onestamente sono stanca e demoralizzata... ma ci vuole così tanto tempo?
Oltre a tutto ciò il Maveral mi provoca sonnolenza al mattino; stò diminuendo il Rivotril, quello serale è quasi eliminato.. ma la sonnolenza non passa.
Speravo di potermi riprendere ed invece mi ritrovo con un sacco di paure e senza forze per andare avanti.
Non ci penso nemmeno ad un altro cambio farmaco ( il Maveral l'ho tollerato per 15 anni fino al 2008), solo che non capisco perchè serve un tempo così lungo tra l'assunzione e l'eventuale effetto.
Grazie mille per la Sua cortese risposta.
Cordialità
[#29]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 988 248
Gentile utente,

come già detto la dose di 100 mg non sempre è sufficiente. Non vedo comunque perché, ammesso che il Maveral non funzioni più, non debba cambiare farmaco. Tollerare un farmaco è cosa buona se serve. I tempi sono tavolta lunghi fino a 6-8 settimane, però come ripeto in assenza di miglioramenti a 4 solitamente si procede con la variazione del dosaggio, ammesso che il farmaco sia tollerato o che la dose non sia già praticamente massima, cosa che in questo caso non è (30% per essere precisi).
Ogni variazione della cura la faccia decidere al medico, non proceda con riduzioni o scalaggi sulla base di sue associazioni tra effetti e medicinali.
[#30]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio.
Ovvio e logico che ogni variazione di cura è sempre stata decisa e discussa con la mia psichiatra, inclusa la diminuzione del Rivotril per eccesso di sonnolenza.
Non farei mai l'errore di praticare il "fai da te".. solo che mi creda l'ansia è davvero una brutta bestia e mi divora oltre che limitarmi nella vita normale di tutti i giorni.
Penso sia normale e logico chiedermi , dopo tutte queste settimane di assunzione e di patimento di effetti collaterali ( le assicuro che non è stato affatto facile), se riuscirò ad uscirne , a stare meglio a tornare a sorridere ed a fare progetti di vita normalissima... Solo questo chiedo.
Grazie mille
[#31]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 988 248
Gentile utente,

Come già detto più che altro la questione è se abbia senso ancora attendere in assenza di miglioramento con 100 mg o cambiare, sul farmaco o sulla dose. La domanda starò bene è ovviamente sintomatica dello star male che non si risolve da solo.
[#32]
dopo
Utente
Utente
Grazie mille dottore... vedremo cosa deciderà la dottoressa ma sono parecchio sfiduciata e giù di morale.
Non è come prendere una aspirina che ha un eventuale beneficio immediato, qui ogni volta sono settimane e mesi ... e la vita passa.

Buona giornata
[#33]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 988 248
Gentile utente,

Parte delle terapie di questi disturbi è valutare se sia o meno il caso di cure a lungo termine, poiché le ricadute come dice Lei non sono prontamente curabili, ma richiedono comuqnue diverse settimane di attesa, oltre a quelle che uno ha già passato peggiorando.
[#34]
dopo
Utente
Utente
Egregio dr. Pacini,
gli anni sono trascorsi e, nel bene o nel male, sono sopravvissuta a farmaci, panico e quant'altro... Attualmente assumo di nuovo la Sertralina a 100 mg al mattino con l'aggiunta di rivotril gocce mattino e pomeriggio in dosi variabili.- Non ho più voluto saperne di modificare il farmaco.- Ho avuto altri attacchi di panico che ho affrontato da sola cercando di rimanere lucida e non farmi prendere dallo sconforto..insomma cercare di non ricadere nel giro vizioso del panico.- In questi anni ho fatto un sacco di cose, ho viaggiato in solitaria, con il panico ma ci sono andata.. ho subito delle perdite non indifferenti ma sono sopravvisuta.- Farmaco che ancora funziona e non lo cambio :) Grazie
[#35]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 988 248
Se il farmaco ancora funziona, e le ricadute si autolimitano, è ragionevole mantenerlo, specie se ci si trova bene come tollerabilità.

Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.

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