Ansia e depressione: ricadute

Gentili medici,
sono un ragazzo di quasi 28 anni e da circa 4 convivo con forti stati d'ansia che mi portano dopo qualche giorno ad uno stato depressivo dovuto ad un conseguente sconforto nel non riuscire ad affrontare le attività della vita quotidiana.
Premetto che sono in cura (da altrettanto tempo) da uno psichiatra ed uno psicoterapeuta. Mi è stato prescritto nel 2007 Eutimil in compresse (dosaggio massimo 40mg). Il farmaco ha dato sortito sicuramente gli effetti sperati, essendo riuscito a laurearmi e a tornare ad una vita "normale".
Mi sono addirittura trasferito in un'altra nazione con l'intento di proseguire gli studi nel migliore dei modi.
Da circa un mese ho interrotto il trattamento farmacologico (su consiglio del medico ovviamente). Come successo in passato però, ogni qualvolta interrompo il suddetto, ricompaiono i sintomi e nel giro di qualche giorno ripiombo in uno stato di totale disperazione, abulia e frustrazione. Tornato quindi in Italia ed avendo riconsultato entrambi gli specialisti a cui mi sono affidato, ho avuto le seguenti risposte:
- lo psichiatra mi ha prescritto cipralex in compresse (dosaggio massimo 20mg)
- lo psicologo mi ha consigliato di evitare per qualche settimana la ripesa del trattamento farmacologico, cercando di provare piuttosto a risalire ai motivi del mio malessere.
E' chiaro quindi che sono molto confuso. Mi trovo, dopo ben 4 anni, di nuovo di fronte a questo empasse che sembra non volerne sapere di andare via. Oltretutto ho dovuto lasciare l'ambiente universitario (in cui mi ero appena inserito) per scappare qui. Non è infine da sottovalutare che all'età di 28 anni ci sia in me il forte desiderio di dare una direzione alla mia vita (qualsiasi essa sia) e trovare anche un'indipendenza economica.
Come spesso accade in queste circostanze, il mio sembra essere più che altro uno sfogo. Il punto è che, pienamente cosciente del mio disturbo, vorrei sapere se magari dovrei rivolgermi ad altri specialisti o, eventualmente, affrontare la situazione in maniera diversa.
Ringrazio in anticipo per la disponibilità.
[#1]
Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
Gentile utente,
Una ricaduta a così breve distanza deve necessariamente prevedere una rivalutazione clinica. Se ritiene può chiedere un secondo parere.
Cordiali saluti

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it

[#2]
Dr. Paolo Carbonetti Psichiatra, Psicoterapeuta 3.8k 220
Per prima cosa, la paroxetina (*Eutimil) va sospesa molto molto gradualmente.
Seconda cosa, spesso queste cure vanno proseguite per tempi lunghi o indeterminati, pur in pieno benessere.
Aver trovato un farmaco che rimuove completamente la sintomatologia non capita a tutti, la prenda come una cosa buona.

Dr. Paolo Carbonetti
Specialista in Psichiatra
Specialista in Psichiatria Forense
Viterbo-Terni-

[#3]
dopo
Utente
Utente
Anzitutto ringrazio per le celeri risposte.
Purtroppo le decisioni circa l'interruzione del trattamento farmacologico (avvenuto comunque in maniera graduale) non sono state prese da me. A tal proposito avrei da chiedere delucidazioni circa il nuovo farmaco prescrittomi (Cipralex): è effettivamente dimostrata una maggiore azione sui disturbi d'ansia?
Inoltre è possibile effettuare delle analisi specifiche per valutare quanto di organico ci sia nel mio deficit?
Intanto tra qualche giorno avrò un consulto da un secondo specialista in psichiatria.
Grazie di nuovo per la disponibilità mostrata.
[#4]
Dr. Paolo Carbonetti Psichiatra, Psicoterapeuta 3.8k 220
Se stava bene con la paroxetina,perchè cambiare?
Non ci sono analisi specifiche; poi la domanda è mal posta; tutto è organico, nel senso che tutto ha una base biologica/biochimica. Non c'è nessuna emozione,nessun vissuto,nessun pensiero,nessuna intuizione che non abbiano una base biochimica.
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