Una relazione folle

Salve, confido nella sensibilità e attenzione dei professionisti perché per richiedere il mio consulto devo inevitabilmente raccontare la mia storia, con sintesi obbligatorie. Tre anni fa conosco un uomo, con grande charme, seduttore e bellissimo. Si instaura una relazione molto forte, dopo 2 mesi mi chiede di sposarlo, accetto, l anno dopo diciamo il nostro si. Aveva molte relazioni alle spalle, convivenze, iniziate in modo molto forte e chiuse in modo molto brusco, senza possibilità di apertura, sapevo e speravo di essere la sua svolta. Appena sposati mi confida una serie di paure che lo attanagliavano da anni. E che lo facevano stare male, affronta la cosa con un medico che gli da una cura con dosaggi molto alti ( ricordo lamictal, maveral, en e trittico, non so se ho scritto sbagliato). Spesso mi accorgevo di piccoli furterelli. Un giorno ruba qualcosa di più significativo e viene licenziato. Nel suo passato c erano stati spesso cambiamenti di aziende e licenziamenti. seguono due anni vissuti in modo folle, buoni propositi, ma pochissime azioni per cercare lavoro, se non idee mai portate a termine. Finiscono i soldi e si appoggia ai miei pochi guadagni, parlando di buoni propositi di cose che avrebbe fatto. Ci sono stati anche molti picchi depressivi. Notti insonni e dormite fino a pomeriggio. Ovviamente il nostro rapporto ne risente ma io tengo duro, credo in lui. Negli anni ho visto anche delle esplosioni di rabbia, che non tenevano conto del contesto in cui si trovava, smette la cura e va giù con l umore. Riprende dopo qualche mese con dosaggi molto più bassi visto che i precedenti lo facevano dormire troppo.
Con me era molto dolce, io spesso mettevo in discussione il nostro rapporto per la sua nullafacenza. Fatto sta che un giorno, dopo un litigio, mi dice che non mi ama più ( i giorni precedenti ero la sua vita). E comincia la sua folle fuga. Senza possibilità di accesso. Esattamente come ha fatto in passato con altre. Chiusura totale con convinzione forte. La sua idea che non mi ama cresce giorno dopo giorno, furiosamente. Senza possibilità e io mi vedo esattamente come tutte le altre, viene da una famiglia altamente disturbata: due fratelli schizofrenici, madre anaffettiva, padre bipolare. Con la madre ha un rapporto di amore ed odio legato molto spesso al denaro. Il punto e' che nonostante questo quadro drastico io soffro molto. Mi chiedo cos ha quest uomo, cosa sono stata io, che possibilità ha di vivere la sua vita in modo NORMALE. Mi chiedo se considerare la sua fuga la mia salvezza o se sperare che torni (anche se seguendo il suo rituale non lo farà) e seguirlo in una cura. Ma principalmente che patologia ha. Io nei vari referti di vari medici ho letto un po' di tutto, bipolare, disturbo ossessivo compulsivo, di personalità e anche de personalizzazione o una cosa simile. Tutte queste cose insieme cosa sono. Io posso fare qualcosa o lasciarlo al suo destino? Sono combattuta una parte di me soffre. È' diventato un altro. A voi
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Dr. Roberto Di Rubbo Psichiatra, Psicoterapeuta 1.1k 25 4
Gentile Utente,
per quanto non si debba mai smettere di credere nella forza dell'amore ci sono situazioni di grande sofferenza mentale che non sempre hanno soluzione o che per cambiare richiedono quantità di energia enormi. Non so dire quale esattamente sia la patologia del suo ex (?) marito, ma quelle che lei ha elencato non dovrebbero discostarsi molto dalla realtà. L'energia che lei ha a disposizione potrebbe cambiare la situazione? Se si perchè non è accaduto? A volte ci vuole coraggio a fermarsi.
Cordialità,

Dr. Roberto Di Rubbo

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