Il mio capo rompe sempre

salve,
mi piacerebbe un punto di vista di un professionista per comprendere meglio le emozioni che provo circa la questione di cui vi parlo e che forse ad altri lascerebbe indifferente.

io tengo tanto al mio lavoro: sono ormai 5 anni che lavoro nel settore delle risorse umane.

Mi piace aiutare le persone a realizzarsi, ma il settore in cui lavoro è molto competitivo e popolato soprattutto da uomini, quindi il più delle volte, tutto si risolve in una mera questione economica, insomma ho poca soddisfazione.

I primi due anni, non ero, tra l'altro, neanche tanto considerata, essendo timida, riservata ed avendo una collega invece molto aggressiva, spesso soprattutto da parte del responsabile, venivano fatti paragoni "premiando" la sua aggressività come fosse un vanto dal punto di vista professionale.

Da sola e negli anni, anche confrontandomi con tante persone, e mettendomi sempre in gioco con curiosità, ho accettato e valorizzato la mia introversione portando a pensare che anziché svilirla, dovevo iniziare a pensare che fosse una qualità, perché mi porta ad essere più riflessiva e a prendere decisioni, sì lentamente, ma di maggiore qualità sul lungo periodo.

Ma qual è il problema per il quale scrivo?

Oggi scrivo perché, non sempre, ma spesso il mio responsabile continua a farmi notare che il fatto di essere una brava persona, tranquilla, timida, non va bene.

Mi domando, se sia realmente così, altrimenti non penso che sarei durata 5 anni, e in ogni caso, non trovo proficuo come lui lavora, perché ha sempre confronti che io trovo estenuanti e a volte troppo pesanti con le persone e non è il mio modo di lavorare e in ogni caso, io non ci tengo ad essere lui.

Il problema oggi è nato perché una persona con la quale lavoro, non mi risponde mai alle chiamate, e secondo lui devo essere maggiormente aggressiva e incisiva, ma non credo che il mio lavoro sia di cambiare le persone, posso dire una, due, tre volte anche ad una persona di essere raggiungibile quando lo chiamo, ma di fatto, se una persona è fatta così, non sarà di certo il mio urlargli contro o la mia maggiore incisività che lo farà cambiare, infatti la persona in questione oggi mi ha anche annunciato che l'azienda non gli piace e vuole andarsene e di certo anche mi avesse risposto al telefono, non me l'avrebbe mai detto.
Pace, ho pensato che io non posso piacere a tutti ed entrare in empatia con tutti, siamo tutti diversi e va bene così, ma non per il mio responsabile, che, nuovamente, ha iniziato a dirmi che sono troppo buona.

Siccome negli anni, ho lavorato tanto su me stessa, e mi accetto, mi amo, ora mi chiedo quanto senso abbia andare avanti in un posto / settore in cui non sono apprezzata (e che forse, posso essere onesta? Neppure mi piace.)

Sto anche per iniziare un master, proprio per avere una chance in più di trovare un'opportunità migliore e nelle mie corde.
Insomma, è sbagliato desiderare di andarmene e trovare qualcosa in cui essere apprezzata?

Un saluto
Dr. Mario Canovi Psicologo, Psicoterapeuta 310 19
Gentilissima,

lei apre la sua richiesta domandando un aiuto per capire meglio le sue emozioni. In realtà, nella parte finale, mostra di averle chiare quando dice che non si sente apprezzata, il lavoro non le piace e sta facendo un master per avere maggiori opportunità.

Quindi la domanda - legata al coraggio del cambiamento - è nell'ultima frase. E' lecito cambiare lavoro per trovare qualcosa dove si è più apprezzati?

Sì, la risposta è sì! Molte sono le ore passate al lavoro e accumulare frustrazione, rabbia, angoscia, tristezza, porta a problemi legati a stress lavoro correlato. Non abbia paura ad ascoltarsi e si dia la possibilità di essere apprezzata per le sue qualità, non da un capo, ma da un leader che sa riconoscere e valorizzare i suoi collaboratori.

In bocca al lupo!

Dott. Mario Canovi.
www.mariocanovi.it

Dr. Mario Canovi
Psicologo Psicoterapeuta a orientamento Psicoanalitico Interpersonale Umanistico individuale e di gruppo - Ipnologo
Trento - online

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