Ansia e attacchi di panico - cambiare cura, aiuta?

Buongiorno.
Da anni sono in cura per ansia, attacchi di panico, disturbi dell'umore.
Vorrei chiedere se cambiare "strategia farmacologica" può aiutare. Mi spiego meglio:
attualmente prendo la paroxetina, che già presi nel 2007 sino al 2009 con buoni risultati (20mg/giorno). Lo specialista, data poi - nel 2009 - una recrudescenza della situazione, ha sostituito la paroxetina con il citalopram, del quale non ricordo la dose (ma credo la "minima"/giorno), sino al 2011, anche qui' con buoni risultati. Da fine 2011 sino a fine 2013, data una ulteriore recrudescenza (sembra ciclica) dello stato d'ansia e degli attacchi di panico, ha optato per la sostituzione con la duloxetina 60mg/giorno. Da fine 2013, data ancora una nuova recrudescenza, siamo ritornati alla paroxetina (prima 20, poi 25, ora 30mg/giorno), ma gli effetti positivi che notavo negli anni trascorsi, dopo le prime 3/4 settimane di cura, non la sto ri-notando (ora sono a circa 5 mesi di cura con la paroxetina). Inoltre, a gennaio feci anche delle iniezioni di Liposom forte e, qualche giorno fa, ho terminato un ciclo di dieci iniezioni di samyr (su indicazione dello specialista, questo perché l'ansia, la paura, i pensieri, non mi danno un buon tono dell'umore).
1)Può essere che la paroxetina, già presa nel periodo 2007/2009, possa non avere più quell'effetto positivo che ebbe a suo tempo?
2) Intendo chiedere se un paziente curato con un farmaco e poi, a distanza di anni, risomministrare quel farmaco, potrebbe portare al non dare gli effetti desiderati che portarono a miglioramenti?
3) In questi casi, sarebbe meglio cambiare molecola, aumentare la dose oppure accostare altri farmaci?
Vorrei un vostro parere per poi parlarne col mio specialista, e sapere, se in base alle vostre esperienze, in questi casi il paziente ha avuto maggiore beneficio dal cambio farmaco, dal cambio posologia o dall'integrazione con altri farmaci.
Aggiungo che ho sempre accostato degli ansiolitici, nei primi mesi di cura, sino a sospenderli sulla base delle indicazioni del medico. Da fine 2013 ad oggi, invece, non ho ancora smesso di prenderli, sempre su indicazione del medico, perché appunto non sento benefici, mi trovo molto ansioso e pauroso in diverse situazioni.
Ringrazio per le informazioni che vorrete darmi, sulle vostre esperienze.
[#1]
Dr. Marco Paolemili Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 233 6
Può accadere a volte che una cura con un farmaco che in passato aveva dato buoni risultati, non risulti efficace come prima. Una spiegazione univoca non c'è, probabilmente il nostro cervello è in continuo cambiamento e così può cambiare anche la risposta che le sue cellule hanno ad una molecola. Vero anche che non tutti gli episodi sono uguali a precedenti e che quindi anche gravità, durata e evoluzione si differenziano e condizionano la risposta ai farmaci. Per fortuna le alternative farmacologiche sono tante e ed è anche possibile abbinare più farmaci. Non esiste una ricetta giusta per tutti, bisogna trovare quella giusta, anche con la collaborazione tra medico e paziente.

Dott. Marco Paolemili
Specialista in Psichiatria e Psicoterapia Cognitivo Comportamentale
www.mens-sana.biz

[#2]
dopo
Utente
Utente
Grazie mille per la sua cortese risposta, Dr. Paolemili.
Ho già intenzione di vedermi con il mio medico, la prossima settimana, per potergli meglio spiegare che non sto trovando miglioramenti o progressi.
Può essere che, quindi, egli ritenga maggiormente opportuno aumentare la posologia o cambiare farmaco?
Ho inteso molto bene la sua risposta, quello che cerco ora di capire e' se "normalmente", per esperienze pregresse, si opta per un caso o per l'altro.
Grazie ancora è buon prosieguo di giornata.
[#3]
Dr. Marco Paolemili Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 233 6
Dato che ha provato anche alcune aggiunte di terapie (Liposom e Samyr) forse sarebbe meglio optare per un altro farmaco su cui basare la terapia
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