Fobia da contagio

Buongiorno. Premetto che ho un problema di Doc e che ero maldiposto a fare le analisi dle sangue. Con ogni probabilità, prima del prelievo non è stata disinfettata la zona. ho realizzato la cosa in ritardo, non nell'immediato, altrimenti lo avrei ovviamente fatto presente. Da come ho capito, non rischierei nulla di grave (ossessione di malattie pericolose del tipo hiv per esempio). Il problema è che di qui ho iniziato a pormi dubbi grossi in merito a tutta la dinamica: consideravo, qualora l'infermiere si fosse dimenticato anche dopo il prelievo (fatto con farfallina) di bagnare con l' alcool il pezzettino di ovatta messo x coprire il tutto, la situazione cambierebbe in peggio o il rischio di contrarre qualcosa di grave è nullo? Voglio solo aggiungere che - x quel che serve - mezz'ora dopo (il tempo di tornare a casa) ho tolto tutto ed ho disinfettato io per maggiore sicurezza. Però poi a partire da ciò ho anche pensato una cosa: ho notato che quando si è girato il dott aveva già la farfalla x il prelievo senza cappuccio. Ma io nn ho potuto guardare tutta la dinamica: esempio, se l'avesse poggiata già scoperta su qualche superficie ad esempio, potrebbe essersi "sporcata". Le domande cmq sono 2: la prima - dal punto di vista strettamente tecnico - medico - : mi premerebbe capire una cosa. Pongo il caso estremo: supponiamo che l'ago fosse stato poggiato scoperto, L'UNICA CONDIZIONE PER BECCARE L'HIV E' UN'EVENTUALE CONTATTO DIRETTO CON SANGUE INFETTO? Insomma, il sangue è l'unica condizione necessaria per beccarsi tale malattia? Spero possiate rispondere anche a questo primo quesito. Il secondo lo pongo perchè ammetto di essere traumatizzato dal contagio, in particolare dell'hiv. tra parentesi, non ho mai avuto rapporti. Pur ammettendo la mia estrema fobia per il contagio: c'è un bombardamento televisivo ecc... giusto - x carità - sul prevenire. Ma a furia di sentirne parlare (servizio tv iene ad esempio), peggiora la mia paura. Quello che vorrei cmq definitivamente chiarire, in ASSENZA DI SANGUE nn si rischia nulla? Grazie e scusatemi, ma mi rendo conto che x me è come se fosse il MALE, nn so come spiegarlo...D'altronde ho un doc...scusatemi x le troppe riflessioni. Vi prego di chiarirmi anche la dinamica medica del contagio, perchè un chiarimento definitivo potrebbe aiutarmi a rifletterci razionalmente. Poi capisco che il problema è anche legato al doc, ma so che capire per bene le dinamiche tecniche mi aiuta.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
"Ma a furia di sentirne parlare (servizio tv iene ad esempio), peggiora la mia paura."
Non solo, ma il suo stesso comportamento induce a esporsi alla discussione, poiché infatti pone delle domande sul tema.

Dopo di che sorprendentemente perde di vista completamente la dinamica del suo disturbo quando conclude

"Poi capisco che il problema è anche legato al doc, ma so che capire per bene le dinamiche tecniche mi aiuta."

Dr.Matteo Pacini
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Utente
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Gentile dottore, mi scusi non vorrei contraddirla, ma mi pare normale che più un soggetto con doc senta parlare dell'argomento, più si possa traumatizzare o porre domande. Perciò le chiedevo un chiarimento su questo punto chiave: L'UNICA CONDIZIONE PER BECCARE L'HIV E' UN'EVENTUALE CONTATTO DIRETTO CON SANGUE INFETTO? O esistono altri modi x contrarlo? Io l'ho messo qui in psichiatria proprio x ammettere anche la mia paura e il problema che ho, però speravo di avere anche una risposta e di non essere semplicemente etichettato come un disturbato: penso che chiunque - anche una persona senza doc - possa porsi il problema dell'hiv. La cosa è frustrante. La mia non è una critica ci mancherebbe, ma mi sn sentito un po' mortificato. Mi scusi, cmq al netto di tutto un minimo di negligenza nell'episodio c'è stato, nel non disinfettare prima non si rischia nulla ma stesso qui ho letto che sarebbe buona norma farlo. Il problema è che la mia domanda tecnica credo fosse specifica, vorrei capire davvero se esistono altri modi se non attraverso sangue. Mi scusi ancora, non sono polemiche fini a se stesse, mi creda, ma semplice bisogno di un chiarimento. Avessi posto ad esempio il quesito in malattie infettive senza premettere il tutto, avrei mentito in parte a me stesso, ma avrei ricevuto la risposta, se avessi voluto essere "ipocrita" avrei potuto farlo. Lo so che lei non mi sta "accusando" del doc che io stesso ho sottolineato di avere, ma io non penso che tutte le scelte e le paure della mia vita possano essere pesate sulla base di quella etichetta, mi sento quasi eternamente etichettato, non saprei come dirle...senza polemiche, anzi trovo costruttivo evidenziare anche questo aspetto.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Esatto, funziona come dice Lei, e come dice Lei ciò peggiora il doc. Per cui dove sta il senso del porre a seguire esattamente una delle domande "sintomatiche" ? Mica si può far finta che poi le domande sono semplici richieste di informazioni ?
Il fatto stesso che Lei si ponga il problema dell'HIV, e non di altre numerose malattie infettive, richiama al meccanismo del suo doc.
Sa bene il meccanismo del doc, ma avendo da porre una domanda, è come se dicesse in fondo di fare il contrario di quello che ritiene utile per il doc.
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Ok, ho trovato stesso qui sul sito la spiegazione che riprendo testualmente "Il contagio da HIV avviene solo per rapporto sessuale non protetto o per contatto diretto tra sangue infetto e una ferita aperta del corpo". Quindi dovrei essere talmente sfortunato che qualcosa come l'ago o l'ovatta fosse "contaminato" di sangue infetto, nella circostanza descritta. Qui subentra - lo ammetto - il DOC, nel senso che non posso togliermi davanti l'immagine, anche se ad occhio credo di aver visto un ago perfettamente pulito sia prima che dopo il prelievo. D'altro canto, lei lo sa bene, il meccanismo di evitamento è una delle costanti del doc, io infatti non avrei voluto fare le analisi e mi sono quasi state imposte a casa. Lo stesso problema si ripercuote sulla sfera sessuale, nel senso che mi preoccupa il rapporto anche x via di una vecchia fimosi non serrata curata con frenulotomia. Ho paura che qualcosa vada storto, l'idea del sangue mi traumatizza. Dovrei solo poter trovare una ragazza di cui fidarmi e di cui - mi consenta - potrei innamorarmi. Però in effetti che fare? Chiedere ad una persona di presentarti delle analisi che ti dicano non ho nulla? Non saprei che dire... Un farmaco non potrà cambiare le mie idee, continuo a pensare, e tra parentesi uno dei blocchi sulla terapia farmacologica è proprio legata all'aspetto del pene e dei possibili problemi ad esso legati (pur sapendo che una interruzione delle cure risolverebbe) e ad un timore di maggiore rischio di tumore (Sebbene in minime percentuali, a me fu indicata la sertralina). Il meccanismo di una pillola magica che cambi l'ordine delle mie idee la trovo pazzesca, più che altro un individuo penso possa solo essere sedato se esagera e stop. Cioè, chi mi toglierà di testa queste idee e paure? Una pillola? O la mia buona volontà e il tentativo di capire le cose, di cercare una razionale spiegazione nella consapevolezza che una percentuale di rischio nella vita resta sempre e comunque?
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Utente
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Cmq non avevo letto la sua ultima replica, stavo scrivendo a mia volta...la ringrazio e mi scusi, non vorrei approfittare della sua pazienza, semplicemente la mia non è una polemica dialettica fatta giusto per, ma un modo x capire...mi creda, sono stato visitato da più persone, e tutte mi hanno diagnosticato il doc, eccetto uno che mi parlò addirittura di psicosi ossessiva (cosa poi smentitami dopo da altre visite): anche questa cosa mi ha fatto paura, cioè mi è stato detto che io non rientro nella psicosi perchè ancora in grado di arrivare razionalmente a capire che ciò che faccio, che alcune domande sono sbagliate. Ma forse il problema non è quello, anche se in fondo credo che rientro ancora nel doc, perché mi reputo ancora in grado di comprendere determinate dinamiche. Però col tempo sto peggiorando, questo è vero. Il coraggio della terapia farmacologica mi manca, questo forse è grave, ma ci sono anche tanti contro (e i pro vanno sempre visti e valutati nel tempo, devo anche mettere in preventivo di andare a caccia della molecola giusta).
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Tentar non nuoce, come dice il proverbio. Anche questa titubanza in realtà è sintomatica più che essere una valutazione. Arriva a concludere l'ovvio, cioè che forse trova la cura subito, forse no, forse la tollera bene, forse no etc, ma questo vale per qualsiasi cosa e non è un criterio logico per non curarsi.
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