Difficoltà cognitive e nervosismo durante le conversazioni

Buonasera, premetto che sto passando un momento molto difficile e sono in terapia con entact 10mg /die e Xanax al bisogno (per il momento dati dal medico di base) per forti sintomi depressivi di autocommiserazione, ansia sociale e alcuni sintomi ossessivi (il tutto uscito da alcune visite dal medico di base, non ho mai fatto una visita specialistica in tal senso poiché prima d'ora non ho mai avuto problemi).


Premetto anche che quanto vi sto per chiedere non so se è di competenza psichiatrica o neurologica, non conoscendone ovviamente la natura.


Da alcuni mesi (ma forse capitava anche prima) mi capita di SEMPRE e sottolineo SEMPRE quando qualcuno mi parla di non riuscire a capire ciò che dice.
Non c'è differenza se mi parla di cosa ha fatto ieri o di fisica nucleare, io non capisco, le sue parole sono rumore di fondo e devo concentrarmi moltissimo per comprendere.
Studio materie scientifiche all'università e vi lascio solo immaginare il livello di compromissione che tale situazione mi sta causando.


Al tempo stesso mentre qualcuno mi parla fatico enormemente a tenere il contatto oculare e divento visibilmente nervoso, agitato, non vedo l'ora che la conversazione finisca e spesso in questi frangenti ho tic nervosi con le dita dei quali l'interlocutore si accorge.

Quando parlo io ho una parlata velocissima, ad alta voce, sopra le righe, gesticolando in maniera nevrotica.


Tutto questo succede anche con i miei genitori coi quali vivo, non riesco a guardare negli occhi nemmeno mia madre o mio padre mentre mi parlano, se guardo qualcuno negli occhi è come se venissi iperstimolato dalla duplice interazione visiva e uditiva e capissi ancora meno del discorso fatto dal mio interlocutore.

Spesso per capire cosa una persona mi dice devo ripetermi mentalmente il suo discorso, come quando si perde la concentrazione leggendo e si rilegge la stessa riga più volte senza capire, solo che a me capita DI CONTINUO e nel verbale.


Ho letto anche che la mancanza di contatto oculare e di nervosismo mentre si conversa sono sintomi di sociopatia e ciò mi ha comportato delle vere ossessioni, con una enorme ansia e continui test (guardo immagini violente per vedere se provo ansia, in caso contrario sarei sociopatico - palesemente sintomi di DOC?)

Io non so più cosa pensare, se mi sta venendo un ritardo mentale, sto diventando schizofrenico o se sto completamente "impazzendo" (perdonate l'affermazione poco scientifica).

So solo che non riesco più a conversare con nessuno, nemmeno coi miei genitori, mi sento a disagio a contatto con chiunque e non capisco più nessun discorso se non ripetuto più volte come ho già detto.


Ripeto costantemente per rimarcare i concetti, quasi come se pensassi che l'interlocutore (o chi legge in questo caso) abbia i miei stessi problemi di comprensione.


A breve vedrò uno psicologo per quanto riguarda tutto il resto.
Quali disturbi potrebbero dare sintomi simili?
Non potete sbilanciarvi, ma non so più che fare, mi sento ritardato.
[#1]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 988 248
Senza sbilanciarsi, ma ad esempio un'ipotesi di doc sarebbe in linea con molti di questi sintomi. Una visita psichiatrica deve essere sempre fatta a 360 gradi perché alcune componenti si prestano meno ad essere riferibili per narrazione, ma si vedono nell'interazione diretta.
Però questa diagnosi già è compresa, o almeno sintomi "ossessivi" sono già stati definiti, forse proprio quelli che riferisce appunto.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
dopo
Utente
Utente
Gentile dottore, la ringrazio per la risposta.

Quindi, sempre senza andare oltre delle semplici ipotesi, è possibile che una situazione di rimuginio ossessivo possa occupare la mente a tal punto da rendere impossibile comprendere le conversazioni? Non si tratta di comprendere unicamente le dinamiche del discorso, ma proprio il senso intrinseco delle frasi dette dal mio interlocutore. Se fosse ansia sociale non dovrei provarla anche in casa, no? È come se mi innervosisse parlare con chiunque dal vivo, è possibile che un disturbo d'ansia possa sovraccaricare la mente a tal punto da far succedere quanto descritto? Aggiungo che da quando prendo entact è migliorata solo la facilità con cui mi addormento la sera, tutto il resto non mi pare cambiato.
Aggiungo che spesso nella quotidianità metto in dubbio tutto ciò che riguarda la mia persona, ad esempio ho l'ossessione di non voler bene e di non averne mai voluto a nessuno, di essere un sadico (unicamente sulla base che nelle mie fantasie relative alla sfera sessuale mi piace il bdsm, ma finisce lì in parte) e analizzo costantemente le mie emozioni per capire se le sto simulando o se le provo davvero.
Sono totalmente ossessionato dalla sociopatia e dalla possibilità di averla. Per questioni di sintesi nel primo messaggio ho omesso un particolare: da ragazzino, a circa 10 anni, ho avuto un episodio che ora definirei ossessivo durato mesi, a causa di alcuni ragazzi più grandi (12 anni) che ne parlavano scoprii la sessualità e ebbi un periodo di fortissimo senso di colpa verso mia madre perché pensavo di essere un pervertito o un maniaco (quando stavo solo scoprendo una nuova parte del mondo), questo per dire che la modalità ossessiva nei miei pensieri non è nuova.

Ciò che mi spaventa davvero tanto sono le difficoltà cognitive. A brevissimo avrò un consulto psicologico, valuterò anche con la psicologa che mi vedrà dal vivo se è il caso di richiedere una visita psichiatrica, l'unica mia remora ed è questa la domanda principale è: sto studiando per un lavoro che in futuro comporterà grosse responsabilità, dei datori di lavoro (ad esempio di agenzie di ricerca statali) potrebbero avere accesso alla mia cartella clinica relativamente ad un trascorso psichiatrico? Mi rendo conto che la prima cosa nella vita è stare bene, ma questo dubbio è comunque un grosso freno per me rispetto al poter effettuare una visita con serenità.

La ringrazio se vorrà rispondermi, cordiali saluti.
[#3]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
La permanenza dei sintomi indica che la terapia attuale non è sufficiente per il trattamento di tutti i disturbi che sta presentando.


Per cui è utile che si sottoponga a visita psichiatrica.




Dr. F. S. Ruggiero

http://www.francescoruggiero.it

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https://www.instagram.com/psychiatrist72/

[#4]
dopo
Utente
Utente
Gentile dr Ruggiero, la ringrazio per la risposta.
Sicuramente, prendendo il parere vostro, quello dello psicologo che vedrò e parlandone col medico di base valuterò la visita psichiatrica come primo intervento. Vorrei però chiedervi se eventuali datori di lavoro potranno un giorno avere accesso alla documentazione relativa ad un pregresso percorso psichiatrico. Tale informazione non pregiudicherà in sé la mia decisione di sottopormi a visita, ma è una informazione che per completezza mi piacerebbe avere.
Se lei o qualche altro collega vorrete rispondermi a riguardo ve ne sarò grato, nonostante sia più un dubbio legale che medico.
Cordiali saluti.
[#5]
dopo
Utente
Utente
Gentili dottori, perdonate se riscrivo ma aggiungo un particolare che ho dimenticato di menzionare. Sono in terapia con deltacortene 12,5 mg da 2 mesi, ho letto che tra gli effetti collaterali ci sono indicati alcuni sintomi psichiatrici come ansia, irritabilità, angoscia, finanche alla psicosi.
Questi sintomi si riferiscono a dosaggi più elevati o il dosaggio che assumo può essere sufficiente a scatenarli? I disturbi che vi ho elencato nel primo messaggio sono antecedenti l'inizio della terapia con cortisone, ma può quest'ultimo essere causa di peggioramento o di mancato miglioramento dei sintomi? O il dosaggio di cortisone non è tale da giustificare questa eventualità?

Ringrazio nuovamente chiunque vorrà rispondermi a quest'ultima domanda e auguro una buona domenica.
[#6]
Dr. Mario Savino Psichiatra 1.3k 75 10
Il suo percorso psichiatrico è coperto dal Segreto Professionale di medici, psicologi, psichiatri e sanitari in genere. Le leggi sulla privacy sempre più severe dispongono inoltre regole precise per l'eventuale conservazione di materiale cartaceo e digitale al fine di tutelare il Paziente.
Un eventuale datore di lavoro non ha accesso alla sua storia psichiatrica.
Cordialità

Mario Savino
medico
Specialista in Psichiatria

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dopo
Utente
Utente
La ringrazio molto dottor Savino.

Cordiali saluti!
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