Depressione ed alcolismo

Gentili dottori,il consulto del quale ho bisogno non riguarda me,ma mio padre ed in realtà non sono nemmeno certa di riuscire ad esporre con chiarezza il problema.In generale diciamo che mio padre è sempre stato un individuo problematico dal punto di vista emozionale e spiegare cosa intendo con"problematico" sarebbe impossibile in una semplice email. Mi limito a dire solo che, soprattutto nei rapporti con noi è da sempre emersa una sua profonda insicurezza ed un continuo bisogno di conferme che nessuno di noi è mai riuscito ad appagare.
Nel corso degli anni però la situazione è peggiorata ed in particolare, in concomitanza della morte di un suo caro amico, sono apparsi i primi attacchi di panico e crisi d'ansia. Nonostante ciò non ha mai accettato aiuti esterni. Da 5 anni a questa parte peò le cose sono andate gradualmente degenerando in seguito ad una serie di eventi negativi una serie di lutti, problemi sul lavoro, per finire con una diagnosi di idrocefalo (causato da una lesione)fatta a mio fratello due anni fa.Il risultato finale è che abbiamo di fronte un'altra persona:è diventato assente in famiglia, narcisista a livelli maniacali, bugiardo, disinteressato al lavoro, pessimista.
Inoltre ha iniziato a bere molto piu' di quanto già facesse prima(oltre che a tavola anche di nascosto).Ed a tutto ciò si accompagna una percezione completamente distorta della realtà: noi tutti, ed in particolare mia madre siamo diventati suoi nemici. E' convinto che lei voglia rovinarlo e che tutti noi tramiamo alle sue spalle. A dicembre l'ultimo sviluppo, mio padre dice a mia madre di non amarla piu' perchè stanco di soffrire dal momento che lei non l'ha mai amato ed ha solo tentato di danneggiarlo economicamente ed umiliarlo.Subito dopo la decisione ha cercato l'appoggio morboso di noi figli piu' grandi:a volte mi manda messaggi nei quali lascia intendere la voglia di morire,altre invece ci minaccia di lasciarci senza sostentamento se le cose non si risolvono come dice lui.L'ultimo episodio risale a lunedì sera:dopo che aveva bevuto come al solito,ha iniziato a chiedere a mio fratello grande se lo voleva come padre e lui non dando peso alle sue parole lo ha lasciato perdere. A quel punto mio padre ha iniziato a preparare la valigia per andarsene e non appena mia madre si è avvicinata per fermarlo ha iniziato a prenderla a calci e pugni e nella furia con un morso ha quasi staccato la falengetta del dito di mio fratello di 11 anni che si era messo in mezzo per dividerli (gli ha provocato un parziale distacco dell'osso).Ora spiegare gli sviluppi di questa cosa non è facile in questo contesto. La mia domanda però è:come dobbiamo comportarci?la nostra paura mandandolo via è di spingerlo ad azioni drastiche, ma nemmeno possiamo continuare così! E' possibile costringerlo ad accettare le cure di uno specialista visto che non vuole accettare di averne bisogno?
Ringrazio infinitamente chiunque rispondendo possa aiutarci ad uscire da questa pesante situazione.
[#1]
Dr. Paolo Carbonetti Psichiatra, Psicoterapeuta 3.8k 220
Cara amica
il caso di suo padre è certo complesso. Le sostanze di abuso (tra le quali è l'alcool) mascherano e distorcono i quadri psichiatrici rendendoli spesso di difficile interpretazione. Sembra di capire che alla base abbiamo un probabile disturbo di personalità, sul quale, in seguito ad avvenimenti sfavorevoli, si è sviluppata una condizione interpretativo-delirante (appunto in epoca pre-DSM questi quadri venivano chiamati "sviluppi di personalità"). Ma l'alcool che ruolo gioca? Peraltro suo padre,a giudicare dalla sua età, dovrebbe essere almeno settantenne, e non può escludersi un fattore organico cerebrale. Potrebbe essere una buona idea prendere appuntamento con uno specialista per spiegargli il caso e per averne consigli.
Un cordiale saluto

dott. Paolo Carbonetti, Psichiatra

Dr. Paolo Carbonetti
Specialista in Psichiatra
Specialista in Psichiatria Forense
Viterbo-Terni-

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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
Gentileutente,
i servizi di salute mentale possono intervenire in situazioni di emergenza anche contro la volontà dell'assistito. Se la situazione è così drammatica come la descrive allora cosa aspettate a chiedere aiuto?
cordiali saluti

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it

[#3]
dopo
Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
egregio dott.Carbonetti, mio padre ha solo 45 anni,io sono una studentessa e primogenita ed ho un altro fratello ventenne uno di 11 annni e l'ultima di solo 8.
Ci sono implicazioni molto gravi su tutti noi ma soprattutto sui due più piccoli e mia madre che non sa più come fare visto che è vittima essa stessa della situazione .Legalmente poteva accettare la separazione ma
è chiaro che lei si sente ancora legata affettivamente e non riesce a darsi pace che debba finire così.
[#4]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Scusi,

ma da quello che racconta, non comprendo cosa ci sia da recuperare affettivamente e perche' aspettare che possa succedere qualcosa di grave, soprattutto ai suoi fratelli minorenni.

La metta in questo modo, potra' anche accadere che i suoi genitori non si separino ma chi tutela dei suoi fratelli minorenni? Ogni volta che assistono ad una scena di litigio metabolizzano il tutto anche in modo personale e possono farsi idee sbagliate di determinati meccanismi, nonche' sviluppare eventuali sintomi nel prossimo futuro.

Perche' devono assistere a scene che ha raccontato perche' si sente un legame affettivo?

Penserei prima di tutto ai due minori....

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https://www.instagram.com/psychiatrist72/

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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Il quadro che descrive non è strano, è un quadro di abuso alcolico con le sue conseguenze tipiche in persone con una predisposizione latente ad alcuni tipi di disturbo psichico. Le cose da fare sono sostanzialmente:
a) capire se suo padre intende farsi curare; se vi interessa che lo faccia la famiglia dovrebbe quantomeno fare muro in tale direzione, e se decide di farsi visitare accompagnarlo e incoraggiarlo.
b) fare valutare in cosa consiste il suo quadro, sia sul piano del rapporto con l'alcol (cioè se ha una dipendenza o meno), sia sul piano delle alterazioni mentali che descrive (cioè se è delirante o semplicemente ostile e rivendicativo).

A Roma c'è un centro alcologico di riferimento regionale, che ha un numero verde 800046655 e i numeri 06/49972093
06/49972097 06/49972095 che sono del Policlinico Umberto I a Roma. Io ci lavoro come consulente psichiatra e posso dire che è un centro ben organizzato per l'inquadramento dell'abuso di alcol con tutti i suoi aspetti aggiuntivi e collaterali, per esempio quello psichiatrico.


Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Dr. Paolo Carbonetti Psichiatra, Psicoterapeuta 3.8k 220
Vista l'età non senile escluda allora l'ipotesi di un disturbo organico; confermo tutto il resto.
Saluti
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