Disturbo ossessivo compulsivo da controllo

Buongiorno, da circa 7 mesi soffro di una forte forma di Disturbo d'ansia, caratterizzata dalla forte necessità di dover controllare ripetutamente qualsiasi cosa io compia durante la giornata (spegnimento luci di casa, chiusura del gas della cucina, chiusura dell'auto, spegnimento corretto del pc sul posto di lavoro)
Spesso, dopo aver eseguito le varie azioni, mi sorge l'atroce dubbio di non averle eseguite correttamente oppure, addirittura, di aver commesso qualche grave errore senza rendermene conto, dentro la mia testa inizio a chiedermi: e se avessi fatto qualcosa senza accorgermi?
Se cerco di ripensare alle cose ed azioni appena compiute, i ricordi mi appaiono molto sfocati, tanto da portarmi a dubitare di aver compiuto veramente l'azione; effetto che mi porta, di conseguenza a dover ri-controllare per poi, nuovamente, tornare a dubitare di ciò che ho appena eseguito.
Sono in cura da più di 1 mese da una Psicologa, la quale, però, dopo tutta una serie di incontri, deve ancora entrare nel vivo del problema.
Per me questa cosa è divenuta fortemente invalidante, in quanto mi sento comunque responsabile di eventuali conseguenze, anche se, nei momenti di "lucidità" mi rendo conto dell'assurdità di questi miei pensieri.

Chiedo gentilmente un parere, se possibile, a Voi, in quanto questa situazione è divenuta altamente invalidante e fortemente insopportabile.

Grazie
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 991 248
Gentile utente,

Qual' la domanda ?

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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dopo
Utente
Utente
Io ho chiesto un parere, non ho fatto alcuna domanda, ho solo esposto il mio problema!! La Sua la ritengo una risposta assolutamente inutile, come già è capitato!
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 991 248
Gentile utente,

Appunto, non ha fatto una domanda. Parere quindi su che cosa ?
Anziché ripetere lo stesso approccio inutile (Lei) in cui espone delle cose e poi pretende dei commenti non si sa su che cosa, faccia una domanda chiara. Il sito non è un bar in cui si dicono le proprie impressioni sui racconti che uno viene a fare, si risponde a delle domande.

Quando ha messo a fuoco cosa vuole sapere, su che cosa vuole un parere lo dica, senza toni aggressivi e maleducati.

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dopo
Utente
Utente
La mia domanda, definiamola implicita, è la seguente: ci sono delle tecniche, degli approcci per poter affrontare la questione, senza dover ricorrere necessariamente ai farmaci?
Io non ho usato ne toni aggressivi, ne maleducati, mi scuso infinitamente, evidentemente questo mio problema mi sta creando ulteriori danni (all'umore) dei quali non ne sono a conoscenza.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 991 248
Gentile utente,

Sì, ci sono tecniche comportamentali, farmacologiche e chirurgiche.
Le prime due si usano attualmente come primi tipi di intervento, funzionano meglio se associate. La comportamentale funziona meglio in presenza di rituali "agiti", in cui si compiono dei gesti motori, delle azioni, dei comportamenti.

Non è un buon approccio partire escludendo una modalità, cioè dire "mi voglio curare evitando però i farmaci", perché per l'appunto sono uno strumento fondamentale, e quando si esprime questa preferenza solitamente lo si fa per pregiudizi, non per motivi tecnici.