Avere o meno un attacco di panico

Buon pomeriggio,

Richiedo un consulto per un misto tra curiosità e paura.

Io soffrii di una leggera ansia a 20 anni che mi portava a temere di svenire in ogni momento della giornata al tempo facevo grande uso di Cannabis; durò un annetto per poi sparire spontaneamente.

Oggi, a 27 anni, dopo che sono partito per andare a lavorare in Francia, probabilmente le varie paure legate a questo miste al periodo Covid (ho sempre avuto ENORME paura di contrarlo, tant’è che facevo tantissime ricerche su Internet) hanno fatto tornare la paura.
Stavolta la paura di avere un attacco di panico o un attacco d’ansia incontrollabile in situazioni sociali.


Voglio evidenziare: non è mai successo, mai.
Come a 20 anni non svenii mai, ma la mia paura per le turbolenze ansiose proviene da mia madre, che invece ha sofferto di attacchi di panico stroncanti quando dovette operarsi all’utero.
Io l’ho vista averne uno ma soprattutto la vedo ancora oggi prendere tantissimi farmaci per tenere a bada questo problema, e ho il terrore di fare la stessa fine!

Vado in terapia da 3 mesi, e il mio psicologo insiste sul fatto che il mio profilo personale e caratteriale lo porta a dire con estrema sicurezza che non avrò mai un attacco di panico.
la mia domanda è la seguente: si può davvero dire questo?
Esistono profili più e meno predisposti ad avere attacchi di panico?


Vi ringrazio in anticipo!
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
"lo porta a dire con estrema sicurezza che non avrò mai un attacco di panico.
la mia domanda è la seguente: si può davvero dire questo?
Esistono profili più e meno predisposti ad avere attacchi di panico?"

Questa non è la soluzione, questo è il problema. In sintesi tutto quello che ha detto si esemplifica in questo tipo di interazione. Lei chiede una cosa: la risposta che può avere è o di totale rassicurazione, oppure tutto il resto; la totale rassicurazione produce in lei una reazione in cui chiede di nuovo conferma ad altri. Tutto il resto è quello che non vuole possibilmente sentirsi rispondere.
Il problema non è né l'una né l'altra risposta, che Lei sa benissimo governare e criticare, ma la sua ossessione che la porta a farsi domande.

Questa deve curare.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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dopo
Utente
Utente
Lei mi ha dato una chiave di lettura super interessante. Con un solo messaggio, ha identificato il mio problema nell’ossessione più che nell’ansia in sè.
Ma lei comprende che questa, per quanto non porti a un evitamento delle situazioni sociali, è molto pesante da maneggiare .forse più dell’ansia stessa!
Come la si può affrontare?
Si può davvero riprogrammare un cervello a non produrre più ossessioni di questo tipo?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Che esistano trattamenti per le ossessioni sicuramente, non è certo un problema nuovo, anzi direi che tra quelli frequenti è il problema su cui esistono più metodi.

Dr.Matteo Pacini
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Utente
Utente
Io (forse facendo un errore) ho consultato uno psichiatra che mi prescrive 1 quarto di pillola di Zoloft al giorno e 10 gocce di EN all’occorrenza.
Lo psicologo che mi segue da 3 mesi, invece, insiste sul fatto che non ho bisogno di farmaci di nessun tipo, ma soltanto di riprogrammare il mio modo di vivere le situazioni.
Io, personalmente, non voglio prendere farmaci posso fidarmi del mio psicologo? O la mia ossessione sta portando a mettere in dubbio anche lui?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Dove starebbe l'errore nell'aver fatto una visita con uno psichiatra ?. Quella sarà la dose iniziale, poi presumo che vada a salire. Avrà fatto anche una diagnosi presumo.
Lo psicologo non conosce i farmaci, per cui non dovrebbe esprimersi rispetto ad essi. "Riprogrammare il modo di vivere le situazioni" può essere l'obiettivo di una psicoterapia, e non è ostacolato dall'uso della terapia farmacologica.

Dr.Matteo Pacini
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Utente
Utente
Ho consultato lo psichiatra esclusivamente per avere la rassicurazione che non avessi bisogno di farmaci...come lei ha detto, sono alla ricerca di rassicurazioni sulla mia ipocondria ansiosa, come se si potesse ridurre ad una matematica che "se fai questo, passa, se non fai questo, aumenta..". Per questo pensavo potesse essere stato un errore.

Sui farmaci, io ho un pò paura di prenderli...da bravo ipocondriaco, la mia cultura medica viene tutta da Internet (lo so, lo so...) e vedendo anche mia madre, avrei voluto sentirmi dire che non ne avevo bisogno se devo essere sincero. Poi ho letto che lo Zoloft spesso l'ansia la aumenta, e conoscendomi...se c'è il rischio di qualcosa, io ho l'ansia per quel qualcosa! (quando mi sono vaccinato, dopo ogni dose avevo due/tre ore di ansia fortissima).

Lo psicologo mi ha sempre detto che se avesse pensato che ne necessitavo, mi avrebbe subito girato ad uno Psichiatra...ma lui continua ad insistere che non ce n'è bisogno.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Che si sia fatto visitare per essere rassicurato è una sua distorsione, quel che accade è che il medico l'ha visitata.
Ma non esiste questa visione in cui si valuta se uno necessita di farmaci. Si valuta cosa uno ha, poi le opzioni di cura, se ci sono, si scelgono.
Già partire con una visione in cui si stabilisce se uno ha bisogno di un farmaco è assolutamente fuori da una visione medica normale.

Dr.Matteo Pacini
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Utente
Utente
Allora le pongo una domanda di curiosità medica (quindi, aldilà del mio caso specifico). Lei crede che problematiche di salute mentale (parlo di attacchi di panico, attacchi d'ansia, Depersonalizzazione ecc...) possano essere affrontati anche senza farmaci o possono essere equiparati a una malattia di carattere fisico? (ad esempio, io immagino che il diabete senza farmaci non si curi...)
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dopo
Utente
Utente
Intendo dire: essendo dinamiche molto legate a come uno le vive, se una persona riuscisse a vivere questi sintomi con meno ansia (non dico affatto che sia facile farlo, so bene che non lo è) riuscirebbe già ad aver arginato gran parte del problema?
La differenza con una malattia tipo il diabete, ad esempio, è che io posso ignorarla quanto voglio, ma il mio malessere continua ad esserci perché parte da una base fisica.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
"possano essere affrontati anche senza farmaci o possono essere equiparati a una malattia di carattere fisico?"

Non è che possono essere equiparati. Sono una malattia di carattere fisico. Altrimenti cosa sono ?
Psichica è la manifestazione, come metabolica è nel caso del diabete, o cutanea nel caso della psoriasi. Ma fisiche sono tutte.
Le malattie ignorate hanno un decorso e delle complicazioni possibili. Compreso il fatto che possano anche andar via dopo un certo periodo, con varia "cicatrice" funzionale, per così dire.
Il fatto che valga la pena curarle dipende dal decorso atteso, dal limite che nel frattempo pongono, e dai postumi che lasciano.

Dr.Matteo Pacini
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