Agitazione psico-motoria possibile effetto collaterale del lorazepan?

Salve!
Vorrei sottoporre al vostro giudizio quanto mi è accaduto di recente. alcuni mesi or sono mi è stata diagnosticata una neoplasia vescicale che è stata trattata chirurgicamente con TURV. Era la quarta volta in circa 10 anni La prima volta ero serena prima, durante e anche per alcune ore dopo l'intervento, poi cominciai ad agitarmi volevo alzarmi e andare fuori del reparto a fumare una sigaretta e prendere una bevanda calda; poiché mi veniva impedito cominciai a urlare e insistere fino a quando mi consentirono di fare ciò che chiedevo. La seconda volta fu peggiore, perché ero già un pò agitata fino dall'inizio del ricovero e dopo l'intervento lo fui ancora di più, fu richiesta la presenza dei familiari che si dichiararono favorevoli alla somministrazione di un noto farmaco (principio attivo lorazepam)e che, tra esortazioni e rimproveri severi, riuscirono ad esasperarmi così bene che li cacciai via tutti; situazione analoga anche al terzo intervento, solo che del medesimo farmaco mi furono somministrati 7,5 mg in circa 16 ore (tre volte più della volta precedente); cominciai a urlare che volevo morire e che mi sarei buttata dalla finestra. Quast'ultima volta ero tesa dall'inizio: molto umiliata da quanto accaduto in precedenza ho considerato anche l'idea di ignorare la malattia e non farmi operare, ma l'ho scartata. Questa volta la somministrazione del farmaco è cominciata alcuni giorni prima del ricovero e il dosaggio è stato aumentato in ospedale: ebbene dall'ora di cena della sera prima dell'intervento alle 3 del mattino del giorno successivo io ho un vuoto di memoria riguardo agli eventi, ma ricordo solo una spinta quasi irresistibile al suicidio e la lotta che sostenevo con la volontà per oppormi ad essa. Mi è stato raccontato dai miei familiari che ho avuto comportamenti orribili (urla, insulti, minacce, aggressione fisica di un medico, un'infermiera e un familiare... e non hanno voluto dirmi tutto!). In questi anni ho consultato ben 5 psichiatri e 3 psicologi e tutti sono stati concordi che non ho malattie psichiatriche. Dopo la dimissione sto bene, a parte che mi umilia e mi addolora aver creato tanti problemi. Il medico di base (di cui sono paziente da oltre 20 anni) e la psicologa (alla quale mi sono rivolta appena tornata a casa) ritengono che vi sia un problema di ansia, accresciuto nel tempo dalle esperienze precedenti, ma che reazioni così gravi (psicotiche?) siano state indotte dal farmaco evidentemente da me mal tollerato.
Vorrei sapere cosa ne pensate voi e anche che cosa si potrebbe fare per: 1) stabilire con certezza l'assenza di patologie psichiatriche; 2) stabilire con certezza l'intolleranza a questo o altro farmaco; 3) affrontare se ve ne fosse la necessità un'altra recidiva della neoplasia.
Ringrazio per l'attenzione e porgo cordiali saluti.
[#1]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Gentile utente,

sono stati fatti accertamenti in merito alla situazione neurologica?

E' stata esclusa la possibilita' di problematiche cerebrali di tipo vascolare?

I sintomi descritti sono piuttosto frequenti nella popolazione anziana che presenta questo tipo di problemi.

Sarebbe il caso di indagarli.

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[#2]
Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
Gentile utente,
Per stabilire l assenza di patologie psichiatriche e' opportuno il colloquio con uno psichiatra. La certezza che la causa di quei sintomi sia il farmaco sta nella ripetizione dei sintomi alla eventuale nuova somministrazione, cosa che e' altamente sconsigliabile. Sarebbe
Opportuno usare un altro ansiolitico o sedativo in caso di nuova necessita'.
Cordiali saluti

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it

[#3]
dopo
Utente
Utente
In 10 anni ho avuto colloqui clinici con 5 psichiatri, l'ultimo la settimana scorsa, ho fatto la TAC (tutto in ordine), un EEG (nella norma), varie analisi (sempre nella norma). Sono stati sentiti, dietro mia richiesta, anche mio marito e mia sorella: non c'è niente di anomalo nell'arco della mia vita (in 51 anni di vita)se non questi episodi di gravità crescente solo in occasione delle TURV. Per altro ho avuto altri tre ricoveri precedenti a questi (primo parto naturale, un aborto spontaneo, secondo parto cesareo) e non ho avuto questi problemi. La risposta che ricevo sistematicamente è "Non capisco". La mia salute è buona eccetto che per la neoplasia e per la gastrite. Il mio comportamento, le percezioni, gli stati emotivi, il pensiero, il sonno, l'appetito, la capacità lavorativa, le relazioni con gli altri ecc. tutto è stato giudicato nella norma: insomma sono state fatte negli anni molte ipotesi ma nessuna ha trovato riscontro. Attualmente mi sto sottoponendo a psicoterapia presso una psicologa per cercare di sbarazzarmi del "residuo" di tutto questo: il timore che succeda ancora.
Ma una risposta deve pure esserci.
[#4]
Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
Gentile utente,
esiste la possibilità di reazioni paradosse, anche gravi, alla somministrazione di molti tipi di farmaci. Potrebbe essere per lei il caso del lorazepam. E' chiaro che la certezza non è possibile averla; la prudenza dovrebbe spingere, in caso di nuova necessità, all'uso di un tipo di molecola diverso.
Cordiali saluti
[#5]
Dr. Massimo Lai Psichiatra 829 30 24
Gentile utente,

dal suo racconto sembra che lei fosse agitata prima di assumere il farmaco perché voleva fare qualche cosa (bere e fumare) che le veniva impedito.

In seguito alla sua "agitazione" le è stato proposto e somministrato il farmaco che ha note proprietà sedativo-ansiolitiche. Induce inoltre noti effetti amnesici, per questo ricorda poco.

Questi episodi di agitazione possono essere spiegati diciamo con la tensione accumulata a causa della recidiva e delle conseguenze.

L'agitazione insorta eventualmente dopo la somministrazione del farmaco, se ho ben capito, potrebbe invece essere un effetto paradosso in alcune fasce di età come espresso dal collega.

Non ho capito di quale timore si debba sbarazzare: della recidiva del tumore o della paura di avere una nuova crisi di agitazione?

Mi preoccuperei più del tumore e lascerei perdere l'agitazione, semplicemente segnalando la reazione ai medici che dovessero intervenire ulteriormente nelle sue cure.

Cordiali saluti

Massimo Lai, MD

[#6]
dopo
Utente
Utente
Ringrazio molto per le sollecite risposte. Il timore di cui voglio sbarazzarmi è quello che si ripetano simili episodi di agitazione, umilianti e dolorosi per me e per i miei cari, problematici per il personale e i pazienti del reparto dove mi curano. Tuttavia, se niente di tutto questo mi impedirà di curare il tumore ora e in futuro, individuare la causa dell'agitazione mi sembra di importanza non secondaria per me e per tutti coloro che in un modo o nell'altro hanno a che fare con me.
Ringrazio ancora per l'attenzione dedicatami e porgo a tutti cordiali saluti.
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