Depressione non curata

Gentile dottore,

le scrivo per chiedere consiglio sulla situazione di mio padre di 60 anni. Nel 1998 gli è stata diagnosticata una depressione bipolare curata con vari medicinali all'inizio e poi con il litio che ha preso per tanti anni, finché poi ha smesso (circa nel 2006) perché stava bene e perché è sopraggiunto il diabete e ha pensato che ciò fosse dovuto ai medicinali.
Anche senza il litio fino ad oggi stava abbastanza bene, tranne qualche sbalzo di umore al cambio di stagione.
Quest'anno la situazione sembra peggiorata, tutte le mattine si sveglia che sta male, è agitato e non vuole alzarsi, è ansioso. Abbiamo provato a dirgli di rivolgersi al dottore e a prendere qualche medicina, anche per poco tempo, ma non vuole proprio sentir parlare di dottori e pastiglie, visto che conosce molte persone che hanno sviluppato il diabete a seguito della depressione e che non sono mai guarite completamente.
Io non mi aspetto una diagnosi da lei, solo un consiglio su come posso fare a farlo stare bene o a convincerlo a rivolgersi ad un medico. Per il momento ha preso delle gocce di valeriana che gli hanno consigliato, ma a quanto pare non hanno funzionato molto. C'è qualche altro medicinale naturale che posso provare? Come posso fare?

La ringrazio anticipatamente e invio cordiali saluti
[#1]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
Gentile utente

per la diagnosi formulata e' necessario assumere una terapia farmacologica appropriata.

https://wa.me/3908251881139
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[#2]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Il disturbo bipolare (per la precisione, non depressione bipolare) aveva un suo trattamento indicato, cioè il litio. Averlo sospeso autonomamente è stato un errore, "perché stava bene" non è una ragione, se stava bene il trattamento si presume che prosegua per evitare ricadute, questo è il suo scopo. Esattamente come per il diabete. Probabilmente la consapevolezza di questo discorso e anche la visione della malattia non erano corrette.
Se c'è una ricaduta andrebbe reinquadrata con relativa terapia, non vedo perché ripartire dai rimedi blandi e aspecifici se c'è già una diagnosi e una cura che aveva funzionato. Ricontattate lo psichiatra.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#3]
dopo
Attivo dal 2011 al 2016
Ex utente
Gentili dottori,

innanzitutto grazie per la risposta. Sono ben consapevole del fatto che era meglio non interrompere il trattamento con il litio, purtroppo però in famiglia abbiamo dovuto adeguarci al fatto che non l'avrebbe più preso, poiché, dopo varie sollecitazioni e vari consigli da parte nostra, mio padre non ha mai voluto ricominciare la terapia.
Mi rendo conto che non è una scusa, tuttavia, purtroppo, di fronte a questi disturbi i familiari si trovano impotenti, soprattutto in quanto si tratta di una persona adulta capace di intendere e volere.
Per mesi ci siamo preoccupati delle conseguenze di questa interruzione, però col passare del tempo abbiamo notato che, a parte qualche sbalzo di umore, non ci sono più stati episodi gravi come in passato, e ci siamo un po' rassegnati.
Siccome nelle controindicazioni del litio è presente anche l'insorgere del diabete e viste le conseguenze che hanno portato i medicinali ad altre persone, lui ora si rifiuta categoricamente di curarsi.
Come posso trovare una soluzione a questo? Come si fa a convincere un malato psichiatrico a curarsi?

Grazie ancora.
[#4]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Il rifiuto di curarsi non credo sia legato a ragionamenti tecnici. Prima di tutto, non sono stati discussi con il medico all'epoca. Non lo sono adesso. La considerazione che ci possano essere medicine di altro tipo in sostituzione del litio non è presa in considerazione, semplicemente una generica segnalazione tra le tante del foglietto è presa come spunto per togliere la cura e non riprenderla, ovviamente però con una visione del diabete coome di una malattia da controllare in maniera scrupolosa, del disturbo cerebrale che si esprime con il disturbo bipolare invece non c'è probabilmente una visione del genere. Purtroppo poi quando subentrano gli episodi depressivi il rifiuto diviene un sintomo della depressione, le paure o gli scrupoli sono amplificati, l'idea che esista una soluzione è giudicata impossibile oppure comunque fonte di angoscia, per cui la persona prosegue a fare come aveva fatto fino a quel momento, rifiutando variazioni.

Potete contattare il suo psichiatra di un tempo, oppure il medico di famiglia che lo seguirà in generale anche per il diabete.
Il litio comunque non è l'unica medicina per il disturbo bipolare, ammesso che i medici giudichino che non la può prendere.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Il rifiuto di curarsi non credo sia legato a ragionamenti tecnici. Prima di tutto, non sono stati discussi con il medico all'epoca. Non lo sono adesso. La considerazione che ci possano essere medicine di altro tipo in sostituzione del litio non è presa in considerazione, semplicemente una generica segnalazione tra le tante del foglietto è presa come spunto per togliere la cura e non riprenderla, ovviamente però con una visione del diabete coome di una malattia da controllare in maniera scrupolosa, del disturbo cerebrale che si esprime con il disturbo bipolare invece non c'è probabilmente una visione del genere. Purtroppo poi quando subentrano gli episodi depressivi il rifiuto diviene un sintomo della depressione, le paure o gli scrupoli sono amplificati, l'idea che esista una soluzione è giudicata impossibile oppure comunque fonte di angoscia, per cui la persona prosegue a fare come aveva fatto fino a quel momento, rifiutando variazioni.

Potete contattare il suo psichiatra di un tempo, oppure il medico di famiglia che lo seguirà in generale anche per il diabete.
Il litio comunque non è l'unica medicina per il disturbo bipolare, ammesso che i medici giudichino che non la può prendere.
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