Autolesionismo, ansia, depressione, tentato suicidio

Cari medici, mi auguro di cuore che possiate aiutarmi a capire e ad indicarmi la giusta direzione per portare in salvo mia figlia ed il resto della famiglia.
Ho una figlia di 22 anni con problemi psicologici, premetto che è già in cura da uno psichiatra e da uno psicologo.
Per esporre il problema devo necessariamente partire da quando era poco più di un'adolescente.
Intorno all'età di 12 anni sviluppò un interesse morboso nei cibi spazzatura, la portammo da uno psicologo che ci disse di non preoccuparci in quanto secondo lui fosse semplicemente golosa.
Dopo averla vista un paio di volte ci consigliò di interrompere la psicoterapia perché riteneva non esserci alcun problema, così la sospendemmo.
Intorno all'età di 15 anni scoprì casualmente che praticava autolesionismo, così ricontattai lo stesso psicologo in quanto molto stimato nella mia città, che a quel punto dovette ammettere che mia figlia aveva un problema e la prese in cura.
Dopo circa un anno di psicoterapia, in una consulenza famigliare, mi disse che mia figlia fosse fortunata perchè aveva trovato un bravo ragazzo e che essendo felice non aveva necessità di fare 2 sedute a settimana e le ridusse ad 1 sola ma dopo pochissimo tempo mia figlia cominciò a non fare più nemmeno quella sola seduta e le sospese di nuovo del tutto.
Ha sempre avuto un carattere ribelle, una forma mentis tutta sua, molto colta ed intelligente, sveglia ed intuitiva ma sempre molto ribelle, intanto il suo interesse per la psicologia cresceva tanto da farle fare domanda di ammissione all'università ma purtroppo i test d'ingresso non le andarono bene, da quel momento ogni anno si è iscritta ad una nuova facoltà senza mai frequentare e la sua ribellione ha cominciato a tramutare in aggressività.
In tutto ciò ha continuato a praticare l'autolesionismo in più modi tra tagli, e scottature.
L'anno scorso, dopo i 2 anni di aperture e chiusure per causa covid si è lasciata con il fidanzato a causa della sua esplosione di vitalità che le venne dopo l'ultimo lockdown, lui non reggeva gli orari che faceva lei con gli amici anche perché intanto lui frequentava la facoltà dove lei non era riuscita ad entrare.
Per cercare di calmarla la portai da un nuovo psicologo che mi disse che mia figlia soffriva di ansia, depressione, che avesse pensieri suicidari e fosse borderline, mi consigliò di associare alla psicoterapia anche una cura psichiatrica e dopo aver fatto qualche visita psichiatrica iniziò la cura con zoloft, tolep e 1/2 tavor, nemmeno un mese dopo aver cominciato la cura ha tentato il suicidio con un cocktail di medicinali.
Oggi continua la cura ma dorme tutto il giorno, vive di notte e spesso torna a casa ubriaca.
Gira di notte per la città a volte anche da sola ma il giorno resta tutto il tempo a letto.
Lo psicologo ha suggerito un ricovero in una clinica riabilitativa ma diceva che l'attesa è molto lunga.
Come posso affrontare una situazione di così forte disagio per lei e per tutta la famiglia?
Vi prego aiutatemi
[#1]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
A parte la valutazione dello psicologo, la diagnosi dello psichiatra quale è?



Dr. F. S. Ruggiero


http://www.francescoruggiero.it

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[#2]
dopo
Utente
Utente
La valutazione dell psichiatra è disturbo della personalità da borderline
[#3]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
Lo psichiatra cosa propone rispetto alla persistenza della sintomatologia?


È seguita dal csm di zona?

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[#4]
dopo
Utente
Utente
Lo psichiatra ritiene che debba continuare la cura farmacologica ed intensificare la psicoterapia mentre lo psicologo consiglia il ricovero.
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