Ansia e acatisia

Salve, sono una paziente di 22 anni che da 5 anni soffre di disturbi gastrointestinali cronici, che però sono stati curati "male", a causa di diagnosi sbagliate fino a poco tempo fa...

Nel corso di questi anni, sono stata anche ricoverata in un reparto psichiatrico presso un ospedale pubblico, poiché avevo iniziato a soffrire di ansia ed attacchi di panico e pensavano fosse quest'ultima la causa dei miei disturbi (ma anche sotto terapia farmacologica, in seguito si accorsero che mostravo i medesimi sintomi).

Dopo il ricovero in psichiatria ed il day ospital, ho iniziato a soffrire anche di Agorafobia (faccio fatica a stare fuori di casa, affrontare spostamenti e trovarmi in mezzo alle persone), fobia sociale, paura degli ospedali, paura dei medici, paura di stare male, paura di assumere terapie farmacologiche; al punto che ora solo la vista di un camice o di una cartella clinica mi mettono in seria difficoltà.

Da qualche giorno, dopo l'ultimo giro in pronto soccorso a causa dei miei disturbi fisici (avvenuto qualche settimana fa), dopo la somministrazione di un farmaco che mi provoca effetti collaterali tra i quali acatisia (il plasil), il medesimo disturbo sembra perseguitarmi in forma lieve, con irrequietezza, agitazione, ansia e sensazione di non poter stare a lungo ferma, di preciso, mi viene molta ansia a stare sdraiata.

Il problema si è ripresentato ieri pomeriggio, poco dopo aver assunto il 3° misurino di Aloe vera, unica variante nella mia dieta da due giorni a questa parte.

Al momento non sto assumendo nessun tipo di farmaco in vista della colonscopia, a parte quelli d'emergenza (come inibitori della pompa protonica, antiacidi, antispasmodici).

Credo, di avere la paura di stare male per poi ritrovarmi nuovamente in ospedale, e questo, come ben so, non fa bene a qualsiasi processo infiammatorio di stomaco ed intestino io abbia in corso, poiché sono consapevole del fatto che ansia e tensione non fanno che aggravare il mio problema.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.2k 1k 63
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.6k 993 248
Gentile utente,

In riferimento al problema, gastrointestinale, quale diagnosi alla fine è stata fatta ? Parla di processo infiammatorio ma lo presenta come un'ipotesi oppure c'è un processo infiammatorio ?

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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dopo
Utente
Utente
C'è un procrsso infiammatorio in corso; per quanto riguarda lo stomaco, ernia jatale, mentre per l'intestino devono ancora verificare (tramite colonscopia).

Vorrei essere aiutata, ma non so come, ne cosa fare visto che mi fa paura tutto ormai... più vado avanti, e più fobie e paranoie si stanno accomulando...
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.2k 1k 63
Nel frattempo andrebbe effettivamente chiarita la situazione clinica riguardante i disturbi intestinali.

Poi potrebbe considerarsi un trattamento psichiatrico specifico per i disturbi d'ansia.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.6k 993 248
Gentile utente,

L'ernia jatale produce un processo infiammatorio nella parte inferiore dell'esofago, non necessariamente sintomatico.

Sintomi gastrointestinali non indicano necessariamente una infiammazione. I termini "gastrite nervosa" o "stomaco irritabile" non indicano una infiammazione ma spesso uno stato di alterata motilità e secrezione dei tratti intestinali.
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