Antidepressivi - uso prolungato
ho 58 anni e assumo da 12 anni Efexor in dosi che non hanno mai superato i 150 mg pro die. Mi sento abbastanza bene, se si eccettua qualche effetto collaterale che l'uso del farmaco considera "abbastanza frequente" (tendenza alla pinguedine, calo della libido, etc. ); ho provato in due occasioni a interrompere con gradualità l'assunzione, ma sotto i 37,5 mg la sintomatologia depressiva si ripresenta; il medico mi ha quindi consigliato di continuare ad assumere il farmaco "sine-die", e siccome la molecola mantiene la sua efficacia non è neanche opportuno cambiarla. la mia domanda è rivolta ai medici psichiatri. Da quanto risulta dalla Loro esperienza con pazienti in cura per depressione, e dalla letteratura scientifica di Loro conoscenza, esiste un nesso causale dimostrato che lega l'uso prolungato ( s'intende superiore ai 10-15 anni) di antidepressivi SNRI con l'instaurarsi di patologie invalidanti come Alzheimer, sclerosi multipla, Parkinson etc.? Vi chiedo questo perchè mia madre è morta dopo 10 anni di Alzheimer, e prima di contrarlo aveva assunto per anni un farmaco SNRI.
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Non vi sono evidenze dirette. Anzi, curare la depressione con trattamenti adeguati riduce la possibilità di sviluppare una demenza che è più frequente nei pazienti con storia di depressione.
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
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Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 2.2k visite dal 25/08/2017.
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