Assunzione del cymbalta 30mg e zolpidem 10mg

Gentili dottori,
sono un paziente in cura da uno psichiatra da diversi anni, affetto da un disturbo di ansia generalizzata.

Brevemente espongo il mio "quadro clinico": è dall'età di 18-19 anni che manifesto sintomi legati alla paura di perdere il controllo delle mie azioni (es. paura di buttarmi sotto un treno in transito, di bere detersivo o assumere qualche sostanza letale, di buttarmi da un terrazzo ecc.) . Questi pensieri nefasti, che sebbene non fossero invalidanti al 100% erano comunque estremamente fastidiosi e assillanti (ad esempio, facevo un'enorme fatica ad aspettare il treno sui binari), hanno pian piano eroso la qualità della mia vita nel corso degli anni e hanno così determinato uno stato fisiologico di allerta permanente, che ha raggiunto il suo acme quando ho compiuto i 25 anni.
In quel periodo della mia vita, avevo tali difficoltà nel compiere le cose più semplici della vita quotidiana (come mangiare e dormire ad esempio) che ho deciso finalmente di rivolgermi prima a una psicoterapista (con risultati, a dir la verità, piuttosto insoddisfacenti) e successivamente, a 27 anni circa, allo psichiatra dal quale sono attualmente in cura. Questa escalation mi ha anche portato a partorire pensieri suicidiari (per fortuna mai messi in pratica), tale era la mia prostrazione fisica e mentale: insomma, mi sembrava di avere imboccato un tunnel buio senza alcuna possibilità d'uscita.

Tuttavia, da quando un anno fa mi sono rivolto allo psichiatra che mi prescrisse il Cymbalta 60 mg una volta al dì, la mia vita è cambiata in meglio tanto che, nel giro di qualche mese, il dosaggio è passato da 60 a 30 mg/giorno, situazione che è rimasta invariata fino ai tempi attuali.

Il resto è storia di questi giorni. Due mesi fa circa il dottore mi ha proposto di interrompere la cura visti i progressi registrati ma purtroppo anche questa volta (è infatti la terza volta che provo a smettere l'assunzione di Cymbalta 30mg su consiglio del medico) ho registrato il ritorno dei sintomi ansiosi pre-cura, tanto che ho dovuto rimprenderne l'assunzione dopo circa un mese.

Le domande che Le pongo sono dunque le seguenti:

1- potrò mai smettere l'assunzione di psicofarmaci? Creano dipendenza? Ormai ho il terrore di terminare la cura perchè ogni volta mi tocca "ripartire da capo".
2- Poichè con l'ultima ricaduta è subentrata una forte insonnia, al Cymbalta è stato accompagnato per una ventina di giorni il Zolpidem 5mg per prendere sonno. Nel caso l'assunzione si prolungasse, tutto ciò creerebbe dipendenza? Noto infatti che senza l'assunzione del farmaco non riesco a prendere sonno.

Vi ringrazio per la disponibilità.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Gentile utente,

1 - che valuti con scetticismo nuovi tentativi di interruzione è logico: ci ha provato, è andata male, evidentemente questo deve essere calcolato. Almeno, poco utile è ripeterli a breve distanza di tempo.
2- Lo zolpidem produce assuefazione, e le persone rimangono tipicamente legate all'idea che per dormire lo debbano prendere, anche perché se lo smettono hanno insonnia da astinenza, e non riescono a gestirla (spesso anche con una riduzione graduale). Non che sia un problema assoluto, ma è una scocciatura che è meglio prevenire.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini