Come posso riappropriarmi del piacere di viaggiare

Dopo circa 9 anni, la mia psicologa ha ritenuto conclusa la psicoterapia che abbiamo intrapreso, in cui abbiamo affrontato e lavorato perché riuscissi a convivere insieme alla mia ansia, esplosa nel 2008 e che ha portato un capovolgimento totale nella mia vita - terremoto.
sono nata con la malattia esostosante, scoperta da mia madre quando avevo 7 mesi.
Prima operazione a 5 anni, ultima a 19.

Ho varie cicatrici ed esostosi per tutti il corpo, per il quale non mi sono mai scoperta e che ancora inconsciamente cerco di coprire.
Mia mamma mi ha avuta a 23 anni, ed è da sempre un’ansiosa cronica, con un padre padrone (mio nonno).
La sua forma di sfogo è la rabbia ed il rifiuto.

Di mio padre non ho ancora ben capito quale sia la diagnosi; è un’analfabeta affettivo, fermo all’età dell’adolescenza.
Messo a fuoco tutto il male che mi hanno involontariamente inferto (il rifiuto di mia madre nei miei confronti e l’assenza emotiva di mio padre) ho vissuto un periodo di grande rabbia che è seguito poi ad una miracolosa accettazione, che mi ha in parte guarito l’anima.

In questi anni di psicoterapia ho imparato a prendermi cura di me, ad ascoltare quello di cui ho bisogno, a prendermi un impegno e a portarlo a termine.

Ma la claustrofobia della distanza e della notte rimane.
Definisco claustrofobia come la condizione inevitabile in cui devo vivere obbligatoriamente le ore di buio e le ore di distanza che mi separano da casa.

Misuro la piacevolezza di un viaggio secondo la distanza da casa: viaggiare per me è una grande difficoltà da affrontare.
Da qualche anno ho ripreso a fare delle vacanze ma rimangono dei momenti di forte stress, con delle notti di passione che mi sfiancano.
Ultimamente mi è capitato di dirmi ma chi me lo fa fare di soffrire e ho scelto di starmene tranquilla a casa.
MA il mio sogno, desiderio, obbiettivo, è ritornare a viaggiare con piacere.
Voglio tornare a visitare il mondo, passo dopo passo.

Voglio guardare alle vacanze come ad un regalo per me stessa e non ad una difficoltà da affrontare.

Continuo a sentirmi costantemente in pericolo quando sono fuori dalla mia zona confort.

Ed ecco la mia domanda: C’è una terapia specifica che potrei seguire?
Un terapista specializzato?
Un medico?
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Dr.ssa Giulia Quaranta Psicologo, Psicoterapeuta 6
Buona sera sig.,
immagino quanta fatica faccia ogni giorno. Probabilmente alcune dinamiche interne non erano pronte ad uscire nella terapia precedente. Resto a disposizione. A presto

Dott.ssa Giulia Quaranta
www.giquaranta.com