Continua l andia è devastante

Buonasera scrivo come sempre per mia figlia 1 media che ormai ci sta portando ad un crollo emotivo di tutta la famiglia! Se si distrae va tutto bene! Ma basta poco per farsi venire delle fisse.
Anche un brufolino su di un dito diventa un dramma.
A casa bene o male riesce a stare abbastanza serena!
Ma gia dalla sera inizia con l ansia eella scuola anche se non la nomina! Come ho detto nei precedenti post! Lei e molto emotiva, ha avuto attacchi di panico almeno cosi sembravano.
Stamattina dopo 2 giorni di stop! Per il carnevale è andata a scuola se ne torna dicendo che doveva andare in bagno lo aspettata e tranquillizzata dicendole lo so che hai questo disagio ma facciamo die respiri profondi su e andiamo arrivati davanti alla scuola ha iniziato a piangere e dire che aveva paura di svenire! Ma parlando e un po’ tirandola lo portata dentro e scesa l maestra e piangendo se le portata in classe!
Questo e praticamente tutti i giorni ovviamente con il dopo scuola fa piu o meno la stessa cosa!
Ora ho un po’ analizzato i punti di come si comporta.

Praticamente lei fa cosi un po in generale con tutto.
Dove riesce decide e evita per esempio:
Psicoterapeuta.
È andata un po e poi ha iniziato mi fa male la testa.
Non voglio essere oggi sto bene.
Al che la terapeuta ha detto se non viene di sua spontanea volontà è inutile.

Ha fatto un sacco di attività sportive.
Che inizia ci va per un po’ e poi non frequenta più.
Poi ci chiede un altr attività e fa la stessa cosa.
Ha fatto nuoto.
Palla a volo.
Calcetto.
Basket.
Mai partecipato piu di un mese all inizio sembra presa poi abbandona.

Con il cibo e bella cicciottella mentre mangia il primo prende il secondo poi di nuovo il primo.
E nonostante i nostro richiami mangia con le mani.

La sera quando sta per addormentarsi dorme in camera con la sorella vuole qualcuno vicino o io o mia moglie.
capita che si sveglia la notte ma tutto sommato dorme.

In questa analisi mi chiedo se ce un input per capire se ha un disturbo specifico o e solo un modo per gestire l ansia!
L unica cosa che mi ricordo che durante la vacanza in villaggio ha avuto le prime sere un attacco di panico nonostante eravamo in una camera sola tutti insieme!
Grazie ai vostri preziosi consigli.
Dr.ssa Eleonora Riva Psicologo 55 4
Gentile utente,

i sentimenti e le emozioni che si provano nel vedere un figlio che vive una situazione di disagio possono influenzare l'equilibrio emotivo dell'intera famiglia laddove ci sia da una parte il desiderio di vederne sbocciare il fiore, e dall'altra si debba invece assistere impotenti alle sue difficoltà quotidiane senza trovare risposte o un perchè.

Da quanto ci ha condiviso, sembra che sua figlia stia vivendo una serie di sintomi legati all'ansia, che si manifestano in diversi contesti, dalla scuola alle attività extracurriculari. I bambini, ma soprattutto i ragazzi e le ragazze che entrano nella fase della preadolescenza, è normale possano affacciarsi alle sfide di una sempre nuova quotidianità con ansia e insicurezze, ma quando questi sintomi diventano così intensi da interferire con la vita quotidiana, con il benessere della persona e della sua famiglia, è importante affrontarli in modo adeguato e con il ricorso a figure di sostegno che possano aiutarla e aiutarvi a comprendere le ragioni del problema e come affrontarlo insieme.

Le reazioni agli stimoli esterni (cita un brufolo o l’idea di andare a scuola), fanno pensare ad una sensibilità emotiva molto elevata anche ad una semplice sollecitazione. Persone con alta sensibilità sono portate a percepire situazioni normali o trascurabili come minacciose, alimentando un circolo vizioso di tensione ed ansia. La difficoltà nell’affrontare situazioni nuove o al fuori del contesto famigliare, che di per sè è il simbolo della cura e della sicurezza, come andare a scuola o partecipare ad altre attività, è un segnale che la sua ansia si esprime anche attraverso somatizzazioni o sensazioni fisiche, come attacchi di panico. Ma è importante riferire a un medico o terapeuta la sintomatologia e di conseguenza capire se la stessa è riconducibile a un attacco di panico o ad altro.

L'evitamento, la tendenza a non partecipare a attività sportive o a interromperle, come ad interrompere la terapia, è un comportamento comune nei bambini\ragazzi che affrontano ansia in quanto offre un sollievo temporaneo, ma a lungo termine può solo ingrandire il problema, portando a un aumento dell'ansia, ad avere timore di tutte le situazioni vissute come stressogene con una sensazione di impotenza che piano piano porta all'isolamento sociale.

Considerando la varietà di situazioni in cui la ragazza mostra questa ansia, è indispensabile affrontare la questione con un professionista specializzato. Anche se la terapeuta ha suggerito che la partecipazione spontanea è fondamentale, personalmente troverei utile riconsiderare l'approccio parlandone con un professionista specializzato in età evolutiva riguardo a strategie di intervento che possano aiutare tua figlia a sentirsi più sicura e meno sopraffatta e voi a comprendere meglio radici e natura di ciò che la affligge e come supportarla. Anche sentendo pareri diversi finchè non si incontra il professionista che meglio riesce ad empatizzare con il problema o ha esperienza nell'affrontare casi simili.

È importante anche lavorare sulla comunicazione all'interno della famiglia dove la ragazza si senta di poter parlare liberamente delle sue paure e dei suoi sentimenti senza giudizio, senza banalizzare ciò che vive: può aiutarla a sentirsi compresa e a scaricare le tensioni, condividendole. Cercate insieme momenti di relax in attività anche all'aria aperta che le distolgano la mente dalle sue ansie insieme a voi, che al momento siete le persone su cui fa perno e affidamento, che le danno sicurezza.

Viviamo in una società sempre più complessa dove i modelli propinati dai social alzano sempre di più l'asticella verso la perfezione: accertatevi che non vi sia un sottostante problema di autostima, incoraggiandola a provare nuove attività senza la pressione (sociale, dei compagni\compagne) di dover avere successo, potrebbe ridurre il suo bisogno di evitare queste situazioni. Anche le attività in Parrocchia possono essere di supporto e adatte alla sua età, come momento di confronto e scambio con i coetanei senza pressioni sui risultati che danno sport e scuola.

Cerchi un supporto nella sua zona in terapeuti specializzati in età evolutiva, le saranno d'aiuto senz'altro.

Cordialità.

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Grazie per la sua risposta siamo davvero in un dirupo non so più come fare venerdì abbiamo un incontro con la nuova psicoterapeuta ma già so che troverà mille scuse per non andare! E forzarla sarebbe sicuramente inutile! Fra l altro non so proprio con un ora a settimana come si possa invertire un qualcosa quando da parte sua non c’è la volontà di farlo! Perché lei non si rende conto della sua ansia! Non è razionale e non ha ancora capito che l unico modo per curarsi e metterci in primis la sua volontà . Domani al 99 % non andrà a scuola e nemmeno venerdì perché inizierà a piangere e dire che ha paura di svenire di vomitare e non scenderà neanche dalla macchina. Almeno che non la tiriamo con la forza. Non so se ci sono anche dei farmaci per gestire questa fase acuta con tutte le paure del caso credo che sia l unica soluzione ovviamente sempre con stretto consiglio e controllo psichiatrico
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Dr.ssa Eleonora Riva Psicologo 55 4
Il ricorso ad una cura farmacologica può essere utile in casi così estremi, quantomeno per superare la fase acuta, e affrontare in modo più sereno una terapia, ma ne parli con il Pediatra e possibilmente anche con un Neuropsichiatra Infantile (vista la giovane età) qualora l'ansia anticipatoria sia talmente invalidante da non farla uscire di casa.

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Stasera mi ha chiesto di andare sui campetti dagli amichetti però ha detto ho paura ho sonno! Ho detto dai ti accompagno con la
Macchina è appena ti sei stancata ti vengo a prendere! E e scesa contenta parlavamo e scherzavamo arrivati li ha detto papà mi fanno male
Gli occhi non voglio andare piu e non c’è stato verso! Cosi è anche a scuola!
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Dr.ssa Eleonora Riva Psicologo 55 4
Gentile utente,
ne parli con il pediatra della figlia ed eventualmente approfondirei con un consulto da parte di un neuropsichiatra infantile, figura specializzata nel trattamento dei disturbi psichici in età evolutiva, potranno darle, oltre ad un sostegno psicologico, anche un quadro più completo valutando se necessaria e utile una terapia farmacologica per superare la fase acuta.
Non se ne faccia una colpa, e purtroppo talvolta non bastano incoraggiamenti o rassicurazioni, neanche sua figlia ha il controllo delle proprie emozioni e le subisce, somatizzandole, proteggendosi come può nel breve termine, ma continuando con queste strategie apparentemente salvifiche, le condotte di evitamento piano piano eroderanno la sua vita. E' essenziale un lavoro di equipe e a voi famiglia, abbiate consapevolezza che il momento è difficile ma non irreversibile, ci vuole pazienza ed empatia, probabilmente con alti e bassi, che fanno parte di un percorso di recupero e riabilitazione, fatevi consigliare bene da uno psicologo esperto in età evolutiva come comportarvi nei sui confronti al fine di essere al massimo supportivi.

Con i migliori auguri,

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Lo so mi sento davvero impotente e triste e con 3 figli ed un attività da portare avanti sto trascurando un po’ tutto! Compreso me stesso!
Domani abbiamo l incontro con la nuova psicologa! Con la quale ci siamo sentiti per telefono stamattina perché ero disperato per l’ennesimo fallimento di stamattina di portarla a scuola e le ho chiesto un indicazione per uno psichiatra infantile! Mi ha detto che una fase cosi acuta bisogna probabilmente trattarla anche farmacologicamente! Dai ieri sta mangiando poco e non e da lei spero solo di trovare disponibilità immediata di un bravo psichiatra infantile.
Oggi è riuscita a sbloccarsi un po’ e il fantasma formaggino che e dentro di lei cosi lo chiamiamo lo ha tenuto a cuccia è andata al dopo scuola ed è venuta in moto con me cosa che ama da mori.io le dico sempre dobbiamo riuscire a sconfiggere il fantasma e tu ce la stai mettendo tutta. È inutile scappare o evitare perché le paure vengono con te. Dobbiamo fare come la moto quando accellera si arrabbia e noi la teniamo a cuccia c freno.
Ad ogni modo grazie davvero per il suo supporto sento molta umanità nelle sue parole.
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Dr.ssa Eleonora Riva Psicologo 55 4
Lei è un padre forte e con coraggio sta affrontando una situazione complessa, che richiede molto sforzo ed energia. Affrontarla è il primo passo per aiutare sua figlia a vincere le sue paure e riconquistare, a piccoli passi, la sua autonomia e sicurezza.
Siete sulla strada giusta.

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Gentilissima Dottoressa riprendo questo post. Per aggiornarla e avere un suo parere. La dove è possibile ieri è stata la seconda seduta con la terapeuta la quale dice che la bimba soffre di claustrofobia ma sinceramente non credo sia così perché già prima dei suoi incontri gli insegnanti hanno provato e proposto! Sia un posto vicino alla finestra sia la porta sempre aperta. Anche il doposcuola cerca di evitare ednoggi ad esempio è andata perché la mamma è rimasta in un altra stanza. Ed è riuscita a fare i compiti. Oggi parlando le
Ho detto gai visto possiamo farlo anche a scuola. E lei ga delo so ma non riesco lo so che tu vuoi che io sia come tutti gli altri una bambina normale. Questa cosa mi ha intristito tantissimo. Fra l altro e una cosa che io non ho mai pensato. La situazione a mio vedere sta peggiorando in classe non entra proprio e le maestre stamattina erano piu stufe del solito. Che poi è entrata nell’ edificio alle 10:10 ed uscita alle 10:20 dove la maestra mi ha detto potete venire. Non so ma sono davvero triste non so se ce la farò.
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