Io sono affetto da disturbo bipolare di tipo 1

gentili medici,
vorrei chiedere un consulto: io sono affetto da disturbo bipolare di tipo 1. e' passato un anno e mezzo dalla mia seconda crisi. ho avuto una crisi nel gennaio 2007, poi non ho continuato la cura farmacologica sembrava che mi ero ripreso invece ho avuto una seconda crisi a marzo del 2008. Mi sento bene l'unica cosa che mi e' rimasta e' la paura di uscire ed incontrare persone che conosco, specialmente i miei amici. la terapia che prendo e' : 1 depamide, 5mg di abilify, un mutabon forte questo la mattina ;
alle due di pomeriggio prendo un mutabon forte;
la sera prendo 20 mg di zyprexa, 1 depamide, e un mutabon forte.
cosa ne pensate di queste paure che ho , il mio medico mi dice che passano e ci vuole solo tempo. ripeto e' gia' un anno e mezzo dalla crisi.queste paure mi fanno distrarre pure quando guido perche' guardo a destra e sinistra per vedere se c'e' qualcuno che conosco. questo e' quanto mi succede nel mio paese fuori dal mio paese mi capita ma con inferire frequenza cioe' quasi mai.
[#1]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.6k 993 248
Gentile utente,

Il consulto è una copia del precedente https://www.medicitalia.it/consulti/psichiatria/78840-i-medici-mi-hanno-prescritto-zyprexa.html

Ci vuole tempo significa che non è bene che lei stia adesso, in questo periodo della sua vita e per il futuro, a preoccuparsi di questo problema al di là di quello che serve per seguire le terapie e farsi controllare.

Non c'è niente che non vada nella terapia che sta seguendo.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
dopo
Attivo dal 2009 al 2017
Ex utente
gentile dottore,
grazie di aver risposto. io volevo sapere se queste anche con il tempo passano altrimenti la mia vita e' un inferno. grazie per quanto volete rispondermi
[#3]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.6k 993 248
Appunto, è la stessa domanda degli altri consulti, che le è stato consigliato di non porsi. Cestini queste domande fine a se stesse a cui nessuno può rispondere, si controlli di meno perché i cambiamenti non si misurano giorno per giorno, e segua le indicazioni del medico.
Una psicoterapia cognitivo-comportamentale potrebbe giovarle a rinunciare a porsi domande e produrre cambiamenti nella sua vita quotidiana che poi si ritroverà come progressi graduali.
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