Due domande

Dottori buongiorno,
vorrei fare due domande rispetto a due cose che mi sono state dette dal mio psichiatra.

La prima è che ho il disturbo bipolare, sono in fase maniacale e sono paranoica.
Ne abbiamo discusso a lungo con il Dr.
Pacini, io sono stata diversi anni in carico in un servizio specialistico per il disturbo bipolare e nessuno mi ha mai detto che ho il disturbo bipolare o lo a mai scritto su alcun certificato contenente le diagnosi.
Adesso mi comunica addirittura che ho una mania psicotica, anche se dormo, lavoro, mangio, faccio ciò che fanno tutti.
In che circostanza me lo dice?
Di fronte al fatto che io lo "accuso" di non essersi accorto di un effetto collaterale che mi ha causato una lunga malattia e varie sequele.
Questa è la mia maniacalità che pure avrò forse, ma in questo caso puntualizzarlo è evidentemente un modo di proteggersi dal pensiero di aver sbagliato.

Seconda cosa, mi dice che gli psichiatri non sono quasi mai condannati perché è difficile stabilire il legame tra farmaco ed effetto collaterale.
Allora io mi chiedo alla luce della sua affermazione se sia etico dare un farmaco se non si può prevederne eventuali effetti nocivi, non li hanno testati?
Come compilano il bugiardino?
Soprattutto mi pare strano dirmelo dopo che avendo variato la terapia mi sono trovata per mesi a lamentare effetti collaterali seri per i quali ho dovuto assumere anche altri farmaci.
Mi dice che temeva mi suicidassi.
Per la cronaca, la terapia è stata abbassata lo stesso, ma dopo lunghe sofferenze e un problema di salute non recuperabile.
Ne valeva la pena?

In realtà dove andavo prima era tutto diverso, erano assai esperti nel valutare gli effetti collaterali e molto prudenti negli aumenti di dosaggio, mai di più farmaci alla volta tra l'altro.

Vorrei capire se magari c'è qualcosa che non colgo.
Grazie!
[#1]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Non è ben chiara la natura delle sue domande.

Chiede per sapere cose o chiede per avere conferme di ciò che pensa?


Anche lo scritto sembra un po’ confuso, si curava o no per un disturbo bipolare?

Ha chiesto chiarimento sull’andamento della sua patologia?

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[#2]
dopo
Utente
Utente
Prendo il litio, perciò ho chiesto più e più volte se avessi il disturbo bipolare. Ne ho parlato a lungo con il Dr. Pacini, se c'è perché non dirmelo, molto meglio rispetto alla mia diagnosi di personalità che è molto più pesante e discriminante! Non solo, il mio psichiatra precedente mi teneva al limite minimo del range, per l'ideazione suicidaria. Ora invece questo psichiatra ha aumentato tutta la terapia, di qui gli effetti collaterali imponenti. La domanda è: come sono potuta passare in una visita da disturbo di personalità a bipolare 1, senza problemi di sonno, eccitamento o accelerazione, con il litio nel range e un antipsicotico? E emerso perché l'ho criticato?

La seconda domanda è: è vero che gli effetti collaterali sono difficilmente ascrivibili a questo o quel farmaco? Non è così in nessuna branca della medicina, un anestesista saprebbe fare un collegamento almeno in via ipotetica e prudenziale ma, dottore, mi rimetto alla sua valutazione. Per me la terapia andava abbassata prima che accadesse l'irreparabile, lui sostiene che non è chiaro il legame. Deve essere assolutamente certo il legame per proteggere il paziente? Ho perso fiducia perché domani agirà allo stesso modo e stavolta potrei non raccontarlo.
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