Effetti collaterali gravi o pazienza?

Gentili Dottori ,

la mamma sta assumendo questa nuova terapia proposta dal ssn e conermata da un privato , con l'aggiunta del farmaco precedente che non ha ancora assunto.

Risperidone 3mg . La dose iniziale post degenza è stata 6mg. Poi decrementi da 1.5mg;
Sertralina 100mg . La dose post degenza iniziale è stata 50mg con successivi incrementi di 25mg;
Delorazepam 2gocce da sospendere a fine settimana. La dose iniziale post degenza è stata 20 gocce, dimezzata di 1/2 ogni 5 giorni fino a sospendere.

Dalla dimissione ospedaliera con remissione dei sintomi psicotici e miglioramento clinico generale, sono trascorse 4 settimane. Il ricovero è durato 6 giorni con miglioramento già dal giorno successivo ma estrema debolezza muscolare.

La risposta sta migliorando , penso si possa parlare di un recupero al 30% ma temo stia vivendo quelli descritti come disordini motori del sistema extrapiramidale o sindrome neurolettica.

rallentamento della ideazione e dei riflessi,
rigidità dei muscoli ,
inespressività , l'epressione vi è solo se forzata cosi come i movimenti degli arti.

Spesso ha come un blocco ma lucida mentalmente e riflessiva, vigilante , visiva , manifesta una sorta di paresi più accentuata al braccio sinistro che poi muove quando provo a farglielo notare o comunque per faccende domestiche.

Riduzione movimenti spontanei arti e viso espressivi, scarsa argomentazione quasi mutismo .

Ho notato un piccolo rush cutaneo sopra la palpebra , rosso , che non le provoca fastidoo o prurito. Mi ha fatto riflettere perchè lessi che era un effetto collaterale grave del risperidone ma vorrei eslcudere.

Qualche giorno fà il controllo ambulatoriale presso il ssn , ha previsto la riduzione del risperidone, lo stesso il privato mi conferma due settimane fà circa che quei efetti indesiderati erano dovuti al neurolettico che avremmo sospeso col tempo.

Preciso che la terapia precedente era del tutto diversa e le aveva dato beneficio da tempo se pur con effetti indesiderati quali ipersonnia ma di rado ha fatto controlli meidici. sempre trascurato il suo episodio pregresso spesso diveniva incosciente e col fai da te l'ha sospesa bruscamente per ricadere dopo qualche mese e precipitare nell'angoscia depressiva in pochissimi giorni da un evento scatenante.
.

La terapia precedente sospesa bruscamente era

Lamictal 200
Efexor 75.


Mi sarebbe utile la vostra considerazione in merito ai tempi terapeutici dei farmaci nuovi citati nelle righje iniziali , e soprattutto , sugli effetti collaterali descritti come gravi riconducibili al neurolettico.

Grazie per l'attenzione
[#1]
Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Gentile utente,
con quale diagnosi (per quale malattia) la Sua mamma è stata curata prima dell'ultimo ricovero e quale è stata la diagnosi all'ultima dimissione ?

Da quanti giorni sia è passati ai dosaggi attuali (risperidone 3 mg, sertralina 100 mg, delorazepam 2 gtt) ?

I sintomi motori nell'arco di queste ultime settimane stanno migliorando o si mantengono ?

Dr. Alex Aleksey Gukov

[#2]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dr. Gukov,

Come patologia di base si parla di depressione. depressione bipolare di rado vira in fasi ipomaniacali ma queste del tutto controllabili.

Nella dimissione dist. bipolare 1, sintomi psicotici , fobia sociale , persecuzione.

Non è stata mai fatta una diagnosi interessante dal vecchio terapeuta o perlomeno non siamo mai stati informati , c'è stata una diseducazione al trattamento che conseguiva poi laderenza.
Lei si è trascurata e si finiva per dimenticare quello che è stato un episodio depressivo grave che potevamo evitare.

Sto apprendendo con l'autostudio . C'è come un senso di non informare correttamente, non si vuole perdere tempo , come è del tutto assente l'approcio psicoeducativo a lei e alla famiglia. E mia madre avrebbe tutto il tempo per vivere meglio e controllare la vulnerabilità agendo anche sistemicamente nelle fasi più critiche, ma si preferisce non parlare di questo .

I sintomi caratteristici che anticipano una psicosi sono ansia pre-episodica . La gestione di programmi che possono alimentare la sua emotività affettiva . come eventi piacevoli con famiglia (zii, cugini , che non vede di persona da svariato tempo ) , un matrimonio , un ospitalità , una ristrutturazione edilizia, una malattia fisica, una degenza ospedaliera programmata etc..

Col passar dei giorni e con una difficile gestione in famiglia, diventano nell'ordine insonnia iniziale, intermedia . fobie incoerenti (come ho paura che qualcuno gli o ci faccia del male nel caso di familiarità o relazioni interpersonali , sintomi psicotici quali persecuzione, questi lievi ma va prendendo piede mutismo , rallentamento psicomotorio , catatonia acinetica. Richiedono cosi ospedalizzazione ed è drammatico quando si poteva evitare.

Nei periodi di benessere invece è convivibile e si accetta come normalità . E' un po demotivata, diffidente, pessimista, senso di competizione, imitazione, risentimento anche in attività di generosità e piacevoli come una cena fuori . Fattori psicologici e caratteriali del tutto migliorabili.

Sono caratteristici ipersonnia dopo pranzo e nel pomeridiano, assenza di piena consapevolezza . diffidenza , ansie lievi , ma non ci sono disturbi del sonno.

La terapia precedente che le ha dato beneficio ma ho i miei dubbi riguardo era lamictal 200 e efexxor 75 .


Mentre la nuova terapia che sta assumendo da 1 mese dalle dimissioni ospedaliere è


Sertralina 50mg la sera. preciso che il farmaco sertralina dato dal farmacista non era lo stesso della scatola precedente. Il primo era denominato "sertralina eurogenerici" e il secondo di un altra marca (Almus)

La sertralina 50mg in queste dosi


50mg per 1 settimana .
75mg per 3 settimane.
100mg dalla quarta settimana ad oggi.


IL risperidone 3mg è stato assunto

6mg nella prima settimana. (1 compressa da 3mg la mattina e una sera ore 20-21)
4,5mg. per 2 settimane (mezza compressa da 3mg la mattina e una intera la sera )
3mg circa la quarta settimana ad oggi . Sempre alla sera.


Delorazepam gocce.


20 la prima settimana.
10 gocce per due settimane.
5 gocce per 1 settimana.
2 gocce dalla quarta settimana fino a sospendere .



I sintomi motori stanno migliorando in queste ultime settimane csi come quelli cognitivi e sociali. C'è un senso di scoraggiamento e scarsa autostima.

Ma imiglioramenti sono del tutto parziali e limitati a funzioni di routine quasi obbligatorie ma permane il rallentamento proprio come descritto nel primo post.


Oggi ad esempio , sveglia dall 5 , era seduta sul divano a fissare l'ambiente in silenzio senza nemmeno distrazioni come tenere tv accesa .



Grazie
[#3]
Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Gentile utente,
per dire con una sufficiente obbiettività a che cosa sono dovuti i sintomi attuali della Sua mamma, bisogna visitarLa dal vivo, e via internet non lo si può fare. Dunque:

1) è importante che sia rivisitata

2) quello che scrivo qui sono le ipotesi che risulteranno utili solo se sottoposte alla valutazione di uno specialista che vi segue.

Non posso escludere l'impatto negativo della terapia con il Risperidone a livello motorio e affettivo. Devo aggiungere che anche gli antidepressivi della classe di Sertralina, se assunti ad alto dosaggio, possono contribuire (in particolare ai sintomi motori), ma soprattutto in associazione con antipsicotici e ancheda soli, ma all'inizio e transitoriamente. Per quanto riguarda il rash sopra la palpebra, potrebbe essere con maggiore probabilità da attribuire alla Sertralina. Se rimane localizzato, non è ppreoccupante, anche se bisogna comunque segnalarlo al vostro specialista di fiducia.

Comunque, nell'ipotesi dell'origine iatrogena (come l'effetto collaterale della cura farmacologica), non ci sarebbe da preoccuparsi eccessivamente, visto che la terapia si sta ottimizzando. Se la terapia rimarrà stabile per un po' di tempo, ciò permetterà all'organismo ad abituarsene e permettera di valutare il quadro clinico senza l'interferenza del fattore dei continui cambiamenti di dosaggio.

Avrei piuttosto un'altra cosa da notare. Ho l'impressione che tali sintomi non sono dovuti solo ai farmaci, ma che possa esserci tuttora in corso uno stato morboso appartenente al più recente episodio, e che sia necessario un attento monitoraggio, ed è presto concludere che l'episodio sia superato.

Certamente possono essere i segni di convalescenza, più sfumati rispetto all'episodio acuto, che trapassano nella normalizzazione, ma può essere anche uno stato di fondo morboso simile a quelli che caratterizzano anche la fase che precede gli episodi acuti.

Rispetto alla diagnosi della malattia di base esprimo la mia impressione, la quale, ripeto, anche questa è solo una ipotesi, e ha una validità limitata, visto che non ho mai visitato la Sua mamma. Vale però la pena di parlarne con gli specialisti curanti.

Non escludo che possa trattarsi di un disturbo psicotico o di un disturbo cerebrale organico (se la mamma è avanti nell'età; a proposito, quanti anni ha ?), piuttosto che solo di un disturbo di umore.

Ad una tale ipotesi mi porta la Sua descrizione dello stato di base negli intervalli fra gli episodi acuti, e delle fasi prodromiche (prima degli episodi acuti). Lei scrive che la mamma praticamente non ha avuto episodi maniacali.

La diagnosi dell'ultimo ricovero è però del Disturbo Bipolare tipo I, il che significa che l'ultimo episodio poteva essere valutato come un episodio maniacale. La distinzione fra un episodio maniacale e un episodio psicotico è fra le più difficili nella clinica. Nei decenni precedenti spesso si faceva l'errore di fare la diagnosi di "psicosì" e non riconoscere l'episodio maniacale ed il sottostante disturbo bipolare. A secondo dello stile di lavoro e della scuola di provenienza, è possibile però anche un errore nella direzione contraria.

Anche per quanto riguarda la non collaborazione alle cure, certamente può centrare il non adeguato lavoro di informazione, ma non è da sottovalutare anche i fattori propri della malattia: la ridotta o la mancata consapevolezza (della malattia e del bisogno di affrontarla) è una caratteristica abbastanza tipica (dello stato di base, anche fra gli episodi acuti) dei disturbi psicotici e cerebrali organici, mentre nei disturbi di umore (anche nel "Disturbo Bipolare I") la persona tipicamente può perdere tali capacità nelle fasi acute, ma nelle fasi di compenso è, di norma, consapevole della sua malattia di base, e spesso ne è consapevole più di qualunque altro (anche più dei suoi medici). Dunque, il significato di questa non collaborazione e della "assenza di piena consapevolezza" della Sua mamma bisogna valutare con più attenzione (perché potrebbe essere uno degli elementi per una diagnosi corretta).

Vorrei sottolineare che non sto ipotizzando solo un disturbo psicotico, ma, come un'altra possibilità, anche l'eventualità di una problematica cerebrale organica, la quale ha potuto svilupparsi con l'età. Alla probabilità di una tale problematica contribuisce l'età, come un fattore indipendente; ma anche un pregresso disturbo di umore (depressivo o, ancor di più, bipolare) ne predispongono, perché "logorano" l'organismo più velocemente.

E dunque, con molti pazienti conosciuti ai curanti come "bipolari" ad un certo punto bisognerebbe porrsi la domanda: è sempre un disturbo bipolare, oppure è soppraggiunta anche una problematica cerebrale "organica" ?

E se l'ultimo episodio (per la sua intensità o per le altre sue caratteristiche) è stato diverso dagli altri, tanto da cambiare (dopo anni) anche la diagnosi (nel senso del suo aggravamento: fino al Disturbo Bipolare tipo I), allora questa rivalutazione, secondo me, si impone. Una rivalutazione che comprenderebbe anche un esame neurologico, ed eventualmente, gli esami di screening strumentali con neuroimmagini, mentre nella fase di una maggiore normalizzazione dello stato di umore, anche i test neuropsicologici (che valutano i vari aspetti del funzionamento cognitivo).

In ogni caso, se si sta avvicinando verso una certa età, questi approfondimenti converrebbe farli.

Con le mie ipotesi potrei essere anche fuori strada (non so anche quanti anni ha la Sua mamma), ma per me è doveroso farne accenno, e spero che riusciste a discuterli con i vostri specialisti.

Nel caso nel quale si tratta di un disturbo bipolare, la cura basata soprattutto o solo su un antidepressivo non sarebbe quella ottimale, mentre la terapia precedente (che comprendeva anche la Lamotrigina, presumo, come uno stabilizzatore di umore), dovrebbe essere presa in considerazione; mentre l'antipsicotico (Risperidone) serve nella fase acuta, ma a lungo termine è discutibile.

Nel caso nel quale, invece, si tratta di un disturbo psicotico, bisogna valutare la sospenione del Risperdal con molta più cautela, perché potrebbe essere un farmaco che serve anche a lungo termine (o valutarne un antipsicotico alternativo: con minori effetti collaterali a parità della dose efficace). Nel caso di un disturbo psicotico, c'è da dire che l'approccio "psicoeducazionale", se troppo spinto (imponitivo, limitante), può trovare una risposta proporzionalmente contraria da parte della paziente, fino ad ottenere un risultato controproducente. Fino anche alla rottura del rapporto con il curante. Dunque bisogna essern attenti, insistere con i curanti di discutere con Lei meglio l'argomento (e forse si capirà anche meglio il perché del loro atteggiamento).

Infine, nel caso nel quale sia compresente una problematica cerebrale organica, l'approccio è ancora un'altra volta diverso, e andrebbe valutata l'opportunità delle terapie specifiche per una tale condizione, oltre che, ovviamente, il lavoro sui fattori di rischio (prevenzione o la cura, se ci sono già, delle eventuali problematiche cardio-vascolari, metaboliche, della pressione arteriosa ecc.). E' importante aggiungere che sia tali ultimi fattori di rischio, sia una eventuali problematica cerebrale organica in sé, possono predisporre anche ad una maggiore sensibilità agli effetti collaterali dei farmaci. Inoltre, nel caso di questa ultima ipotesi ("cerebrale organica"), è invece molto importante l'approccio "psicoeducazionale" (ancora di più di quanto nel caso dei disturbi di umore).
[#4]
dopo
Utente
Utente
Chiarissimo Dott. Gukov ,

La ringrazio per questa pregiata opinione. Davvero ricca di dettagli .

Anche io ho richiesto notare all'ultimo controllo ambulatoriale , Lunedi 22 , quindi 7 giorni fà, se potevano esserci disturbi cerebrali organici Il terapeuta del ssn ha escluso dicendo che non è risultato indizio dagli esami fatti in ospedale.


Senza dubbio ci sono miglioramenti, come dicevo un recupero subparziale.


IL sss ha ritenuto dare questa terapia. Il trattamento dello stato catatonico , che la irrigidiva non aveva episodi maniacali . Temo psicotici , ma non parlava ed era rigida. Negli eventi pregressi , che si sono manifestati sempre nella stessa tipologia , con anticipo di svariati giorni e precipitamento in pochi giorni, la terapia aveva previsto nell'immediatezza del ricovero una flebo , non so di quale componente , ma se vedo le indicazioni per il trattamento di catatonia è indicato endovenosa benzodiazepine.

Questa volta non è stata fatta la flebo ma già dal secondo e terzo giorno aveva avuto un sollievo .


Escludo fasi maniacli o ipomaniacali nella fase precedente o nella fase acuto. Secondo il mio modesto parere , e comprendendo la difficioltà nel individuare la corretta diagnosi psicotico da maniacale, la cosa va approfondita seriamente ed è per questo che mi sono sforzato di consultare non 1 ma due terapeuti differenti oltre che il servizio sanitario , dove c'è un attenta terapeuta che personalmente trovo ideale, nonchè chiesto l'aiuto indicativo di un medico cordiale e attento come lei.

Tra i terapeuti contattati mi sono rivolto anche a un neurologo-psichiatra prima del consulto di un altro terapeuta. il primo , aveva consigliato l'integrazione di lamotrigina e sopsensione graduale del risperidone. Questi mi ha aveva suggerito sulla base di quei pochi elementi raccontati da lei e da me .. una depressione bipolare, ma no eventi maniacali. Mo' non so . ma depressione bipolare .


Il secondo , questa donna, ha proposto la sospensione del risp.. gradualmente dopo circa 1 mese per , ha manifestato anche un miglior approcio ppsicoterapeutico , la sospensione delle benzodiazpeine secondo la stessa procedura del medico del ssn.


La manifestazione psicotica , preciso è data da idee incoerenti a sfondo timoroso , paure infondate , come senso di perdere tutto e che qualcuno potesse appropriarsi e abusare del suo stato per appropriarsi dei suoi averi . ma molto debole nella confidenza di questi , timida.


Quando , dopo la fase acuta , gli dicevo che se fossero cosi le cose , le leggi non sarebbero esistite ,
mi sorride e prende coscienza. Insomma.. penso proprio che la pianificazione di attività piacevoli e qualche sorriso in più anche con il terapeuta le farebbe bene. E in questo trovo ideale il terapeuta privato che è pur una donna ma l'approcio è diverso .


. Non conosco i termini specifici clinici o del disturbo , ma parliamo di una sorta di paura che qualcuno gli faccia del male. Ma è solo accentuato nella fase acuta che precipita in sintomi di blocco psicomotorio , rigidità e mutismo. richiede cosi l'ospedalizzazione. Mi creda però vivo la situazione che si è rippresentata solo in specifiche ricorrenze , come desritto, l'incontro o il programma di incontro con un evento piacevole e non proprio spiacevole.


Mamma ha 57 anni e ha vissuto in un ambiente dove la madre stessa ha contagiato un pò questo stato depressivo diffuso. Siamo reduci di un grave trauma accaduto 12 anni fà che ha sicuramente rafforzato il malessere e compromesso il miglioramento radicando pensieri , ansie lievi ma abitudinarie , indecisioni , pessimismi , negatività , diffidenze, insomam perdite di tempo , personalità ad ogni modo facilmente rassicurabili da un familiare intelligente o da un terapeuta specifico.


Non è facile spiegarlo ma credo che questo ha contribuito in forza maggiore cosi come tutti gli eventi traumatici e stressanti successivi


Ma si preferisce dimenticare, forse è meglio , concentrarsi sul momento per vivere meglio .


La forma di astenia che si presenta labilmente ,l' ho ricercata come più vicina nello stato di compenso , durante la vecchia terapia.

Mi piacerebbe approfondire con un analisi completa del problema ma fatta seriamente, almeno per accrescere la consapevolezza mia e di mia madre che aimè per il suo grado di cultura e tradizione, ogni volta è un punto di inizio.


La terapueta del ssn , molto disponibile , la conosce da poco e solo per gli eventi spiacevoli , dove ha manifestato la psicosi.


IL vecchio teraputa , è si disponibile, ma molto repentino con un senso di lascia passare. Era colui che rassicurava il miglioramento continuo , e che comunque prescrisse diversi anni fà la vecchia terapia nelle dosi indicate.

Niente da dire su questo , ma penso visti i sintomi , quali ipersonnia , e debolezza muscolare facile, sarebbe stata opportuna una rivalutazione e controlli periodici , in modo da accrescere senso di fiducia nello specialista e consocenza del trattamento, che purtroppo sono stati trascurati.


La ringrazio ancora per la sua cortese attenzione e tempo che mi dedica.

Le sarei grato per praticità

se mi sintetizzasse quali sono nell'ordine le questioni da porre agli specialisti ;

la sua impressione su quei sintomi di astenia o miastenia , che la terapeuta del ssn pare ricondurre a una componente depressiva transitoria. ma posso assicurare che questa lentezza, svogliatezza, si è accentuata più negli ultimi anni, ma è stata sempre presente in modo ciclico .

Sto proponendo 10 minuti al giorno sul tapiroulan alla mattina.

E' sicuramente migliroante , ma se non sono io a invitarla non penso lo faccia spontaneamente.

Riproponendo su interrogazione gli stessi atti motori degli arti richiesti dal neurologo al controllo , 1 mese fà circa. Noto si un impeccabile risposta. Ma lentezza. come pesantezza. Questa migliorante.


Siamo un pò lontani , altrimenti potevo consultare rapidamente il suo studio per approfondimento.


Mai dire mai.



Grazie
[#5]
Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Gentile utente,
Se posso chiederLe, quale è stato il trauma, accaduto 12 anno fa, alla quale Lei accenna ?

Provo comunque a rispondere alle domande che ha posto Lei.

<..la sua impressione su quei sintomi di astenia o miastenia , che la terapeuta del ssn pare ricondurre a una componente depressiva transitoria. ma posso assicurare che questa lentezza, svogliatezza, si è accentuata più negli ultimi anni, ma è stata sempre presente in modo ciclico..>>

L'astenia è un sintomo caratteristico dello stato depressivo, e gli episodi depressivi, per loro natura, sono transitori. Per cui, non escludo che la dottoressa possa avere ragione: dopo tutto, la dottoressa ha visitato la Sua mamma dal vivo e credo che valuti obbiettivamente lo stato attuale.

Tuttavia, "un episodio depressivo" o "una componente depressiva transitoria" di per sé non sono ancora una malattia, ma sono solo le manifestazioni di questa. Questa malattia è fatta da più manifestazioni nell'arco di tempo ormai lungo. Ne fanno parte anche gli altri episodi, lo stato di salute psichica nei periodi "liberi" dagli episodi, e l'evoluzione di tutto il quadro nel tempo. Visto così, anche se l'attuale episodio è verosimilmente transitorio, la malattia di base non è transitoria, ma cronica, e probabilmente non si supera con la sola terapia antidepressiva (la quale per adesso potrebbe essere anche la soluzione più corretta, ma a lungo termine forse no).

Il fatto della ciclicità è un elemento caratteristico di un disturbo di umore (che può essere anche Depressivo, ma forse anche Bipolare): parlando dell'ultimo episodio, ma anche di quelli precedenti, alcuni classificano la Catatonia come una forma di Depressione. Secondo gli altri invece, può avvicinarsi di più ad uno stato di umore "Misto" (né uno stato Depressivo, né uno Maniacale, ma un'entità a sé stante, che però farebbe considerare come un disturbo di base il Disturbo Bipolare e non Depressivo). Dunque, i medici dell'ospedale, facendo la diagnosi del Disturbo Bipolare tipo I, seguivano probabilmente questa logica. Importante è che la ciclicità, anche nel Disturbo Depressivo non Bipolare, può renedre comunque opportuna una terapia stabilizzante l'umore.

Da quello che Lei scrive, il disturbo, a parte la ciclicità, sembra di avere anche una evoluzione lentamente peggiorativa.

Questo non esclude che sia un Disturbo di Umore "Depressivo" o "Bipolare" (perché un episodio depressivo, se trascurato o se è difficilmente curabile, può durare anche per anni con sintomi sfumati).

La distinzione fra un disturbo depressivo e le fasi iniziali dei disturbi organici è anche questa una diagnosi differenziale fra le priù difficili, ma queste due patologie possono anche coesistere.

Come scrivevo, un disturbo di umore può coesistere con un disturbo organico che poteva aggiungersi, "complicare" l'evoluzione, e in questo caso l'astenia, la svogliatezza ed il rallentamento possono esserne anche i sintomi, ma sono i sintomi aspecifici e da sole non sono sufficienti per la diagnosi: è essenziale un esame delle funzioni cognitive e l'esame obbiettivo neurologico alla ricerca dei segni più specifici. Un disturbo cerebrale organico in una persona non ancora 60-enne potrebbe essere un po' esagerato (troppo presto) da pensare. Tuttavia, è un'ipotesi.

Oppure anche i Disturbi Psicotici possono avere esacerbazioni cicliche e spesso (ma non sempre) hanno un'evoluzione tendenzialmente peggiorativa. Inoltre, i sintomi catatonici possono caratterizzare anche alcuni disturbi psicotici. Non bisogna avere il timore di un "disturbo psicotico": se ci fosse, può essere spesso più recuperabile di un disturbo cerebrale organico o delle forme Catatoniche dei disturbi di umore. Comunque, non bisogna avere i condizionamenti nei confronti delle diagnosi.

Senza mai aver visitato la Sua mamma e senza accertamenti ulteriori devo rimanere su queste ipotesi, senza poter dirimere.

<<..Le sarei grato per praticità se mi sintetizzasse quali sono nell'ordine le questioni da porre agli specialisti..>>

1) rivalutare e capire in un modo più preciso la diagnosi:

può trattarsi di un disturbo che, nella sua evoluzione, è diverso da un "semplice" disturbo "Depressivo" ?

può essere un episodio depressivo lungo, cronicizzato, con miglioramenti ogni volta in realtà solo parziali ?
oppure un Disturbo di Umore Bipolare, come anche dalla diagnosi alla dimissione ? oppure complicato da un disturbo cerebrale organico ?
o un disturbo psicotico ?

2) Se si ritiene che si tratta di un Disturbo di Umore, può avere senso di non lasciare la mamma con il solo antidepressivo, ma di introdurre, a basse dosi, anche uno stabilizzatore di umore: la Lamotrigina o uno più efficace ?

3) Quali accertamenti sono stati fatti durante il ricovero per escludere una problematica cerebrale organica? E se comunque ha senso di programmare alcuni accertamenti di controllo (e una rivisita neurologica) ? Potrebbero testare il livello delle funzioni cognitive della mamma (dopo che uscirà dalla fase depressiva franca) ?

4) Se possa trattarsi di un disturbo psicotico, allora è opportuna la sospensione completa dell'antipsicotico oppure conviene piuttosto sostituirlo con un altro che sia tollerato meglio ?

5) Quale modalità è più ottimale nell'informare la Sua mamma della Sua malattia ? Come atteggiarsi nei confronti della mamma quando inizia a manifestare i sintomi che Lei conoosce come "premonitori" del nuovo episodio ? e se trascura di prendere la terapia prescritta ? In sostanza, quale possa essere il ruolo di Lei e degli altri parenti ?
[#6]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dott. Gukov ,

Buona domenica.

Sono eccellenti le Sue opinioni e suggerimenti , saranno di sicura utilità per gestire una soluzione migliore .


Per discrezione spiego brevemente qui le ragioni del trauma piscologico .

(testo rimosso dallo staff)

Per me variabili tutte da non sottovalutare. Lo dico perchè la vivo, e riconosco parte di questi fattori e tutti quelli descritti come influenti e scatenanti.

Magari sono variabili minori per chi l'ascolta in quel preciso momento che deve come giusta cosa aiutare nel ripristino del suo funzionamento con una terapia farmacologica . Difatti in ogni consulto specilistico pregresso e incontri programmati non è mai stata affrontata un indagine della sua storia con pieno interesse, nemmeno indicare la persona adatta per affrontare con un approcio diverso.

Parliamo dei due lutti recenti , rispettivamente 3 e 2 anni fà.


Personalmente , non potevo analizzare come oggi quello che ho cercato di descrivere in questo spazio, cosi come mio padre per ignoranza e scarso approfondimento, poteva mai comprendere o individuare le angosce , ansie di una moglie fragile , o piuttosto rendersi conto che non era affatto salutare per tutti accettare come normale i loro conflitti abituali. Ma era anche lui un sofferente , era umano .

Oggi sono più consapevole ,sebbene con parzialità tecnica, mastico questi malesseri con migliore introspezione .

L'ho descritto in varie fasi episodiche su uno schema scritto con la ricorrenza dei spiacevoli ricoveri , che mi piacerebbe poi illustrare a uno specialista, potrebbero aiutare la diagnosi con più chiarezza anzicchè abbozzare o stimare una diagnosi legata al momento , visto che si ripresenta con le stesse modalità e intensità questa malattia?


Grazie per l' ammirevole disponibilità .
[#7]
Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Gentile utente,
chiedo scusa del ritardo della mia risposta. Ho letto la Sua.

Questa mia replica è un po' lunga, ora mi rendo conto che molto probabilmente parlo anche delle cose che Lei stessa conosce, ma l'ha lascio così: forse potrà essere utile. Vorrei sottolineare che si tratta delle ipotesi in un caso generale come il vostro. I pareri espressi senza visitare la persona hanno troppi limiti per poter essere applicati al caso individuale.

<<..L'ho descritto in varie fasi episodiche su uno schema scritto con la ricorrenza dei spiacevoli ricoveri , che mi piacerebbe poi illustrare a uno specialista, potrebbero aiutare la diagnosi con più chiarezza anzicchè abbozzare o stimare una diagnosi legata al momento , visto che si ripresenta con le stesse modalità e intensità questa malattia?..>>

Certamente ciò sarà utile. Per un medico conoscere la storia della persona è molto importante, perché aiuta a riconoscere la malattia dal suo andamento e l'evoluzione caratteristici, dalla sua chiara episodicità o/e dalla costanza (o peggioramento continuo) di alcuni sintomi. Nei disturbi di umore è importante in maniera particolare.

Vorrei però suggerirLe di informare i vostri specialisti anche della "storia" dei sintomi concreti (cognitivi, ideativi, motori, relazionali): loro andamento e loro l'evoluzione nel tempo (anche negli ultimi anni e nelle fasi "libere" dai ricoveri o dalle acuzie). Le diagnosi fatte durante o dopo i ricoveri, la durata, la frequenza e la ciclicità dei ricoveri e gli eventi scatenanti sono spesso delle "insegne" che aiutano a orientarsi subito, ma sono anche una "versione in parte già elaborata, spiegata", ommettendo i sintomi.

<<..in ogni consulto specilistico pregresso e incontri programmati non è mai stata affrontata un indagine della sua storia con pieno interesse, nemmeno indicare la persona adatta per affrontare con un approcio diverso..>>

La storia è sicuramente traumatica e quasi di sicuro ha avuto il suo impatto sull'evoluzione della malattia della Sua madre. Con questa storia si fa strada implicitamente anche l'ipotesi dell'origine traumatica della malattia, con la possibile interpretazione nella chiave della conversione non completamente conscia della sofferenza psichica nelle manifestazioni "esterne", come i sintomi neurologici e psichici (rallentamento, mutismo ecc.), come il "linguaggio" che risparmia alla persona e a chi le sta vicino a trattare coi ricordi direttamente e, nel contempo, garantisce l'attenzione e l'assistenza necessarie a tale persona sofferente. Questa è, ad esempio, una possibile lettura nella chiave psicoanalitica (non del vostro caso ! ma di una situazione tipo). Accanto alla sua discutibilità (vedi in seguito), ci nota comunque un elemento importante: se è questo il meccanismo (o uno dei meccanismi) della malattia, allora tale meccanismo svogle anche il ruolo protettivo, proteggendo dal contatto diretto coi ricordi e con le rispettive emozioni difficili, aiuta alla persona a sopravvivere emotivamente, mentre "l'approfondimento" e "l'elaborazione" della storia traumatica (tentando ad esempio, una psicoterapia che punta sulla introspezione e sul recupero dei ricordi) potrebbe peggiorare tale malattia, togliendo alla persona quei meccanismi "patologici" i quali però le aiutavano a sopravvivere emotivamente al trauma. Se una persona è giovane, i benefici di una tale psicoterapia introspettiva o indagativa potrebbero essere superiori a tale sofferenza, perché la persona può essere ancora capace di "riformare" i propri meccanismi psicologici di difesa dal trauma (ma anche in questo caso la psicoterapia va fatta da uno esperto e con molta gradualità). Invece nella persona di una certa età questa capacità di rimettere in discussione i propri abitudini di affrontare il trauma è minore; e quei meccanismi che ha, anche se "patologici", vanno trattati con molta delicatezza oppure (secondo molti dei miei colleghi, dall'esperienza nei casi simili) si preferisce spesso lasciarli così come sono.

Questo vuol dire che la psicoterapia non è indicata in tutti i casi del trauma psico-emotivo. Comunque, di questo Le consiglio di parlare con i vostri specialisti. Il tema è piuttosto delicato.

Dall'altra parte è importante senz'altro capire se possa essere veramente un disturbo di tipo "neurotico" (nel quale i meccanismi sovraesposti sono principali, affine ad alcuni disturbi d'ansia e post-traumatici, spesso non completamente curabili coi farmaci, ma per la quota restante curabili con la psicoterapia). Non trascurare questa possibilità e evitare di scambiarlo con un disturbo bipolare, con disturbo depressivo classico, con schizofrenia o con un problema organico.

Dunque, alle tesi che Le ho consigliato nella replica precedente si aggiunge una diagnosi differenziale in più.

Le scrivevo che questo tipo di interpretazione è anche discutibile. Sì, anche. E' discutibile, perché, a parte che è solo uno dei possibili meccanismi coi quali lo stress psico-emotivo può contribuire alla malattia, a parte questo, il ruolo stesso del trauma nella genesi delle malattie psichiche non deve essere sovrastimato.

Secondo un'opinione comune, le malattie psichiche vanno collegate a qualcosa nella vita della persona.., non possono venire "da niente".., la gente ne cerca sempre la causa, forse perché "l'inspiegabilità" della malattia ne fa soffrire di più, fa identificarsi di più con l'essere malati noi stessi o la persona a noi cara.. La gente non lo vuole: se si trova una speigazione "esterna alla persona", basata su qualcosa che con questa ppersona è successo, allora si riesce a separare meglio fra la persona e la sua malattia. Anche questo è un meccanismo difensivo. E quando si trova una causa così "evidente", come il trauma, non possiamo trattenersi dal cercare di spiegare il tutto (o la gran parte) con questo..

Così, alle idee persecutorie (che qualcuno possa fare del male) della mamma, nella luce della storia Lei facilmente rende comprensibili, ma bisogna essere pronti che sia una attribuzione erronea. Forse è molto più importante (per la relazione) che Lei è capace empaticamente capire la mamma: più importante di quanto sia logica o meno la base di tale comprensione.

Senza negare l'impatto che il trauma ha sulla salute psichica, come ho cercato di spiegare, tale razionalizzazione è anche un nostro meccanismo psicologico difensivo (molto radicato nella nostra cultura), mentre in realtà le malattie psichiche non necessariamente hanno una spiegazione.

Le esperienze traumatiche possono giocare il ruolo dei fattori precipitanti o aggravanti, ma non spiegano tutto. Anche i fattori antecedenti (fattori genetici, le prime esperienze che formano il carattere, stile di vita, altre eventuali malattie ecc.) non sono le cause, ma i fattori predisponenti, che talvolta contribuiscono ad una maggiore probabilità di sviluppare una certa malattia psichica. Possiamo cercare di descrivere anche la fisiologia e la biochimica dell'organismo ammalato, ma queste non sono le cause, ma già il processo. La realtà è che sulle malattie psichiche (come anche su molte malattie nelle altre branche della medicina) non sappiamo tutto.

Se a Lei possa essere utile, può anche leggere questo mio articolo:
https://www.medicitalia.it/blog/psichiatria/2288-5-stereotipi-sulla-malattia-psichica.html

Dunque, è senz'altro importante l'approccio preventivo, ed anche l'approccio orientato alla eradicazione della malattia, quando è possibile, ma.. non meno importante è anche l'approccio orientato al mantenimento di una certa qualità di vita, tramite la neutralizzazione della malattia e tramite l'attenuazione dei suoi sintomi (sia quando è possibile eradicarla, sia quando no).

Dunque, è importante che voi ed i vostri specialisti riusciste a farsi l'idea (la diagnosi) più chiara, trovare una cura ed il tipo di rapporto adatti a lungo termine. Però non è meno importante il monitoraggio, con l'attenzione alla fase attuale dal punto di vista più medico-psichiatrico (compresi gli aspetti neurologici). Da questo punto di vista posso capire la Dottoressa, la quale dà ora l'attenzione alla fase attuale. A breve termine, finché non si è usciti dall'episodio, tale approccio è giustificato.

Comunque, vedo che Lei si dà molto da fare, ed il Suo atteggiamento mi sembra corretto.

un saluto
[#8]
dopo
Utente
Utente
Genti.mo Dr. Gukov ,

Ringrazio davvero per la cortese disponibilità . Sempre eccellente il suo parere professionale .
Stimo la sua qualità dei Suoi scritti, sempre pratici ed efficaci per l'orientamento e rinforzo del modello educativo.

Quanto al suo stato , prevale sempre una compromissione cognitiva, rallentamento psicomotoorio e diminuizione delle capacità .

Questa è la sesta settimana. Ha sempre una lentezza nella ideazione e nei movimenti che va migliorando . mah.... con blocchi improvvisi motori. QUasi paralisi di un arto..

Prevale, ma migliora l'assenza di movimenti spontanei degli arti , del corpo e viso espressivi.

Se provo ad esempio a farle fare un respiro profondo portando ad arco gli arti superiori con mani incrociate, è scoordinata. Nel senso non riesce a farlo in simultanea. ed è circa 1 mese che ripetiamo la pratica.

Prima respira, quasi forzosamente, lenta anche nel respiro , e poi riattiva gli arti con equal lentezza me con ritardo. come spiegato.

E' lenta ad elaborare un discorso , anche una parole, povertà di linguaggio . Pur ricevendo immediatamente le interrogazioni o i discorsi altrui. COme escursioni visive , comprensione, ma senza partecipazione.
Rallentata la capacità di pensare o diminuisce.

Spesso provo a farle leggere un libro a sfondo positivo arricchito di fumetti . E' educativo , motivante, o farle ascoltare in cuffia qualche rubrica educativa anche di carattere informativo medico, durante quei dieci minuti di attività fisica domestica, in simultanea insomma. (camminata a fondo lento e alternato rapido, cuffie alle orecchie. ). O leggere una rivista, in questo caso è più riflessiva.

Quando gli chiedo di cosa si parlava nella rubrica audio circa 5-10 minuti , puntualmente è poco argomentativa.

E li penso che sia distratta da pensieri o idee superflui. Tipo, ma sarà utile quello che sto facendo, ma forse mi prendo in giro , ma .. se.. forse... devo fare le pulizie, ma sarebbe meglio se non lo faccia questo movimento, o sarebbe meglio se ritonassi alla vecchia terapia ,Valefexina efexxor e lamotrigina , tutto nella sua testa. Difatti , quando interrompo il suo pensare, può capitare che mi dice francamene che questa terapia farmacologica non sia efficace. Io la rassicuro con tenacia e rallegrandola del fatto che potrebbe essere la migliore , anche come tolleranza , se si prendesse il tempo adeguato finchè possa darle un giusto beneficio , e poi valutare secondo il consulto programmato con la terapeuta.
Cosi , rapidamente si riattiva.

La terapia adeguata 2 settimane fà è ora

Risperidone . 3mg (prima 1 compressa e poi mezza copressa alla sera)
Aumento dell'SSRI Sertralina a 100mg.
Questi li assume la sera.

Le gtt Delorazepam sono state cosi sospese gradualmente fino a 2gtt l'ultima settimana.

La sonnolenza , prevale intorno alle 21 -22 di serà .
Capita addormentarsi mentre inizia a guardare la tv sul divano , anche con la luce accesa.
Indisturbata crolla in un sonno profondo ... ed è capace anche di addormentarsi li sul divano , scomodamente per poi svegliarsi e rapidamente raggiungere la camera da letto per riposare immediatamente crolla.

Lamenta poi un risveglio anticipato ma non ha problemi nella fase intermedia o iniziale.

4-5 del mattino è il risveglio . Rimane nel letto silenziosa a fissar el'ambiente magari o chiudere gli occhi ma veglia. Questo sta accadendo in queste settimane , ma dapprima il risveglio spontaneo era verso le 6 del mattino , con lo stesso sintomo, quindi immobile nel letto o con occhi socchiusi, e di demotivazione nel riattivarsi di buon mattino. come perdita di energia.

Per questo

Probabile il ritorno all'ora solare?
Probabile sintomo da sospensine gtt prese per crca 5 settimane ?
Oppure è più probabile che visto il senso di stanchezza e sonnolenza , verso le 21 .22 , e l'addormentarsi in cucina anche con sonno continuo per un ora addensa il ritmo regolare del sonno , quindi è normale un risveglio anticipato ?

Mi ha fatto molto piacere la sua comunicaizone e lettura .
Ci dà senza dubbio incoraggiamento , e accresce la consapevolezza.

Mi scusi per il dilungamento, ho scritto tutt'unvfiato senza riflettere sull lessico , tono e sintassi, disciplina dell inguaggio scritto . Sono mie riflessioni.

Mi ha fatto piacere tenere aggiornato questo topic, ho cercato di descrivere alla lettera cosa stavo pensando in quel preciso momento . Spero di facile comprensione e che non sia troppo impegantiva questa.

Un grazie sincero e saluto cordiale.

Buon weekend
[#9]
Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Gentile Signora,
penso che bisognerebbe far rivalutare la terapia farmacologica. I sintomi a livello motorio potrebbero essere legate anche al Risperidone: possono essere gli effetti delle dosi più alte di questo farmaco, assunte prima, destinati a scomparire, ma non si può escludere che anche mezzo compressa da 3 mg (1,5 mg) dia ancora questi effetti. Il modo più sicuro è di vedere se ci sarà un miglioramento dopo la sospensione completa di tale farmaco. Come scrivevo nelle repliche precedenti, tale decisione deve essere ponderata nella luce della diagnosi. Il Risperidone è un farmaco antipsicotico, usato anche nelle fasi acute del Disturbo Bipolare, e anche nei Disturbi Psicotici. Nel caso nel quale si tratta di un Disturbo Psicotico, la necessità di un farmaco antipsicotico rimane, ma può essere valutata la possibilità di dare alla Sua mamma un altro antipsicotico, più tollerabile dal punto di vista degli effetti collaterali.

Anche la Sertralina potrebbe contribuire a tali sintomi motori. Ma lo può fare d più se associata ad un antipsicotico come il Risperidone. Per cui, il primo passo sarebbe di rivalutare il Risperidone.

La Sertralina dovrebbe essere comunque rivalutata successivamente, se non dà miglioramenti sufficienti entro un certo limite di tempo. Può darsi che sia ancora presto parlarne (sono passate solo 4-5 settimane), ma neanche aspettare tutto un altro mese ancora. Inoltre, può darsi che qualche miglioramento lento grazie alla Sertralina in realtà c'è stato, e questo bisogna che lo valuti lo specialista curante, revisitando la Sua mamma dal vivo.

La diagnosi è sempre importante, perché nel caso del Disturbo Psicotico (ed anche nel caso di un problema cerebrale organico) bisognera rivalutare più attentamente la terapia con la Sertralina, perché un antidepressivo talvolta può essere capace di peggiorare questi disturbi.

<<..Probabile il ritorno all'ora solare? Probabile sintomo da sospensine gtt prese per crca 5 settimane ? Oppure è più probabile che visto il senso di stanchezza e sonnolenza , verso le 21 .22 , e l'addormentarsi in cucina anche con sonno continuo per un ora addensa il ritmo regolare del sonno , quindi è normale un risveglio anticipato ?..>>

L'impatto della sospensione delle gocce di En è il fattore meno probabile, perché tale sospensione è stata fatta abbastanza gradualmente, e 2 gocce di En sono una dose che di per sé non avrebbe dovuto avere quasi alcun effetto (era probabilmente importante per diminuire gradualmente le concentrazioni di En che si sono create nell'organismo prima).

Le altre due Sue ipotesi, secondo me, sono abbastanza fondate.

Le consiglio di mantenere rapporti più stretti con lo specialista curante e fare più domande a lui e non via internet, perché il quadro clinico deve essere monitorato dal vivo, e anche le decisioni che riguardono la diagnosi e la cura possono essere prese solo da chi segue dal vivo la persona. L'obbiettività e la validità dei consulti via internet è limitata.

un saluto
[#10]
dopo
Utente
Utente
Grazie Dott. Gukov.

Apprezzo molto la Sua attenta considerazione e comprendo l'efficacia di un approfondito e interessato consulto dal vivo

Tutto quanto discorso ci sarà di aiuto per l'approfondimento nei prossimi appuntamenti. La speranza è riuscire a focalizzare e differenziarie la miglior diagnosi anche sulla base di questi dettagli e della sua storia. Oltre alla speranza di pronto risollevamento si spera che terapia con l'ssri indicato sia stata utile.

Mi munirò di carta stampata con uno schema e mappa dettagliati perchè a voce ci puo' essere incompatibilità specie per chi guarda troppo , la generalità dei casi, l'orologio o i paradigmi.

Considerando anche l'accertamento cerebrale organico per la prevenzione e che possa escludere problemi di questa natura.

Rimango un pò titubante al fatto che lo stesso neurologo che ho contattato a pagamento subito dopo la degenza , non abbia nemmeno accennato l'utilità di tutti gli accertamenti che eslcudessero problemi di natura organica cerebrale e l'attuale specialista pubblica, ha detto che era stato fatto tutto in ospedale ed è stato eslcuso , quando sulla carta di dimissioni non mi sembra esser stati fatti.


Quella sorta di blocco motorio dell'arto sinistro spontaneo che poi riprende su interrogazione , posso considerarla come un sintomo tipico sempre presente , mascherabile , o accettato come normalità, cosi come un rallentamento generale che si è annunciato anche nei periodi di miglioramento. manentimento pregressi.


Ho paura della demenza e sfera cognitiva e affettiva. Se provo a farle leggere poche righe di testo.molto semplici. Non riesce a comprendere il significato essenziale ma solo parole. Certo è inespressiva e magari non riesce a interpretarlo.

La frase forse impegnativa per chi non ha un grado di istruzione secondariae trascura i valori essenziali, era

Il tema era dare stimoli ai figli.


Spero in una risoluzione e non farle perdere di vista i valori primari a cui deve dare importanza , come il miglioramento del temperamento e l'affettività , la riscoperta del piacere di vivere serenamente per non aver trascurato se stessa .


Un saluto cordiale.
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