Antidepressivo ssri e cardioaspirina

Esimi dottori, gradirei conoscere la vostra opinione sul mio caso forse un po' insolito anche per la mia non giovannissima età. A ridosso della pensione, oltre due anni fa, ho avuto un infarto risolto con angioplastica e posizionamento di uno stent. A seguito di tale infarto il mio stato ansioso (ormai vecchio di moltissimi anni, credo sin dalla prima infanzia) si è alquanto accentuato con qualche attacco di panico. Ho fatto uso per più mesi di benzodiazepine con buoni risultato (due compresse di xanax da 0,25 al giorno), ma senza risolvere in via definitiva il problema. Adesso assumo solamente, al momento di andare a letto, mezza compressa di stilnox. Il mio psichiatra, rilevato il mio continuo stato ansioso, ha deciso così di tentare con un antidepressivo (anche se io fondamentalmente non credo di essere un depresso) prescrivendomi il sereupin ad iniziare da mezza compressa da 20 mg al giorno oltre lo xanax al bisogno. Il quesito che pongo è questo: dal "bugiardino" allegato al farmaco antidepressivo leggo che gli SSRI possono accrescere il rischio di sanguinamento quando sono somministrati in concomitanza con anticoagulanti come l'acido acetilsalicilico, che io regolarmente assumo in ragione di 100 mg al giorno (cardioaspirina), unitamente a qualche statina (torvast) e ad un ipertensivo (norvacs). Da qui i miei dubbi. Cosa fare? Cosa rischio? Il mio psichiatra sostiene che i pazienti non dovrebbero mai leggere le avvertenze ai medicinali che spesso esagerano in malo modo, anche al fine di ridurre al minimo le responsabilità delle case farmaceutiche. Ma è proprio così? O magari è il caso di ritornare all'assunzione quotidiana delle benzodiazepine, forse più sicure da questo punto di vista, ma con il non trascurabile inconveniente dell'assuefazione e dipendenza psicologica (ci sono già passato)? Un sentito ringraziamento a chi vorrà cortesemente rispondere.
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Medico Chirurgo attivo dal 2006 al 2006
Medico Chirurgo
Gentile Utente,
il quesito da lei posto è interessante, anche se forse non possono ancora fornirsi risposte univoche.

Le posso dire dal punto di vista farmacologico che è vero che la paroxetina può inibire l'aggregazione piastrinica; e questo è un meccanismo simile a quello con cui agisce l'aspirina al dosaggio di 100 mg.

Alcuni studi portano avanti la tesi che la paroxetina sia "protettiva" nei confronti di malattie cardiovascolari come l'infarto...proprio per quanto sopra detto.

Il suo dubbio non è infondato, nel senso del timore di un "eccesso di scoagulazione".

Tuttavia il suo psichiatra le ha prescritto di iniziare con mezza cpr da 20 mg di paroxetina e questo può dare il tempo per eventuali controlli sulla coagulazione.
Aiuti i medici illustrando eventuali sue condizioni di richio emorragico (ulcera gastrica o duodenale, pregressi ictus, interventi chir, emorroidi, patologie epatiche ecc).

Dirle che molti pazienti seguono una terapia con antiaggregante e antidepressivo di quel tipo senza danni, non la lascia tranquillo; ed è comprensibile trattandosi di lei in prima persona.

Prima di iniziare la terapia esponga il quesito allo psichiatra chiedendogli di aprire un dialogo col suo cardiologo o con suo medico di medicina generale o viceversa, se vede delle resistenze.
Non abbia timore, la sua domanda non è poi così "nevrotica", se è questo che temeva.

Medici specialisti psichiatri o cardiologi iscritti al sito potrebbero fornire risposte più certe o un'esperienza più lunga.

con i miei più cordiali saluti

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dopo
Utente
Utente
La ringrazio tanto Dott. Mittiga della sua risposta molto chiara e tempestiva. Cercherò di seguire i suoi consigli. Aggiungo di non avere alcun tipo di ulcera (forse solo un po' di acidità per via della cardioaspirina che prevengo con il maalox), nè fortunatamente pregressi ictus o quant'altro. Intanto, spero di leggere qualche altra risposta in questo sito da parte di uno psichiatra o cardiologo quanto prima.
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dopo
Utente
Utente
E' possibile avere in proposito l'opinione di uno psichiatra? O di un qualsiasi altro specialista che abbia avuto esperienze del genere? Per me sarebbe molto importante. Sono alquanto confuso e non so davvero se iniziare la cura o meno. Grazie.
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Psichiatra attivo dal 2005 al 2011
Psichiatra
Gentile Signore,
nelle avvertenze del Sereupin è raccomandato di assumere con cautela il farmaco in concomitanza con l'assunzione di anticoagulanti o di antiaggreganti piastrinici. E in effetti mezza compressa al giorno mi sembra un dosaggio prudente, magari da mantenere e non aumentare. Contemporaneamente può periodicamente sottoporsi a controlli pe la valutazione della coagulazione.
Infine le ricordo che la paroxetina (Sereupin) è certamente un antidepressivo, ma trova anche indicazione negli attacchi di panico.

Cordiali saluti
Dott. Valerio Giannattasio

http://www.luoghidellamente.it
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dopo
Utente
Utente
La ringrazio per la sua gentile risposta Dott. Giannattasio. Ma, mi scusi, Lei pensa che la cura con il sereupin possa limitarsi, nel mio caso, per tutto il periodo necessario, a mezza compressa al giorno? Potrei ottenere i benefici sperati anche con solamente mezza compressa da 20 mg? Sarebbe per me senz'altro la soluzione più rassicurante.
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Psichiatra attivo dal 2005 al 2011
Psichiatra
Gentile Signore,
10 mg di Sereupin (mezza compressa) al dì rappresenta certamente un sottodosaggio, ma ritengo debba essere associato sempre all'Alprazolam, benzodiazepina indicata negli attacchi di panico. Una lieve dipendenza può esservi, ma si tratta di farmaci molto più innocui di tanti altri.

Cordiali saluti
Dott. Valerio Giannattasio

http://www.luoghidellamente.it
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dopo
Utente
Utente
La terapia di unire la paroxetina all'alprazolan al bisogno me l'aveva raccomandata anche il mio psichiatra, anche se io ho una gran paura dell'assuefazione alle benzodiazepine o, chiamiamola pure, dipendenza psicologia (un po' ci sono già passato). Il mio problema in verità non sono tanto le rare crisi di panico, ma piuttosto un'ansia assolutamente incontrollabile e disabilitante, al limite della quasi fobia sociale. Lei pensa che la paroxetina può dare i suoi benefici anche in un caso di ansia così generalizzata? La ringrazio se mi vorrà fare una ulteriore risposta in proposito.
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Psichiatra attivo dal 2005 al 2011
Psichiatra
Gentilissimo,
io non intendevo suggerirle l'alprazolam al bisogno, ma l'assunzione quotidiana e costante. Ribadisco che le benzodiazepine non sono così dannose come si fa credere di solito. Io sono dell'opinione che uno stato d'ansia continuo sia molto più nocivo. Credo che Lei debba avere più fiducia nella medicina, altrimenti non sarà mai in grado di affrontare il problema in maniera decisa.
Cordiali saluti,
Dott. Valerio Giannattasio

http://www.luoghidellamente.it
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dopo
Utente
Utente
Cordialissimo Dott. Giannattasio,
forse non mi crederà, ma sono perfettamente d'accordo con lei. Io ho provato da un po' di tempo le benzodiazepine e mi hanno fatto sempre un gran bene. Ma a leggere una certa letteratura in proposito sembra che siano quanto di peggio uno può assumere, oltre le due o tre settimane. Così un povero ansioso come me si trova in piena confusione e a volte si costringe a smettere temendo chissà quali conseguenze. E trovare finalmente uno specialista che la pensa in maniera un po' diversa, mi tranquillizza e, se così posso dire, quasi mi si rallegra il cuore. Io credo di doverla ringraziare in modo particolare.
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dopo
Utente
Utente
A proposito, dott. Giannattasio, mi piace il suo sito: semplice ed essenziale, e, per una persona poco attenta ai luoghi della mente come me, particolarmente istruttivo. Ho capito che forse soffro di fobia sociale e della costante paura di essere giudicato. Le faccio i miei complimenti. E poi quelle pagine di chi sono, dove sono, dove ero?... Davvero molto belle.
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Psichiatra attivo dal 2005 al 2011
Psichiatra
Gentilissimo,
La ringrazio vivamente per aver fatto visita al mio sito, invitandola a farlo periodicamente.
Saluti.

Dott. Valerio Giannattasio

http://www.luoghidellamente.it
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dopo
Utente
Utente
Lo farò certamente.
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Dr. Claudio Lorenzetti Psichiatra, Farmacologo 249 4
La possibilità di una interazione tra l'aspirina e la paroxetina e concreta, non per questo è da evitare, soprattutto nei disturbi d'ansia che danno una pessima qualità di vita. E' opportuno casomai restare su dosaggi bassi (1/2 cpr. non è un dosaggio terapeutico), su farmaci molto selettivi (la paroxetina non è proprio tra questi date le numerose interazioni a livello epatico con altri farmaci)e controllare frequentemente gli esami della coagulazione. Farei invece molta attenzione all'uso dell'alprazolam che deve essere assolutamente occasionale e non continuativo (dà una forte dipendenza e disturbi del sonno nell'uso cronico).
Cordiali saluti.

Claudio Lorenzetti
Cordiali saluti.

Claudio Lorenzetti

Dr. Claudio Lorenzetti

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dopo
Utente
Utente
Esimio dott. Lorenzetti, quando dice che mezza compressa non è un dosaggio terapeutico vuol dire che non mi potrò aspettare benefici concreti? Ho iniziato da più di quindici giorni con mezza compressa di sereupin da 20 mg. e, a parte una certa sonnolenza e un po' di nausea, non ho altro da segnalare. Ma forse è ancora troppo presto per tirare una qualsiasi conclusione. Naturalmente non mi azzardo ad aumentare la dose per via dell'interazione con la cardioaspirina. Con l'alprazolam cerco di starci molto attento e non credo di esagerare. Per quanto concerne gli esami di coagulazione (li ho ritirati proprio questa mattina) sembra che tutto sia nella norma. Ma mi scusi un'altra domanda. In caso di mancanza di risultati positivi con 1/2 compressa di sereupin, non vi è magari qualche altro collaudato antidepressivo che non interagisce con l'aspirina? Se esiste, mi può gentilmente indicare il principio attivo? Le sarei davvero molto grato. Un cordiale saluto.
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Dr. Claudio Lorenzetti Psichiatra, Farmacologo 249 4
Gentilissimo Utente,
non credo che sia mai stato guarito nessuno al mondo con 1/2 cpr. di Sereupin dato che gli studi controllati hanno documentato dei risultati solo da 1 cpr. (20 mg) in su. Per la verità esistono numerosi altri antidepressivi, tuttavia un minimo effetto sulla coagulazione tutti lo possono avere anche se, essendo il Sereupin un farmaco con metabolismo complesso a livello epatico (inibizione di alcune catene di enzimi coinvolti nella degradazione dei farmaci) ha senz'altro più possibilità di interazione con altri farmaci. Non posso darLe un nominativo preciso in quanto non la conosco e dare un consiglio terapeutico via web (o via telefono) implicherebbe il fatto che il sottoscritto sia un fenomeno (!), in grado di fare delle diagnosi a distanza senza visitare il paziente. Anche al'interno della stessa classe di antidepressivi (le sta prendendo un SSRI) vi sono delle differenze talora profonde per cui la malattia bersaglio può essere piuttosto diversa. Comunque gli esami che Lei ha eseguito essendo riferiti come negativi, consentirebbero un aumento della dose, ovviamente monitorando la situazione nel tempo con successivi prelievi. Le conviene parlarne però col suo medico di fiducia e valutare queste possibilità: la sconsiglio invece di prendere iniziative autonome semplicemente perchè le ha lette in un forum come questo; la figura del medico non può essere sostituita da internet e dal personal computer, questi mezzi sono utili solo per farsi un idea di possibili alternative.
Cordiali saluti.
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dopo
Utente
Utente
Gentile dr. Lorenzetti,
capisco le sue perplessità e la ringrazio della risposta così schietta e sollecita. Ne terrò certamente conto. Le assicuro comunque che la terapia mi è stata prescritta da uno psichiatra, non mi sognerei neanche di prendere in proposito delle iniziative personali per averle lette sul web. Tra l'altro non riesco a capire come questo possa essere possibile per via delle necessarie prescrizioni mediche. Volevo solo confrontare il suo parere con quello del mio psichiatra, convinto com'è che mezza compressa possa anche bastare. Ma lui è un ottimista dichiarato... La saluto cordialmente.
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