Depressione, come rimediare

Buonasera,
scrivo qua, ben sapendo come il mio caso/intervento sarà l'ennesimo di una lunga serie sull'argomento.

Mentalmente sano, mi ritrovo a una età non più giovane a sentire di non avere conseguito nulla, nè lavorativamente, nè affettivamente.
La richiesta è come rimediare a questo stato di depressione.

Sono universalmente riconosciuto come una persona intelligente, se non addirittura molto intelligente.
Mi sono sacrificato per tutta la giovinezza nell'intento di conseguire il lavoro dei miei sogni, rivelando in quell'ambito competenze superiori alla media e una naturale predisposizione.
Purtroppo, alla fine del percorso, si è constatato come questo mondo lavorativo fosse riservato unicamente a chi, per ragioni di discendenza, è avantaggiato in una società come quella odierna, fintamente meritocratica.

Come conseguenza, sono rimasto estromesso dal mio ambito lavorativo (meglio sarebbe dire che era un sogno a occhi aperti, per il quale mi sono...sprecato inutilmente) e ho cercato di rimediare, individuando un altro ambito lavorativo, dove, pur avendo esperienza da maturare, ho ritratto qualche soddisfazione.
Anche in questo caso, però, lo scotto dell'età avanzata e di una mancanza di formazione specifica nell'ambito in questione (oltre, ovviamente, alla mancanza di...spinte) mi costringeranno presto ad abbandonarlo.

In entrambe le esperienze lavorative ho patito severe umiliazioni, in maniera pressochè paradossale: a fronte di un riconoscimento (a parole) del mio valore, a livello pratico, sono stato unicamente sfruttato e poi abbandonato al mio destino (sempre con buoni intenti e buone parole, ovvio).

Mi ritrovo adesso a dover scegliere fra le supplenze scolastiche (per disabili e similia) o lavorare in una cooperativa per quattro soldi, con giovanissimi in carriera.

Non meno sfortunato sono stato sul piano affettivo.
Non sono faccialmente brutto, ma, o per genetica, o per eccessivo sacrificio lavorativo, sono rimasto estremamente magro e fisicamente etereo.
Non di rado, mi vengono dati anche 15 anni di meno e spessissimo mi viene attribuita, per l'aspetto, una sicura omosessualità (sono etero).
Insomma, non appaio mascolino, con conseguente successo limitato con le donne, che mi ha affossato l'autostima nel corso del tempo, spingendomi, come in un circolo vizioso, a cercare riscatto nel lavoro (con quali risultati, si è detto).

Solo adesso, non più giovanissimo, ho finito per attirare interesse di donne più grandi di me, fisicamente brutte, con figli a carico, le quali sono consapevoli di essere...all'ultima giocata.
Inutile dire come queste esperienze (ho una specie di mezza relazione al momento) mi acuiscano unicamente la depressione, sia per la constatazione di avere un valore personale (di mercato, direi) così basso, sia nel vedere le possibilità di altri.
La cosa è ancora più grottesca se si pensa come la mia attuale compagna mi ami, credo, sinceramente; al contrario, io ho certe volte vergogna di lei.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Ha dei sintomi oppure il suo è un problema atavico che riguarda la sua condizione generale?



Dr. F. S. Ruggiero


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[#2]
dopo
Utente
Utente
Egregio dottore,
Per mia natura, sono sempre stato triste. Al quadro precedente, bisogna aggiungere come abbia perso entrambi i genitori per malattia (il padre a 3 anni, la madre a 24 anni).
Il rimedio trovato per tirare avanti è concentrarmi sul lavoro, con un fanatismo immotivato (visti i risultati).
Sintomi, speranza di morire presto e senso di oppressione appena mi sveglio la mattina.
[#3]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Quindi è un modo di porsi verso la vita con una propositività non soddisfacente.

Deve capire se desidera continuare ad avere questo tipo di comportamento o se vuole porre delle modifiche per approcciare alle situazioni in modo più positivo.

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[#4]
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Utente
Utente
Egregio dottore,
l'approccio diverso alla vita potrebbe venire da:
1 - genitori non morti prima dei 60 anni;
2 - lavoro almeno parzialmente soddisfacente e continuativo;
3 - relazione affettiva appagante nei limiti della normalità;

Alternativamente, non vedo in che modo possa o debba ritenermi in grado di valutare diversamente la situazione.