La mia situazione

Gentili Signori Medici
ho già scritto alcune volte chiedendo Vostri pareri che mi sono stati molto utili, soffro da sempre di ansia, che col tempo è peggiorata, (anche a causa di eventi per me stressanti che ho spiegato in un messaggio precedente) portandomi ad avere attacchi di panico, umore basso, anedonia, pensieri negativi, visione del mondo negativa etc etc, e questo soprattutto negli ultimi 3 anni, da quando ebbi il primo attacco di panico. Da alcuni mesi faccio sedute di psicoterapia cognitivo comportamentale da uno psichiatra-psicoterapeuta che non ritiene al momento (diversamente dallo scroso anno) che io debba assumere dei farmaci, affermando che io mi trovo in questa situazione per colpa dei miei genitori che mi hanno fatto vivere sotto pressione e non mi hanno dato modo di vivere la mia vita con tranquillità, e non ho avuto modo di responsabilizzarmi e io mi sono adagiato sulla mia situazione. Faccio un pò il punto della situazione attuale: ormai da anni non lavoro, non ho un progetto di vita, e il solo pensare di lavorare e quindi modificare i ritmi della mia vita mi mette ansia (distaccamento dalla famiglia, cambiamento abitudini etc) non ho una intensa vita sociale (parlo di uscite serali con amici) perchè non ne ho molta voglia, esco solo con qualche donna quando possibile(ma anche questi incontri sono generatori di ansia, con pensieri del tipo: che esco a fare, come se non avessi tanta voglia, pensando che non è uscire con una ragazza che risolve i miei problemi) durante il giorno o sto a casa al pc, oppure esco vado in giro ma spesso da solo, e li mi vengono dei pensieri del tipo: ma che vita faccio, tutti bene o male hanno cose da fare io invece non sono realizzato etc etc, altre volte mi capita di sentirmi una sensazione di impazzire o di perdere il controllo ( e il mio psichiatra mi dice che è una cosa classica dell'ansia ed è alimentata dal fatto che una parte di me vorrebbe cambiare la mia vita ma si scontra con un'altra parte che ha paura di cambiare), o ancora ho dei pensieri cupi riguardo al futuro, a cosa farò, a se riuscirò ad essere felice o avrò sempre una vita angosciante e priva di piacere etc etc, oltretutto ho anche un umore un pò troppo sensibile, si modifica troppo in fretta magari mi sento molto felice per un complimento ricevuto da una ragazza oppure mi emoziono molto ascoltando una canzone, ma questa reattività la sento un pò strana, ultima cosa mi è capitato qualche volta di notte al o nel dormiveglia, di avere delle specie di illusioni, tipo pensare di aver visto una trasmissione tv ma in realtà mi sono reso conto che non era così. Purtroppo la mia ansia mi porta a leggere molto su internet, e penso a malattie del tipo disturbo bipolare, disturbi di personalità, e anche la paura di avere una psicosi...Cosa pensate della mia situazione? Mi consigliate di sentire un altro parere? eppure sono certo di esser seguito da un bravo e serio professionista. Cordiali saluti.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Gentile utente,

segua i consigli del suo psicoterapeuta e non cerchi altri.

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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
Gentile utente,
la sua situazione appare abbastanza complessa. Se ritiene di non aver raggiunto un risultato adeguato con la sola terapia psicologica, allora potrebbe chiedere al suo terapeuta se ritiene opportuno integrare una terapia farmacologica che, da quello che mi è sembrato di capire, lei ha già praticato in precedenza. Ne parli apertamente senza timore.
cordiali saluti

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it

[#3]
dopo
Attivo dal 2006 al 2014
Ex utente
Egregi Dottori, Vi ringrazio per le Vs risposte

Il fatto è che ho chiesto in 2 occasioni allo psichiatra se fosse il caso di assumere farmaci e lui mi ha risposto di no. E'possibile che uno psichiatra non sia in grado di capire bene la situazione di un paziente? Non so cosa altro pensare.

Vorrei aggiungere una piccola cosa per me molto importante. Premetto di non essere assolutamente contrario ai farmaci, ma vorrei capire una cosa: visto che da molti anni (tranne qualche lavoretto occasionale e poco altro) io non mi cerco un lavoro e non penso al mio futuro, e questa situazione non è cambiata nemmeno quando ho assunto i farmaci, (nonostante sia stato meglio, uscivo di più, ero più calmo e più sereno) ciò non significa anche che devo essere io a rendermi conto di dover cambiare la mia vita e sforzarmi di fare qualcosa, non penso che i farmaci possano aiutarmi in questa cosa, non so se mi sono spiegato bene. Grazie ancora.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.6k 993 248
Gentile utente,

Dal suo scritto e dal confronto coi precedenti si intuisce più che altro la componente ossessiva del pensiero. La diagnosi non è chiara, spero sia stata fatta, perché vedo che ancora "vaga" tra le letture internet per trovarla come se non fosse stata chiarita in sede medica.
Alcune delle cose che ha riferito non sembrano proprio corrispondere a messaggi di tipo cognitivo-comportamentale, in particolare individuare colpe e colpevoli. Comunque se lei è soddisfatto dei risultati è un conto, altrimenti no (il fatto che il professionista sia serio è una cosa, che lei sia soddisfatto dei risultati è un'altra, ma è anche necessario capire se il "piano" fatto a inizio terapia in effetti torna oppur eno.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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dopo
Attivo dal 2006 al 2014
Ex utente
Egregio Dottor Pacini, forse ho fatto anche un pò di confusione nello spiegare la situazione, la cognitivo comportamentale è stata fatta soprattutto per superare gli attacchi di panico che di tanto in tanto ho avuto, facendomi capire che hanno una durata ben precisa, che non si muore con l'attacco, che hanno un inizio e una fine, che non dipendono dal posto in cui ci si trova etc etc (su questo mi trovo in quanto ho avuto anche attacchi di notte, e a casa in momenti di apparente tranquillità) ma anche sui pensieri negativi, sul fatto che non mi devo fossilizzarmi du si essi, ma cercare per quanto mi è possibile di allontanarli, facendo altri esempi e così via, e che i vari stati di ansia, si manifestabno quasi sempre a causa dei pensieri negativi. Per quanto riguarda la diagnosi, questa è stata fatta a fine 2007 quando ho iniziato ad assumere i farmaci, era disturbo di panico con agorafobia.
Adesso due sono le ipotesi: o la diagnosi era sbagliata, oppure il disturbo anzichè migliorare è virato verso altro.
Cordialità.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.6k 993 248
Può darsi semplicemente che la parte ansiosa relativa al panico sia stata curata bene, ma il resto rimane e nel tempo cresce come una specie di pantano che le impedisce di andare avanti e la fa sprecare energie più per stare a galla che per concludere qualcosa. In genere o è l'umore sempre basso, o è l'ossessività.
Sono entrambi obiettivi "aggredibili".
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
a questo punto visto che emergono nuovi elementi, su cui ci sarebbe molto da riflettere, forse sarebbe il caso di sentire un parere di un altro psichiatra.
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dopo
Attivo dal 2006 al 2014
Ex utente
Grazie mille, mi ha chiarito un pò le idee. Buon lavoro.
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