Vorrei chiarirmi alcune perplessità, sono disperata
Buonasera gentilissimi dottori, vi scrivo poiché ho il bisogno di chiarirmi alcune perplessità, SONO DISPERATA.
Ho 20 anni e sono più o meno 3 anni che alla mia porta ha bussato il panico, dopo il primo attacco la mia vita è cambiata e nel giro di un mese ho iniziato a soffrire d'ansia, agorafobia e a somatizzare terribilmente la mia ansia allo stomaco al punto che durante ogni attacco di panico specialmente in pubblico ho il terrore che io possa vomitare da un momento all'altro.
Col tempo ho iniziato sempre di più a temere la nausea poiché la collegavo al panico e credere che la paura di vomitare fosse la causa della mia ansia.
Ho tirato avanti fino ad ora assumendo procinetici e medicinali per le somatizzazioni ansiose dato la mia iperattenzione allo stomaco per via di questa paura.
Ma mi sono resa conto che a 20 anni non posso vivere così, sono stati 3 anni terribili così ieri mi sono recata dallo psichiatra per spiegare la mia triste vicenda, la diagnosi è stata sindrome ansiosa e mi ha prescritto l'escitalopram 10 gocce da assumere gradualmente, mi ha spiegato che ci vorrà tempo prima che agisca e che all'inizio potrà esserci qualche problemino ma terrò duro.
Ora la mia domanda è solo una, il farmaco agirà anche su questa paura che è diventata un pensiero costante assieme a quella di perdere il controllo?
Mi farà smettere di pensare costantemente che potrebbe venirmi la nausea e così gli attacchi di panico?
Ultimamente domanda magari banale ma è la prima volta che mi interfaccio con questi farmaci, in che modo vanno a modificare i "pensieri" per non far accadere tutto ciò?
Ringrazio chiunque mi risponderà e chiarirà i miei dubbi.
Ho 20 anni e sono più o meno 3 anni che alla mia porta ha bussato il panico, dopo il primo attacco la mia vita è cambiata e nel giro di un mese ho iniziato a soffrire d'ansia, agorafobia e a somatizzare terribilmente la mia ansia allo stomaco al punto che durante ogni attacco di panico specialmente in pubblico ho il terrore che io possa vomitare da un momento all'altro.
Col tempo ho iniziato sempre di più a temere la nausea poiché la collegavo al panico e credere che la paura di vomitare fosse la causa della mia ansia.
Ho tirato avanti fino ad ora assumendo procinetici e medicinali per le somatizzazioni ansiose dato la mia iperattenzione allo stomaco per via di questa paura.
Ma mi sono resa conto che a 20 anni non posso vivere così, sono stati 3 anni terribili così ieri mi sono recata dallo psichiatra per spiegare la mia triste vicenda, la diagnosi è stata sindrome ansiosa e mi ha prescritto l'escitalopram 10 gocce da assumere gradualmente, mi ha spiegato che ci vorrà tempo prima che agisca e che all'inizio potrà esserci qualche problemino ma terrò duro.
Ora la mia domanda è solo una, il farmaco agirà anche su questa paura che è diventata un pensiero costante assieme a quella di perdere il controllo?
Mi farà smettere di pensare costantemente che potrebbe venirmi la nausea e così gli attacchi di panico?
Ultimamente domanda magari banale ma è la prima volta che mi interfaccio con questi farmaci, in che modo vanno a modificare i "pensieri" per non far accadere tutto ciò?
Ringrazio chiunque mi risponderà e chiarirà i miei dubbi.
Il farmaco ha indicazione per i sintomi del suo disturbo agendo in modo specifico sugli scambi dei neurotrasmettitori cerebrali per ridurre la sintomatologia.
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
Dr. F. S. Ruggiero
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https://wa.me/390698234174
https://t.me/FSRuggiero_psichiatra
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
Utente
Quindi dottore detto in parole "semplice" per farlo comprendere ad una ignorante come me, quando il farmaco inizierà a funzionare e ad agire per bene sui neurotrasmettitori si placherà l'ansia e allo stesso tempo smetterò di pensare ossessivamente a questa mia paura?
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 964 visite dal 12/10/2020.
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