Aiuto a superare un lutto e aiutare un genitore

Gentilissimi dottori,
Solo pochi giorni fa ho perso il mio papà.

È stato improvviso e sconvolgente perché abito sotto casa dei miei genitori e io e mio marito siamo accorsi subito e abbiamo tentato di aiutare mio papà fino all'arrivo dei soccorsi ma purtroppo non abbiamo avuto fortuna...Premetto che avevo un bel rapporto con mio papà, non di mille parole ma di tanti gesti, mio papà è sempre presente per ogni necessità che si presenta con le figlie, con le nipoti, con tutti.

La sua mancanza è enorme.


Nonostante vivessimo vicini e ci vedessimo molto spesso, per carattere ho sempre avuto bisogno di ritagliarmi dei momenti miei, momenti in cui non mi sentissi figlia ma adulta.

È sempre stata una sensazione, quella di non voler sempre fare tutto con i miei genitori, che mi ha fatto sentire in colpa.

Vedevo altre famiglie che avevano sempre i genitori al seguito, Per esempio a fare la spesa sempre con la madre, ai giardini con i figli e la madre a seguito.

A me piaceva anche ma non doveva essere la regola.

Questo modo di fare mi ha fatto sempre sentire in colpa...
Adesso che è mancato mio papà, che era una cosa sola con mia mamma, facevano tutto insieme, io mi sento da una parte, la parte maggiore, di dover stare vicino a mia mamma, anche se stare a casa è doloroso, ogni angolo parla di lui e della nostra vita felice, dall'altro mi sento male anche perché non ho più la mia vita, i miei spazi.

E il fatto di essere sopra e sotto mi fa sentire ancora peggio perché penso, sono qui sotto a fare colazione, vado su così faccio compagnia alla mamma...
E poi c'è il lato notte.

Da una parte mi dispiace da morire a pensare a mamma sola, dall'altra ho una bimba di 8 anni e i nostri riti della nanna...una figlia di 17 con mille problematiche...E mi sento in colpa per non essere una figlia che lascia tutto e passa il suo tempo cercando di alleviare il dolore della mamma...dolore che è anche il mio ma che vorrei vivere in solitudine...
Vi chiedo una mano, sono tanto sbagliata come figlia?

Mi sento egoista...Grazie
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Dr. Alice Garbin Psicologo 3
Buongiorno,
Anzitutto dispiace sempre per la perdita di un genitore e per questo le rivolgo parole di cordoglio.
L'invecchiamento come la perdita di un genitore costituisce un evento a cui si è sempre poco preparati, tanto più nel caso in cui la vicinanza permette di vederli tutti i giorni e quindi di rendersi conto poco dei loro cambiamenti e della vecchiaia che avanza. Venendo alla riflessione che ha proposto vorrei che considerasse il fatto che, proprio perché ha abitato sempre vicino a loro, ha potuto essere per loro una fonte di compagnia e sostegno e di questo, anche se magari non ne fanno parola con lei, gliene sono sempre grati. Mantenere un confine tra la vita con la sua famiglia e l'aiuto ai genitori è, a mio avviso salutare per entrambi. Mostrare la sua disponibilità e presenza nei momenti di maggior bisogno è già di per sé sufficiente ad aiutare sua madre ad affrontare il lutto, senza necessità di trasformarsi in una "badante h24". Inoltre consideri che, come sua madre, anche lei sta affrontando un lutto e dovrebbe quindi prendersi del tempo per elaborare l'accaduto. Se questo significa ritrovarsi con il genitore ancora vivo e stringersi a lei, segua pure i suoi bisogni del momento, ma se dovesse invece sentire la necessità di isolarsi o parlare con qualcuno esterno alla sua famiglia, lo faccia senza sensi di colpa né verso sua madre né verso la sua famiglia che sicuramente capirà la situazione che sta attraversando. Le auguro di affrontare con il miglior spirito possibile questo difficile momento

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dopo
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Grazie Dott.ssa