La psicoterapia sono andata avanti quasi un anno

buonasera,sono una ragazza di 28 anni e soffro si di ansia da 7 anni ho iniziato con terapia farmacologica con entac 5mg al die,per due anni eseguendo per circa 6 mesi psicoterapia che però non mi ha aiutato,però con la terapia farmacologica sono stata bene fino a che nel 2008 ho avuto altre crisi di ansia,con tremori agli arti,e allo stomaco,nausea ,vomito,tachicardia,insonia e crisi di pianto.
Sono andata così in un cps dove la psichiatra mi ha detto di prendere entac da 10mg e di fare psicoterapia,come sempre la terapia farmacologica funziona,ma la psicoterapia no visto che mi sono trovata male;a distanza di mesi ho deciso di seguire una psicoterapia in quanto l'università dove studiavo mi creava dei problemi con i professori dicendomi di non saper ragionare così con l'aiuto della psicologa ho fatto dei test sicotudinali dove sono risultati normali,ed infine ho eseguito un controllo con un psichiatra per vedere se la terapia andava bene.mi disse di prendere citalopram che era più specifico per l'ansia da 20mg.Ho avuti dei problemi all'inizio con la terapia farmacologica alcuni effetti collaterali poi sono passati;con la psicoterapia sono andata avanti quasi un anno e devo dire che mi ha aiutato. Nello stesso anno però ho incominciato ad avere attacchi di panico di notte ,mi svegliavo con tachicardia,fame d'aria,aumento della PA vertigini e fischio alle orecchie,durava pochi secondi e poi passava,dopo questi attacchi mi prendevo qualche goccia di lexotan e mi sentivo meglio.
non sono mai andata in ospedale anche perchè sapevo il motivo degli attacchi anche se all'inizio mi spaventavo molto,ma grazie ai miei genitori che sono due infemieri mi sentivo più tranquilla.
Questi attacchi sono durati per quasi un mese sempre di notte poi sempre più sporadicamente,perchè quello che lo scatenava era la mia paura di morire,se sentivo un dolore lo amplificavo finendo con questi attacchi.
sono passatti tre anni senza ansia e rari attacchi di panico,così dopo essermi laureata il 19 marzo 2013 ho deciso che stavo bene quindi di mia iniziativa ho iniziato a sospendere citalopram prendendo la pastiglia un giorno si e uno no per quasi tre settimana,ma dopo pasqua ho iniziato a sentirmi di nuovo male,con tremori allo stomaco,nausea vomito,nodo in gola,tachicardia,tremori agli arti,sensazioni di calore,insonia e crisi di pianto;dopo tre giorni così ho preso l'appuntamento con un psichiatra psicoterapeuta che mi ha detto che sono cose normali per chi ha l'ansia e che non dovevo sopenderla in questo modo la terapia,ed in fine mi ha cambiato la terapia farmacologica con venlafazina 75mg da prendere al mattino a stomaco pieno,ora lo so che per fare effetto devo aspettare almeno 10 giorni,ma quello che vorrei sapere se questa terapia può all'inizio aumentare i sintomi come tremori e sensazioni di calore oltre secchezza delle fauci che mi aveva avvertito lo specialista.Un altra cosa si può prendere levobren per togliere un po' di ansia e tremori allo stomaco.
grazie
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Dr. Matteo Preve Psichiatra, Medico delle dipendenze, Psicoterapeuta, Farmacologo 410 11 13
Gentile utente,
mi chiedevo come mai tende a sospendere la terapia visto che la sospensione non le ha portato un beneficio nel passato?
Apparte ciò venlafaxina a rilascio prolungato, al dosaggio che lei deve assumere, ha degli effetti collaterali sovrapponibil agli altri due SSRI che ha assunto.
Credo che per l'assunzione del levobren debba sentire il suo medico di fiducia, in quanto l'assunzione e prescrizione di qualsiasi faramco deve essere valutata attentamente dallo specialista di riferimento in base al suo quadro clinico.
Cordiali saluti.

Dr. Matteo Preve
Specialista in Psichiatria e Psicoterapia Cognitiva

[#2]
dopo
Utente
Utente
Grazie dottore per la sua risposta.
ho deciso di sospendere il psicofarmaco perchè mi sentivo veramente bene e soddisfatta,inoltre lo assumevo da parecchi anni,la mia paura e che a lungo andare per poter vivere debba sempre assumere farmaci e questo mi spavente perchè vuol dire che non sono in grado di reagire alle cose della vita,inoltre continuando così faccio soffrire i miei famigliari.
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Dr. Matteo Preve Psichiatra, Medico delle dipendenze, Psicoterapeuta, Farmacologo 410 11 13
Gentile utente,
assumere un farmaco non vuol dire essere incapaci a reagire o essere incapaci a gestire qualcosa. Si faccia una domanda e si dia una risposta: Penserebbe di non sapere gestire il suo cuore se prendesse un antiipertensivo? Assumere una terapia significa poter esprimere al meglio quello che si è in quanto quello che è patologico e che sarebbe ingestibile per qualsiasi persona viene regolato dalla terapia.
In che senso fa soffrire i familiari??
Cordiali saluti.
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dopo
Utente
Utente
grazie per la sua risposta mi consola un po' visto il mio stato d'animo in questi giorni.
Vede so che dovrei reagire ma a volte è difficile e mi viene da piangere, i miei mi aggrediscono dicendomi che è tutta la mia testa e di non pensare troppo,addirittura mia madre mi dice che per stare in pace mi farebbe rinchiudere in spdc visto che la sto facendo impazzire;
io lo so che sono pesante ma,mi viene spesso questa crisi dove comincio a pensare se riuscirò ad uscirne e tornare come prima.
Tutta questa ansia mi sta disarmando i sintomi che sento non riesco a gestirli sempre,come i tremori allo stomaco,la perdita di appetito la nausea e questo gnocco in gola che non va ne su ne giu e tutto questo si amplifica di più verso sera,sono esasperata!!
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Dr. Matteo Preve Psichiatra, Medico delle dipendenze, Psicoterapeuta, Farmacologo 410 11 13
Gentile Utente,
credo che i suoi familiari stiano cercando a loro modo di aiutarla. Molto spesso queste malattie si riflettono nell'ambito interpersonale familiare ed i familiari stessi sono in difficoltà per riuscire a meglio consigliare il familiare che ha un problema portando così a maggiori attriti.
Le consiglio comunque di rivolgersi ad uno specialista che possa in questo modo consigliarla e aiutarla a risolvere i suoi problemi.
Cordiali saluti.
[#6]
dopo
Utente
Utente
grazie per la sua risposta seguirò il suo consiglio,sperando di poter migliorare.
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