Ansia nonostante terapia

Buongiorno, vi contatto per chiedervi delucidazioni in merito ai miei problemi d’ansia.

Sono ansiosa da sempre, ma le cose sono peggiorate negli ultimi tre anni.
Con la pandemia sono usciti tutti quei traumi che io non volevo affrontare e ho cominciato a soffrire di crisi di panico e insonnia.
Dopo qualche mese mi sono rivolta sia a uno psicologo sia ad uno psichiatra e con quest’ultimo sono ancora in terapia, mentre con lo psicologo ho interrotto perché nel frattempo sono partita in Erasmus (sono in Francia da ormai 7 mesi e fino a qualche giorno fa stavo bene).
Lo psichiatra mi ha prescritto daparox 20mg, che sono diventati 30 circa un mese fa perché gli ho spiegato che nel tempo avevo avuto qualche sporadica crisi di panico.
Niente cambiamenti significativi, ma da tre giorni la situazione è precipitata drasticamente: sono tornate le crisi, i conati di vomito, l’inappetenza, la stanchezza (non dormo quasi nulla nonostante assuma trittico, due terzi di compressa prima di dormire).
Devo ammettere che si tratta di un periodo estremamente stressante: oltre ad essere lontana da casa, sto scrivendo la tesi, in più con un relatore assente, gli scioperi limitano molto le mie uscite, e da esattamente tre giorni (da quando è comparsa la prima crisi), ho una mezza frequentazione con un ragazzo, che mi tratta come una regina e mi rispetta in tutto e per tutto, ma non riesco a capire perché queste crisi siano iniziate proprio il giorno dopo una nostra serata insieme.
Ho già contattato il mio psichiatra e aspetto che mi risponda, ma sono confusa più che mai.
Io pensavo di essere sulla buona strada per superare il problema e vivere una vita serena, ma ogni volta che trovo un piccolo equilibrio, viene spazzato via.
Tra pochi giorni rientro in Italia per Pasqua e avrò la mia famiglia ad aiutarmi, ma mi sento perennemente un peso perché devono limitare la loro vita per stare dietro a me.
Qualche consiglio?
Pensate che se ne possa uscire quest’ansia mi accompagnerà per tutta la vita?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Quando l'effetto di una cura, nonostante periodo di apparente buon compenso, sembra instabile e venir completamente meno in altri periodi, può essere che ci sia una struttura cosiddetta "umorale" che rende la cosa instabile, non importa se non c'è un'espressione clinica, come substrato biologico. Allora in tal caso è importante capirlo meglio per reimpostare la cura. Altrimenti può essere solo un problema di dose, però quando è così di solito è un problema di funzionamento non completo, non pieno, ma non instabile.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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dopo
Utente
Utente
Ieri sera ho contattato il mio psichiatra. Secondo lui è un problema di assestamento, dovuto all’aumento della dose. Infatti, da tre settimane, ho aumentato la dose da 20 a 30mg. Mi ha detto che ci vuole un po’ di tempo prima che il corpo si abitui al cambiamento e che i farmaci facciano pienamente effetto. Voi cosa ne pensate? Io mi fido del mio psichiatra, ma un parere in più non guasta
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Non ho capito. ripete da capo la domanda.

Dr.Matteo Pacini
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dopo
Utente
Utente
Buonasera,
Dicevo che secondo il mio psichiatra questo ritorno dell’ansia è dovuto all’aumento della dose che ho effettuato tre settimane fa. Mi ha detto che ci vuole un po’ prima che il corpo si abitui alla nuova dose e reagisca positivamente. In ogni caso ha deciso di mantenere la cura tale e quale e vedere come andrà nelle prossime settimane. Intanto posso dire che l’ansia è molto forte al mattino e poi va scemando e scomparendo nel resto della giornata, ma so che questa cosa è frequente
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Ah quindi era solo l'aggiornamento con la risposta del suo medico. Però poneva ancora la domanda da capo.

Dr.Matteo Pacini
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