Problemi dell’attenzione e della concentrazione

Salve, ho un problema che non riesco ad identificare. Ho 36 anni, altezza 1,80 e peso 83kg, da sempre ho dei problemi dell’attenzione e della concentrazione… elencherò i problemi che vivo quotidianamente e che a oggi comincio a pensare che non siano cosa normale:
quando leggo alcune volte mi capita di dover rileggere 2 o 3 volte la stessa frase per coglierne il significato, a volte dimentico quello che avevo letto qualche pagina prima e devo ricominciare daccapo. Quando studio sui libri impiego moltissimo tempo…
Quando sono in momenti di tensione psicologica come litigi, esami (e in modo blando di socializzazione con estranei), succede che , la mia mente si svuota e non ricordo più quello che avrei da dire, a volte dimentico ogni parola che mi vien detta nel momento in cui sento la successiva… quando sono sotto esame (non solo scolastico) non riesco ad elaborare le informazioni ricevute quindi non riesco a trovare soluzioni anche se poi queste in realtà sono semplicissime. E frequento che nei momenti di forte tensione con le persone a me vicino, riesco a non ricordare le motivazioni per cui è nata la discussione.
In questi momenti mi sento sempre stanchissimo come se non dormissi da giorni, a volte quando discuto con la mia compagna chiudo gli occhi e mi addormento; se non posso farlo rimango stordito in attesa che tutto passi...
A volte perdo gli oggetti come le chiavi di casa, il cellulare e non riesco a spiegarmi come fosse possibile dato che un minuto prima erano nelle mie mani… Fortunatamente riesco a ritrovarli ma non prima di aver girato tutta la casa 3 o 4 volte (non è per dire)…
Ho problemi da sempre a memorizzare informazioni come nomi delle persone… a volte faccio le stesse domande agli amici e poi quando mi rispondono ricordo che mi era già stato detto…
A volte mi vengono dei capogiri improvvisi e nell’ultimo anno ho notato che la frequenza è diventata quasi giornaliera…
Quello che vorrei chiedervi è se queste problematiche fossero in qualche modo legate e se ci fosse qualche modo per attenuare i loro effetti sulla mia vita quotidiana.
Grazie
[#1]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.6k 993 248
Gentile utente,

Potrebbe avere, ad esempio, un problema di ossessività, che le genera una preoccupazione rispetto ad ogni passaggio del suo pensiero, con conseguente ingolfamento o rallentamento, o interferenza con i processi più comuni, senza conseguenze finali ma con affaticamento e lentezza esecutiva.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
dopo
Utente
Utente
Innanzitutto la ringrazio per avermi risposto così velocemente. Vorrei risponderle dicendo che non era la risposta che mi aspettavo… Sono andato a cercare qualche informazione riguardo il disturbo ossessivo compulsivo e ho trovato dei tratti in comune con i miei problemi come la mia precisione maniacale nel fare le cose, come i tic in età giovanissima (6-15 anni) oppure anche il camminare sul centro delle mattonelle (anche se non sempre e per forza), come la ricerca di simmetria nelle cose che faccio… A 13 anni ho imparato a suonare la chitarra e da allora ho risolto molti dei miei problemi come i tic o il controllo selle emozioni negative ma da allora suonare ogni giorno è un piacere ma anche un obbligo e per questo evito di svolgere lavori o di fare viaggi che me lo impediscano… Oggi la musica è anche il mio lavoro quindi non mi piacerebbe e comunque non potrei evitare di dedicare del tempo per suonare anche se spesso è un atto ripetitivo… trovo anche riscontro su cause legate all’infanzia come la rigidità eccessiva dei genitore. Secondo lei come dovrei agire per fare si che le cose migliorino? Poi mi piacerebbe sapere se secondo lei i problemi che ho indicato fossero tutti riconducibili ad un problema di ossessività o ci fosse qualcosa che potrebbe essere legata a qualcos'altro?
[#3]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.6k 993 248
"Vorrei risponderle dicendo che non era la risposta che mi aspettavo…"

Ne ero certo. Si intuiva dalla presentazione, spostata sui vari aspetti come altrettanti fronti di preoccupazione.

Non è cercando i tratti in comune comunque che si imposta una diagnosi, ma è cercando le caratteristiche nel caso specifico, come prima cosa.

Il modo di agire è curarlo. Quella che ho fatto è semplicemente un'ipotesi, la visita psichiatrica utilizza altri elementi di osservazione diretta e raccoglie altre notizie utili.