Scelta antidepressivo e paure

Buongiorno,
Sto passando un momento molto difficile e lo psichiatra mi ha prescritto Cymbalta, pur dicendo che anche ZARELIS che ho preso anni fa con buon esito andasse bene comunque.

Ho letto purtroppo che Cymbalta non è ben tollerato dal fegato e volevo chiedere delle informazioni, se possibile e chiedere se la venlafaxina ha meno epatossicità e la differenza tra i due farmaci.
Grazie di cuore
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.7k 993 248
Quindi Lei è diventato un esperto di epatototissicità da farmaci, il medico lo ritiene un mezzo ignorante perché non conosce le cose che Lei può leggere con facilità in rete. Individua Lei le terapie migliori e contemporaneamente più sicure, e poi giusto come ultimo passaggio chiede qui una conferma. Dopo di che si recherebbe dal medico, presumo, con questa proposta, magari dicendo anche che ha chiesto anche su un sito e le hanno detto etc etc.

Le sembra il modo giusto di porsi di fronte ad uno specialista ? Le è stato forse proibito di chiamarlo per chiedere delucidazioni direttamente ? Ovviamente rimane il fatto che contestare una cura dicendo "ho letto che..." per poi suggerire il risultato delle sue ricerche è qualcosa che potrebbe risultare arrogante e irritante come approccio, oltre che di una ingenuità evidente.

Curioso è anche che non abbia indagato sulle varie tossicità possibili, organo per organo, e che le interessi solo il fegato. Capirà anche da questo il non senso dell'approccio che sta avendo.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Utente
Utente
Sono una persona che non sta bene e non le elenco gli innumerevoli motivi. Sicuramente la mia domanda è stata ingenua e irrispettosa e me ne scuso ma è stata posta proprio per paura di dare una cattiva impressione al mio medico e non perché io non mi fidi, perché per me è un enorme professionista e mai oserei mettere in dubbio nulla che lo riguardi. Mi vergognavo a chiedere e non volevo pensasse male. Ho sbagliato a farlo qui. Assolutamente. Chi sta male spesso fa dei gesti stupiti e si rifugia nelle paure, senza farlo apposta, per l’incapacità di affrontare delle cose ancor più complesse. Credo lo sappia meglio di me. La sua risposta mi ha ferito ma mi ha fatto riflettere quindi la ringrazio molto e mi scuso anche con Lei. Io ho un enorme stima, riconoscenza e rispetto per il professionista che mi segue e sono mortificata per aver dato esattamente l’impressione opposta. Non sono una esperta in nulla. Solo una persona che attraversa un momento di depressione profonda e che ha permesso alle paranoie di prendere piede, cancellando ogni razionalità. Buona serata
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.7k 993 248
Il senso era quello, ovviamente non dirLe che dovrebbe sapere cose tecniche, men che meno che non dovrebbe permettersi di chiedere spiegazioni, anzi. Ben vengano.
Però ormai, grazie anche alla presenza di informazioni libere, incontrollate e equivalenti, per metà vere per metà false, ognuno fa una sorta di cherry-picking, cioè pesca delle informazioni in base al suo stato. Chi è ansioso pesca cose allarmanti. Tipicamente, prende un aspetto che "si dice" che sia importante, quindi che ne so, il fegato piuttosto che il cuore.
Il meccanismo in questi casi non è irrazionale, anzi il contrario, è una razionalità in cui però manca il pezzo iniziale, e quindi non si va a parare da nessuna parte.
Alla fine, fidarsi del medico è certamente una posizione in cui non si chiede tutto il possibile, ma anche perché di fatto non avrebbe senso. Proporre delle cure sarebbe come dire che le letture "in giro" valgono di più del rapporto col medico. Se mai uno espone dei dubbi e sente la risposta.
Oggi come oggi, presentarsi dal medico con "ho letto che" significa molto probabilmente ottenere una reazione negativa, a prescindere. Poi un conto è - come accade anche qui - se espone un problema e qualcuno le dice che la cura è completamente sbagliata, con dei motivi e delle spiegazioni. Ma il dubbio fine a se stesso è un sintomo e non un problema da svolgere.

Dr.Matteo Pacini
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Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Utente
Utente
Ha assolutamente ragione e capisco perfettamente il suo discorso. Mi ha aiutato molto questo errore, soprattutto per cercare di non commetterlo più. Le letture in giro, ovviamente, non valgono di più del parere di un professionista che ha a cuore la nostra salute e lavora e agisce per questo. Mi creda non era questo il mio intento e sono profondamente mortificata. La rete è assolutamente senza controllo e i timori li aumenta di gran lunga. Non siamo noi pazienti a dover fare delle diagnosi e diventa un vortice dal quale si viene inghiottiti e per mano nostra.
Anche se consapevoli sia sbagliato a volte si fa semplicemente ciò che si può . Non è certo facile vivere con queste paure e rendersi conto di andare oltre, vivere una vita molto complicata e rendersela ancora più difficile. Se stessi bene non avrei bisogno di un supporto, chiaramente, e non avrei fatto una leggerezza così grossolana, nonostante la profonda stima e fiducia nel mio medico.
La ringrazio per le sue risposte. Subito mi hanno fatto male, per i modi così diretti, ma successivamente mi hanno fatta sinceramente riflettere e dato un grande aiuto.