Info su terapia

parte 1
Gentili dottori buon giorno e ringrazio in anticipo chi mi legge.
divido la mia richiesta in 2 parti perche supera i 3000 caratteri
Nell’agosto del 2010 mi trovavo in un periodo di fortissimo stress. Ho lavorato per circa 15 anni con un “collaboratore”, io avevo p.iva e questa persona era il titolare. Negli ultimi anni di collaborazione questa persona, conoscendo ormai tutte le mie debolezze, mi ha soprannominato con un nomignolo che io non ho mai accettato e nonostante lui sapesse che non mi piaceva il fatto che mi chiamasse in questa maniera, continuava a farlo, soprattutto con le persone che conosceva, in mia assenza, cosicché tutti poi mi chiamavano con quel nomignolo che io detestavo. Lui si accorgeva del mio disagio quando le persone mi chiamavano con lo pseudonimo inventato da lui e si sentiva forte di tutto ciò. L’ossessione che provavo quando la gente mi chiamava in quella maniera era enorme, ci pensavo quasi tutto il giorno e la notte prima di addormentarmi. Odiando e sopportando questa cosa per diversi anni, nel luglio del 2010 mi sono trovato in un periodo di fortissimo stress psicologico e mentale ed ho affrontato l’idea che ormai maturavo da diverso tempo e cioè cambiare lavoro. Non era semplice soprattutto per la crisi economica nel mio settore, l’edilizia.
Fortunatamente proprio in quel periodo, la provincia ed il comune dove risiedo avevano bandito dei concorsi per il mio settore per la copertura di alcuni posti. Ho cominciato a studiare per due concorsi, era la priorità assoluta. La conseguenza è stata che lo stress dello studio sommato con lo stress psicologico che avevo già accumulato, si è trasformato che dal 31 agosto 2010, dopo una notte passata totalmente in bianco tra i pensieri quasi paranoici di come mi chiamava chi mi conosceva con quel maledetto pseudonimo, ho vissuto un lungo periodo di ansia, paura ed a volte attacchi di panico.
Mi sono fatto seguire da uno psichiatra immediatamente che mi ha prescritto il trattamento con 3 compresse di xanax da 0.5 mg al giorno e devo dire che mi avevano aiutato parecchio, anche perchè poi sono riuscito a passare i concorsi ed attualmente sono dipendente dell’amministrazione del comune dove vivo.
Dal giugno-luglio del 2011 ho cominciato a diminuire la dose di xanax arrivando a mezza compressa da 0,50 mg al giorno nel mese di novembre dell’anno scorso ed i risultati erano sufficientemente buoni e confidavo oramai di poter smettere a breve.
Purtroppo poi nel mese di dicembre è successa un cosa che mi ha messo sotto stress un’altra volta. Avevo promesso alla mia ragazza di sposarla. Lei vive lontana da me, in un altro Stato, per cui la vedo molto poco. In dicembre ha trascorso le vacanze di natale con me, ma le cose sono andate a rotoli, ho intuito che la responsabilità del matrimonio era troppo grande per me, quindi la mia ragazza mi accusava, giustamente, di una promessa che avevo fatto e che non volevo mantenere. continua...
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Gentile utente,
aspetto la seconda parte della Sua lettera e di sapere quale sarà la Sua domanda.

Dr. Alex Aleksey Gukov

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dopo
Utente
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parte 2
Purtroppo, dopo tre settimane trascorse con lei, combattuto tra una promessa che non potevo più mantenere ed i sensi di colpa di aver “tradito” la fiducia di lei, l’ansia e le paure che pensavo di aver ormai quasi combattuto, sono prepotentemente ritornate, anzi amplificate.
Con la cura sono ritornato indietro, ora prendo di nuovo 3 compresse al giorno di xanax da 0.5 mg e purtroppo non sto ottenendo i risultati sperati. Mi sento staccato dalle cose, le vedo lontane, ho ansia perenne, ma soprattutto paura per tutto, paura della vita, paura di quello che può succedermi, paura di perdere la ragione. A volte ho vertigini, non voglio parlare con nessuno e mi isolo cercando di stare meglio con me stesso, anche perchè spesso non riesco a stare con le persone, soprattutto con quelle che mi vogliono bene.
Ho parlato di nuovo con il mio psichiatra, infatti sul suo suggerimento ho iniziato di nuovo la terapia delle tre compresse di xanax al giorno, ma notando che gli effetti non sono buoni ora mi ha prescritto una compressa al giorno da 4 mg di perfenazina e dovrei cominciare a prenderla subito senza perdere troppo tempo (queste sono le sue parole). Questo mi ha allarmato anche perche questo è un farmaco che si usa nei casi di malati psichiatrici gravi. Non so cosa fare, ho paura che “fra le righe” mi sia stato detto che sono matto o qualche cosa di simile.
Cerco, non per sfiducia del mio psichiatra, ma per una mia maggiore consapevolezza, un vostro parere sul da farsi e quali possono essere le conseguenze di incominciare la cura con un farmaco così “importante”.
Per porre maggiore conoscenza della mia situazione, voglio precisare che quando ero giovane ho fatto uso, talvolta quotidianamente per lunghi periodi, di cannabinoidi per diversi anni dall’età di 18 ai 25-26 anni. Poi non ho più usato queste sostanze se non casualmente anzi raramente, finche nell’agosto 2010 l’anno che sono “andato in crisi” ho utilizzato per l’ultima volta la marjuana. L’ho assunta con il cibo, non fumata, ma l’effetto è stato altissimo e molto prolungato dal pomeriggio fino al mattino successivo. Più sopra quando ho scritto che vedo le cose e le situazioni che vivo con distacco, lontane, ho la stessa sensazione di aver assunto cannabinoidi. Vorrei sapere se un effetto deja-vu dei cannabinoidi è possibile e se ci può essere una relazione fra il mio stato di crisi e le sostanze che ho assunto.
Grazie per il tempo che mi dedicherete.
[#3]
Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Gentile utente,
non posso criticare la scelta del farmaco (Perfenazina) se non sono a conoscenza della valutazione diagnostica del Suo psichiatra (credo che sia logico). La diagnosi è fondamentale. Non escludo che sentire la diagnosi possa alimentare le Sue paure ed i Suoi pensieri negativi. Tuttavia, il non sapere può alimentarli ancora di più, mentre la chiarezza può essere in ogni modo più costruttiva e si può esigerela dal Suo specialista. Da parte Sua Lei deve aiutarlo: bisogna che lui abbia un'informazione esaustiva, anche per quanto riguarda la Sua situazione sentimentale e per quanto riguarda il pregresso uso di sostanze.

L'uso della cannabis, soprattutto nell'età adolescenziale, può dar luogo, anche a distanza di anni, all'insorgenza dei disturbi psichici di vario tipo: con più probabilità nei soggetti che sono predisposti ad un dato tipo di disturbo. Dicendolo in un modo semplicistico, la cannnabis svela quel tuo disturbo che può pre-esistere a livello latente. Spesso si tratta dei disturbi più vari: d'ansia, ideazione ossessiva, ma anche dei disturbi psicotici. Nel Suo caso, come Lei lo descrive, coi limiti del consulto a distanza (via internet) posso dire che sono stati presenti già in passato e sono presenti adesso i sintomi che possono far ipotizzare un disturbo psicotico, ma, in un'altra ipotesi, anche un disturbo dello spettro ossessivo. Potrebbe trattarsi anche di uno stile mentale e comportamentale clinicamente importante che assomiglia a tali disturbi. Il distinguere fra queste condizioni talvolta non è facile. Spetta al Suo specialista di fare la diagnosi precisa.

Il farmaco come la Perfenazina ha diversi usi e indicazioni. Sebbene oggi viene utilizzato soprattutto nella cura dei disturbi psicotici, in passato ha avuto un largo uso come un ansiolitico: nell'era nella quale quei farmaci che oggi chiamiamo "ansiolitici" come lo Xanax (nome chimico: alprazolam) e altre benzodiazpeine non esistevano ancora. Di fatto, la Perfenazina ha un effetto ansiolitico, ma ha effetti collaterali più importanti rispetto agli "ansiolitici" moderni (benzodiazepine), perciò la tendenza generale è stata di preferire questi ultimi nei casi nei quali sono sufficienti. Ancora oggi però si ricorre all'uso dei farmaci come la Perfenazina nei casi nei quali lr benzodiazepine non sono sufficienti o quando con l'uso eccessivo e protratto di questr ultime si rischia di sviluppare la dipendenza. L'effetto collaterale più rilevante all'inizio della cura con la Perfenazina è la sedazione dose-dipendente (che viene determinata dagli stessi meccanismi che sono alla base dell'effetto ansiolitico, ma portati più all'estremo). Tale effetto collaterale è gestibile, adeguando, se necessario, la dose, ovviamente non da solo, ma concordandolo con il Suo specialista.

A secondo della diagnosi, la cura con la Perfenazina potrà essere più adatta o meno adatta come l'unico tipo di cura. In alcuni disturbi psicotici sarebbe indicata come la cura principale, nelle altre forme psicotiche e nei disturbi dello spettro ossessivo è meno adatta come l'unica cura, mentre potrebbe essere considerata l'associazione con un farmaco anti-depressivo. In entrambi i casi comunque, dal punto di vista dell'efficacia, le benzodiazepine (come lo Xanax) da sole è la soluzione meno indicata.

In questo periodo comunque, tutto il quadro può essere più difficile da valutare, perché condizionato dalla Sua reazione alla situazione sentimentale (la storia della relazione con la Sua ragazza). Anche pensare di rimediare tale situazione emotiva con la sola cura farmacologica è scorretto: possono essere utili anche i colloqui con uno psicologo, e non solo per gestire la Sua reazione, ma anche per capire i meccanismi della Sua decisione ed i meccanismi dell'insorgenza dei sensi di colpa che ha.
[#4]
dopo
Utente
Utente
Grazie per la sua risposta.
Il quadro completo anche il fatto che ho assunto cannabinoidi, ma mai nessun altro tipo di droghe di moda negli anni della mia adolescenza (LSD, exstasy,cocaina), a suo avviso questo non dovrebbe essere un problema.
Ho deciso di incominciare la cura con la Perfenazina 3 gg fa, una compressa da 4 mg al giorno, anche perchè oramai il xanax da 0.5 tre compresse al giorno non fanno quasi più nessun effetto... Lo psichiatra ha detto che gli effetti si dovranno sentire in una - due settimane.
Comunque detto ciò sono anche bravo ad incasinarmi un po' la vita visto che oggi arriva la mia ragazza ed ora mi trovo in una situazione di grosso disagio, ma è la volta buona per spiegarle di preciso la mia situazione,sperando che lei capisca.
Volevo chiederle una cosa, lei mi ha consigliato la visita di uno psicologo, ma non so la differenza che mi può dare il consulto di uno psicologo e quello di uno psichiatra.
Grazie per il tempo che mi avete dedicato e per la risposta.
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Gentile utente,

<<..la differenza che mi può dare il consulto di uno psicologo e quello di uno psichiatra..>>

Lo psichiatra dovrebbe avere un occhio più medico: valuta la presenza ed il tipo di malattia psichica ed il grado di compenso (o scompenso) di tale malattia. Fa diagnosi differenziale anche fra le malattie psichiche e no. In base a tutto questo propone gli eventuali trattamenti (fra i quali può essere anche la psicoterapia), monitora nel tempo l'andamento della malattia e delle cure.

Lo psicologo valuta gli aspetti del nostro funzionamento sotto un angolo di vista un po' diverso: essendo "esente" dal compito che ha il medico, ha la possibilità di vedere le cose a prescindere del contesto della malattia, ma come i fenomeni psicofisiologici che tutti noi siamo capaci di sperimentare: chi più chi meno, a secondo della nostra personalità e delle circostanze di vita. Lo psicologo non può fare la diagnosi psichiatrica, ma è proprio questo prezioso proprio dove e quando serve una figura professionale che non ti cataloga, non ti giudica, non ti condiziona, con la quale puoi esprimere i dubbi e le emozioni così come sono e cercare di capire le proprie scelte ed i propri comportamenti. (Attenzione che non è un "buon amico" o "buon parente", perché è una figura professionale e perché, a differenza di loro, non ha quel coinvolgimento emotivo, gli interessi e la partecipazione concreta alle circostanze della Sua vita che inevitabilmente condizionano). Questo contesto incondizionato e aperto è importante nella psicoterapia lunga, ma anche nel trovare le strategie per approcciare le problematiche relazionali correnti, e può anche contribuire alla comprensione diagnostica del caso clinico e alla cura, se Lei, lo psichiatra e lo psicologo collaboriate.

Molti psichiatri hanno anche la qualifica di psicoterapeuti e lavorano con entrambe le modalità esposte sopra. In alcuni casi può essere meglio che i compiti siano separati fra due figure diverse, perché presuppongono gli approcci non sempre conciliabili nella figura dello stesso specialista.
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