Pensieri suicidi e antidepressivo

Salve. soffro di depressione da parecchio tempo, solo che ultimamente la cosa è aumentata di molto, tanto che ho iniziato ad avere pensieri suicidi abbastanza spesso nell'arco della giornata.
da maggio prendo un antidepressivo (laroxyl 4 goccie la mattina) poi ho smesso perchè il mio dott di base mi aveva detto di prenderlo per due settimane.
ora ho ri-iniziato ad assurmelo da circa 5 giorni...ho prenotato una visita psichiatrica che però mi devono ancora dire il giorno esatto e mi hanno detto che comunque sarebbe difficile iniziare una psico-terapia perchè non è così semplicee
la mia paura è che mi diano solamente un antidepresssivo nuovo solo che nel momento in cui smetterò di prenderlo, tornerò a star male? cioè...io sono dell'idea che oltre a prendere farmaci, dovrei cercare di risolvere o meglio capire i motivi per cui sto male, senza fermarmi solamente farmaci perchè appunto ho paura che nel momento che smetto di prenderli le cose tornino come rpima...sbaglio?
grazie
distinti saluti!
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Dr. Roberto Di Rubbo Psichiatra, Psicoterapeuta 1.1k 24 4
Gentile Utente,
ciò che afferma è, in parte, condivisibile. La terapia farmacologica, quando appropriata, le consente di stare molto meglio e trovare spontaneamente modalità di adattamento alla vita migliori, che rappresentano effettivi cambiamenti. Ovviamente la psicoterapia rappresenta uno strumento di cambiamento molto più adeguato. Fa bene quindi a cercare di risolvere il suo problema, oltre che con la farmacoterapia, anche con la psicoterapia. lo psichiatra che vedrà saprà aiutarla in questo suo obiettivo.
cordialità,

Dr. Roberto Di Rubbo

[#2]
dopo
Utente
Utente
Ringrazio molto per la sua risposta!
Volevo chiedere un'altra cosa; è da un po' di giorno (circa tre) che sto pensando di prendere un mix di farmaci con alcool perchè ho letto che è un modo abba sicuro di farla finita.Però ho ancora una piccola parte razionale del mio cervello che mi dice di aspettare; l'altro giorno durante la chiamata per prenotare la visita psichiatrica mi hanno detto che appunto mi sapevano dire per l'appuntamento ma che però se stavo veramente male potevo richiamarli, o andare al pronto soccorso ( e li mi farebbero parlare con qualcuno) o di chiamre il mio medico. Ora non so cosa fare...questo pensiero di mix di farmaci c'è...ma non so se chiamando qualcuno ( e non so chi) mi rendo solamenete ancora più banale di quanto già sia, perchè forse non è così urgente da richiedere una chiamata...non so più niente.
grazie comunque...
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 3.9k 196 21
Gentile utente,
la terapia consigliatale dal medico di base era insufficiente come dosaggio (8 mg invece di almeno 50 mg/die), il farmaco è vecchio, efficace alla dose terapeutica (che lei non ha mai assunto) ma con molti effetti collaterali. Oggi ci sono antidepressivi ben più efficaci e maneggevoli. In più sospendere dopo due settimane non ha senso, dato che gli effetti iniziano dopo almeno 3 settimane.
Conclusione: in realtà non si è mai curata.
L'antidepressivo (alla dose e per il periodo di tempo giusto) CURA, non è solo un sintomatico. E' dimostrato che agisce con meccanismi diversi ma allo stesso modo di una psicoterapia ben fatta, quindi CAMBIA qualcosa nel cervello, nel modo di vedere e valutare le situazioni, alla fine della cura la persona diventa più forte e non ha più bisogno dell'impalcatura costituita dal farmaco e/o dalla psicoterapia.
Quello che ci/si sta chiedendo è se il suo problema è abbastanza importante, se lei è abbastanza importante da richiedere un intervento più urgente e un'attenzione particolare, perché si sente "banale".
Le consiglierei di recarsi comunque al PS, parlare con un'altra persona e per di più qualificata è senz'altro meglio che rimanere in casa a rimuginare brutti pensieri.
Ci tenga al corrente.

Franca Scapellato

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dopo
Utente
Utente
salve dott.ssa Scapellato. la ringrazio per la risposta datami e la ringrazio per la spiegazione relativa ad un atidepressivo e alla sua azione.
Ha afferrato in pieno quello che io mi chiedo ( e se cioè sia io che il mio problema siamo abbastanza importanti per recarmi a parlare con qualcuno prima dell'appuntamento che mi hanno riferito poco fa è tra 6 giorni, e di chiamare o loro o qualcuno se ho bisogno); sinceramente, e mi scuso ma so di essere abbastanza ignorante come persona, non capisco il suo "comunque" nel dirmi di andare in PS.( nel senso di andarci anche se in realtà non ho motivo??)
tra 6 gg circa ho la visita e la mia parte razionale sa che riesco a resistere da strane tentazioni però l'altra mia parte no.. ed è questa che mi fa paura perchè molte volte prevale sull'altra. mi sto informando in internet dei metodi più efficaci e indolori ma sinceramente non trovo molto.
Mi sento persa, stupida e sono molto stanca. sono due settimane che dormo 4-5 ore a notte; il cuore inizia a battere velocemente da solo, mi sento un peso forte nel petto come se respirare fosse pesante e a volte, quando mi sento un nodo fortissimo alla gola iniziano a tremarmi le gambe.
quando provo a fare qualcosa in casa( es pulire ecc) inizio a sentire dentro come un'agitazione ma non so di cosa precisamente...so solo che mi sento agitata per niente, la maggior parte del tempo invece mi sento un vegetale, zero voglia di fare, di parlare, di tutto.
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 3.9k 196 21
non capisco il suo "comunque" nel dirmi di andare in PS.( nel senso di andarci anche se in realtà non ho motivo??)
"Comunque" anche se ha il dubbio che i suoi problemi non siano così urgenti, quindi proprio l'opposto: la sua autostima è un po' bassa, credo.
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Dr. Roberto Di Rubbo Psichiatra, Psicoterapeuta 1.1k 24 4
Gentile Utente,
mi sembra di capire che lei ponga almeno due quesiti: uno riguarda l'efficacia delle cure ed il modo in cui agiscono, l'altro riguarda la pesantezza dei sintomi che accusa e, di conseguenza,l'urgenza dei provvedimenti da prendere.
Circa il primo mi sentirei di dirle che una terapia efficace, che lei sembra non aver fatto, a giudicare da ciò che racconta, l'aiuterà senz'altro, a prescindere dai meccanismi d'azione dei farmaci sulle cellule cerebrali; un ulteriore aiuto le verrà dalla psicoterapia se, consigliata dal suo curante, eventualmente la farà.
Circa il secondo, se i sintomi che avverte sono troppo pesanti da sopportare non esiti a farsi vedere in pronto soccorso, riceverà un inquadramento ed un aiuto per il suo problema che senz'altro la sosterrà fino al momento della visita che ha programmato.
Cordialità,