Associazione metilfenidato e sertralina?

Buongiorno dottori,
Brevemente: sono in terapia con 20mg/die di Ritalin per ADHD.
Tuttavia soffro anche di ansia, bulimia, fobia sociale e ruminazioni ossessive.
Durante l'effetto del metilfenidato tutto ciò migliora facendomi sentire in controllo.
Tuttavia l'emivita è davvero breve e se dimentico di prenderlo, o durante la sera divento preda delle mie ansie/ossessioni.
La mia psichiatra ha suggerito di associare la sertralina.
È chiaro che il metilfenidato pur risolvendo temporaneamente qualcosa, non permette una copertura temporale sufficiente.
In passato ho preso atomoxetina, fluoxetina, topiramato, paroxetina e clomipramina, e nessuno di questi ha sortito effetti terapeutici degni di nota.
Chiedo il Vostro parere su questa associazione tra psicostimolante e un altro SSRI.
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47k 1k
Più che altro in passato ha preso farmaci simili senza successo, e il metilfenidato funziona senza essere un antiossessivo in sé.
L'associazione è possibile, ma quegli aspetti che elenca sono diagnosi o tipi di sintomi e basta ?

Dr.Matteo Pacini
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Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Gentile Dott. Pacini.
Grazie per la risposta! Il metilfenidato, sì, aiuta per queste altre problematiche non legate all'ADHD. Tuttavia terminato l'effetto terapeutico ritornano episodi bulimici, ansia sociale e ruminazioni.
Riguardo alla Sua domanda se ho capito bene la diagnosi vera e propria è la bulimia nervosa. Ansia sociale e ossessività non-OCD credo siano sintomi. Non essendo io del campo prenda con le pinze le mie parole.
In ogni caso ho avuto molta difficoltà a seguire la posologia del Ritalin temendo mi facesse male (ho eseguito di mia iniziativa ecocardio, holter 36 ore e numerosi ECG) e ovviamente temo che la sertralina mi spinga nuovamente in una simile spirale ossessiva riguardo a potenziali effetti nocivi. Ovviamente questa ansia ossessiva sulla mia salute va e viene a periodi.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47k 1k
Questo effetto che si esplica anche su componenti non di attenzione-ipercinesia del metilfenidato dovrebbe giustificare una revisione diagnostica. La cosa da verificare è se nel tempo l'effetto si mantiene o meno, e questo dipende dalla situazione biologica sottostante. Siccome qui l'uso non è sulla diagnosi per cui è noto il meccanismo, è da evitare che abbia un effetto stimolante verissimo ma transitorio, come per un tranquillante sull'ansia, che poi invece nel lungo termine complica le cose. Ma è un'ipotesi, semplicemente.
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