Ho bisogno di aiuto per una situazione familiare dalla quale non riesco ad uscirne

Sono una ragazza di 25 anni e sono fidanzata da 3 anni.

I miei genitori dall'inizio non hanno accettato il mio fidanzato, secondo loro perché mosso più da interessi economici che da veri sentimenti.
Con il tempo stavano imparando ad accettarlo anche perché è difficile non volergli bene perché si mostra sempre disponibile quando gli chiedono aiuto ed è affettuoso.
Poco tempo fa mi ha fatto al proposta di matrimonio e i miei sembravano contenti.
La situazione è peggiorata quando con il mio fidanzato abbiamo deciso, per questioni lavorative sue, di andare a vivere al suo paese.
Considerate che io sono un'impiegata e lavoro ad orari preimpostati mentre lui è un imprenditore individuale che non ha orari.
I miei genitori sono andati su tutte le furie perché secondo loro è un paese che non mi dà possibilità (dista 30 minuti dal mio paese).
L'opposizione da parte loro è netta e non vogliono saperne nonostante gli abbiamo spiegato i motivi della scelta.
Non mi fanno andare di casa.
Con il mio fidanzato abbiamo pensato di fare la "fuitina" così da metterli davanti al fatto compiuto ma non sappiamo che reazione possono avere.
Il mio fidanzato ha paura che io possa sentire la mancanza dei miei e il nostro rapporto si sta incrinando per questo motivo.
Non so più cosa fare.
Sto malissimo perché non voglio perderlo.
Cosa mi consigliate di fare?
Dr.ssa Elisa Scuderi Psicologo 14
Gentile utente,
la situazione che descrive tocca corde profonde: da un lato il desiderio di costruire una propria autonomia e un futuro con la persona che si ama, dall’altro il legame forte (e in questo momento conflittuale) con la propria famiglia d’origine.

Inoltre, lei sta cercando, nonostante tutto, di tenere insieme affetto, rispetto e responsabilità verso entrambi i fronti. Questo è un segnale di sensibilità e maturità, ma può anche portare a una grande fatica emotiva.

Le pongo alcune domande che potrebbero aiutarla a fare chiarezza dentro di sé:

Cosa significa per lei oggi essere figlia e cosa significa essere compagna ? In che modo queste due parti possono convivere senza che una cancelli l’altra?

Quali sono le sue priorità in questo momento della vita? E queste priorità, da dove nascono? Sono frutto di un desiderio autentico, oppure rispondono al timore di deludere qualcuno?

Come si sente rispetto al trasferimento nel paese del suo fidanzato? Questo trasferimento inciderà o potrebbe incidere sul suo lavoro? Se sì, come?

Quando pensa alla possibilità della fuitina , che tipo di emozioni emergono in lei? È una scelta che sentirebbe davvero sua, o è un modo per reagire a una sensazione di stallo?

In che modo immagina il dialogo con i suoi genitori se fosse lei, con calma e determinazione, a mostrare loro chi è oggi e quali valori sta scegliendo per costruire la sua vita?

E infine, nel profondo, quali elementi della sua vita e della sua personalità pensa potrebbero aiutarla a sentire che è soddisfatta e che sta tenendo fede a se stessa, anche in un momento così complesso?

Spero che queste riflessioni possano sostenerla nelle sue valutazioni.

A volte non ci sono risposte immediate, ma iniziare a guardare dentro di sé con onestà può aprire strade nuove. Il conflitto non è sempre un segno di rottura: può anche essere il terreno da cui far nascere una nuova forma di relazione, più adulta e fondata sulla verità.

Un caro saluto,
E.S.

Dott.ssa Elisa Scuderi
Psicologa
Ricevo a Genova e online
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