Terapia farmacologica in seguito a panico ed ansia

Egregi Dottori,
circa in anno fa, in seguito ad aventi traumatici (brutto incidente in auto e mia madre operata d'urgenza per emorragia cerebrale) ho iniziato a covare dentro un fortissimo stress che mi provocava tensione muscolare ed agitazione. Il tutto ha provocato un fortissimo attacco di panico mentre ero in giro con gli amici. Le conseguenze hanno portato ad un invalidamento della mia vita sociale, lavorativa ed universitaria. Dopo essermi rivolto al mio specialista di fiducia (persona che, insieme ai miei sforzi, è stata fondamentale per la mia rinascita) ho iniziato con una terapia a base di Daparox 0,20 e xanax 0,50 diviso in due dosi da 0,25. L'attacco è stato uno solo, seguito da qualche crisi d'ansia nelle settimane successive e stati di agitazione. Ho portato avanti la terapia farmacologica parallelamente a quella psicoterapeutica vedendo la situazione migliorare di settimana in settimana (dopo 6 mesi ho ripreso a lavorare ad un festival internazionale di cinema in mezzo a migliaia di persone con ritmi folli senza nessuno fastidio invalidante)Per mio desiderio ho chiesto al medico di sospendere la mezza compressa di xanax della sera e il mio fisico non ne ha risentito. Con mezzo xanax al mattino sono andato avanti per mesi. Circa 3 settimane fa ho deciso di sospendere anche l'altra mezza compressa di xanax, sentendomi pronto e forte per farlo. Il dottore mi ha suggerito di provare togliendone piccoli pezzetti ogni 2-3 giorni. Con la sospensione totale ho passato qualche giorno con testa pesante e dolori muscolari (tutto tranquillamente sopportabile) e ora da una settimana assumo soltanto la compressa di Daparox al mattino. Dentro di me c'è ancora una piccola paura che un attacco possa tornare ecco perchè sono deciso a continuare la psicoterapia e la terapia con antidepressivo finchè il dottore non dirà che sono pronto per iniziare la sospensione. Quello che mi preme è sapere, secondo il vostro giudizio, se esiste il rischio che possano presentarsi sintomi da dipendenza di xanax pur avendolo ormai sospeso del tutto e non avendo avuto nessun particolare problema nell'ultima settimana.
In attesa di una risposta porgo distinti saluti.

O.M. Di Martino
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Gentile utente,

i sintomi descritti sono rappresentati dalla sospensione stessa.

Tendenzialmente, dopo qualche settimana dalla sospensione totale tenderanno a scomparire per non ripresentarsi.

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dopo
Utente
Utente
Ciò significa che il percorso di guarigione continua. La ringrazio Dottore
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Utente
Utente
Egregio Dottore,
volevo comunicarle che continuo la terapia farmacologica con una compressa di daparox al dì più un consulto psicoterapeutico quindicinale. Ogni forma d'ansia è sparita, zero panico e riesco a vivere come vivevo prima della crisi. Il percorso continua insomma, avrei bisogno di sapere secondo lei fino a quando è necessario continuare con la paroxetina ed eventualmente che rischi si corrono sospendendola gradualmente.

Ringrazio anticipatamente
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Le linee guida internazionali prevedono una continuità di trattamento per 1824 mesi a dose terapeutica.
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dopo
Utente
Utente
Egregio Dottore,
la mia terapia farmacologica continua assumendo sempre una compressa di daparox da 20mg al mattino. Ormai sono 16 mesi che assumo la pastiglia e il mio stato psicofisico risulta davvero ottimale. I giorni no ci sono ancora, giorni in cui tensione fisica e brutti pensieri mi accompagnano ma mi ritengo ormai sulla strada della guarigione, capace di gestire anche i malesseri (per lo più dovuti alla paura di avere qualche malattia improvvisa o un attacco di panico, anche se mi sento forte da poter riuscire ad affrontarlo con più coraggio) momentanei. continuo le visite dal mio psichiatra una volta al mese facendo psicoterapia. Se proprio dovessi lamentarmi di qualcosa lo devo fare quando parliamo della sfera intima: riesco tranquillamente a vivere l'intimità con una donna ma non come prima! Sensazioni piacevoli e sensibilità sono notevolmente calate, come l'intensità delle mie erezioni. So benissimo che fanno parte degli effetti indesiderati del medicinale e ho sempre accettato il tutto ma ora, dato il mio entusiasmo e voglia di vivere, la cosa inizia leggermente a pesare. Non prendo e prenderò mai iniziative sulla sospensione del farmaco, argomento in cui ha piena autorità solo il mio medico, ma una parte di me vorrebbe di nuovo godersi il sesso come faceva prima. Crede, da quello che ho descritto, che si possa prendere in considerazione la possibilità di iniziare una graduale sospensione del farmaco? Rischio una ricaduta? Oppure 16 mesi sono un lasso di tempo troppo breve e la cura ha bisogno di procrastinarsi?
ringrazio anticipatamente in attesa di una sua risposta
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