Fobia assunzione farmaco antidepressivo

Buonasera. Vado per le vie brevi al quesito che avrei urgenza di porre. Da mesi dovrei curare una depressione, con una fortissima componente ansiosa e somatizzazioni (pare) a livello gastroenterico. In passato ho assunto citalopram anche per lunghi periodi (per un DAP che si è presentato in due fasi della mia vita). Il citalopram era l'unico farmaco che non temo e con il quale avevo familairità. Purtroppo mi sono resa conto (dopo averlo sospeso casualmente e gradualmente a settembre scorso, perchè temevo fosse esso responsabile dei miei disturbi gastrici...) che, tolto il citalopram, la depressione e l'ansia sono a poco a poco arrivate a livelli da ricovero, MA (NON è un MA leggero) mi sono SCOMPARSI dei dolori cervico-dorsali (mialgie contratture, anche dovuto a intenso BRUXISMO notturno da malocclusione) che mi torturavano da 3 anni e per curare i quali non vi dico cosa non ho fatto (agopuntura, ginnastica, massaggi, infiltrazioni, tutto per ridurre l'uso di antidolorifici) , oltre ad avere contribuito (questi dolori) a inficiare pian piano la mia qualità di vita. Ora sono nel blocco più totale. Sto male, ma davvero tanto. Al tempo stesso non posso più fidarmi dell'unico farmaco che potrei accettare. Ho fatto blandi tentativi di prendere cipralex (a metà pasticca ricompariva il bruxismo e i dolori) e zoloft (terribile peggioramneto dei miei problemi allo stomaco, componente non da poco). La mia psichiatra insiste da mesi sulla VELAFAXINA...Ne sono terrorizzata per le esperienze che leggo ossessivamente su interbet di persone che l'hanno sperimentato e per il fatto, soprattutto che non esiste in formulazione in gocce. La domanda è : ditemi, vi prego (ho pensato anche di parlare con i farmacisti o comperare un bilancino di precisione) che posso aprire la capsula e introdurre dosi almeno all'inizio omeopatiche. Ditemi che si può fare, in modo razionale. Altrimenti non so davvero come uscirò da questa situazione. ho provato anche deniban (immediati problemi seri al seno) e non riuscirei mai a mettere in bocca un triciclico. grazie
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Gentile utente

Non può aprire la capsula ed assumere il contenuto a caso in quanto lo stesso contiene anche prodotto non terapeutico oltre alla venlafaxina.

https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/

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Dr. Gianluca Rosso Psichiatra 17 1
Buongiorno,
esistono varie formulazioni in gocce di un farmaco della categoria ssri che non risulta dal suo racconto che lei abbia assunto: la paroxetina. e' indicato per il trattamento sia del disturbo di panico che della depressione.
Ne parli con il suo specialista, potrebbe essere utile nel suo caso data la possibilità di lenta titolazione.
Cordiali saluti

Prof. Gianluca Rosso

[#3]
dopo
Attivo dal 2012 al 2013
Ex utente
Grazie per le risposte.
che cosa significa che la capsula contiene anche prodotto "non terapeutico"? Non potrei farlo almeno per i primi due giorni, di svuotare in parte la capsula, per verificare se mi da problemi di allergia oppure se mi manda l'ansia alle stelle o peggiora il mio stomaco già martroriato (da giugno sopporto un tormento che mi ha portato anche esso a tale condizione).

La paroxetina l'avevo presa in considerazione, ma rispetto ai sintomi da sospensione ho letto testimonianze da panico, oltre al fatto che, se non ho capito male la paroxetina è la molecola che ha maggiori interferenze con altri farmaci che potrebbe presentarsi l'eventualità che io debba prendere.

Tutti gli SSRI danno problemi di bruxismo e artralgia, mialgia, che voi sappiate? O meglio, visto che il citalopram a me lo ha fatto, è questa una indicazione che anche le altre molecole possano ripresentarmi lo stesso problema? un bite notturno può aiutare? Oppure , è possibile che io abbia assunto il citalopram negli ultimi 3 nni un po' sotto dosato paradossalmente? a volte 8 gocce, a volte 5 a volte pasticca intera, a seconda di come mi sentivo, L'obiettivo per me era sempre toglierlo di mezzo, perchè mi sembrava un tempo troppo lungo dal 2008. E comunque dalla ricaduta che ebbi allora, ho il sospetto, non mi sono mai risollevata davvero...

Sono disperata, in un vicolo cieco senza uscita. A volte spero solo che la disperazione cresca ancora di più e mi porti a porre fine a questo stato dal quale, lo so, non è possibile per me uscire. Ciò che mi aspetta è solo peggiorare, o per via del farmaco che peggiorerà i miei sintomi o per via della paura di non assumerlo che mi porterà al crollo totale.

Preciso che sono in analisi da 15 anni...è possibile avere fasi così devastanti ciononostante? oppure ho buttato la mia vita in una terapia fallimentare?
grazie
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