Problemi di svalutazione continua

Buon pomeriggio,
Vengo da una famiglia tossica che mi ha lasciato varie problematiche, nel complesso sono riuscito sia con lavoro interiore che esterno (tcc) a sistemare diverse problematiche, ho un buon lavoro, ho una fidanzata, degli amici.

In linea di massima ho risolto tutte le problematiche della mia vita.

Ne è rimasta una che non riesco a risolvere.
Nei contesti sociali vengo continuamente svalutato, specialmente negli ambienti lavorativi.

È come se non fossi materialmente in grado di mettere dei paletti/confini, arrivo al punto che anche chi sta sotto di me nella gerarchia lavorativa comprende che può fare più battute del dovuto.
Generalmente l'approccio che ho sviluppato negli anni è l'autoironia, però nonostante questo quello che accade dall'altro lato è eccessivo e mi rendo conto che la causa sono io e che va avanti dalle elementari, è uno schema comportamentale acqusito classico di una famiglia che non ha saputo trasmettere competenze sociali e non ha dato modo di apprenderle.

Volevo chiedervi, qual è il percorso più adatto a me in questa situazione?

Perché ho letto dello schema therapy ma non credo che lavorare sulle conseguenze piuttosto che sulla causa risolverebbe il problema.

Grazie per aver letto
Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 5k 204
Gentile utente,
sorprende che lei scriva: "non credo che lavorare sulle conseguenze piuttosto che sulla causa risolverebbe il problema", dal momento che ha spiegato in dettaglio che sono proprio le conseguenze della sua educazione a produrre il disagio sociale che vorrebbe superare.
D'altro canto, in che modo potrebbe invece "lavorare sulle cause", se queste sono ormai avvenute e hanno prodotto i loro effetti?
Perfino la psicoanalisi freudiana classica può solo scoprire le cause di un disagio, non certo modificarle, e tanto meno farle scomparire.
Si affidi ad un terapeuta che lavori sulla sua assertività, e in contemporanea sulla sua autostima e sulle sue abilità sociali, allenandola anche a tollerare alcune frustrazioni e a sapervi opportunamente reagire.
La Schema Therapy potrebbe offrirle, ben gestita, molti di questi elementi, ma non è l'unica via possibile.
Provi intanto a parlarne col precedente terapeuta.
Buone cose.

Prof.ssa Anna Potenza
Riceve in presenza e online
Primo consulto gratuito inviando documento d'identità a: gairos1971@gmail.com

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Utente
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Dott.ssa Anna, grazie per la cortese risposta.

Mi ha fatto riflettere, effettivamente se le cause si conoscono bene nei minimi dettagli non ha molto senso andare ad indagare sulle medesime.
Non comprendo bene i vari percorsi terapeutici, a tal proposito oltre la schema therapy ci sono altre terapia che possono considerarsi adeguate? Più che altro per trovare un professionista congruo nei dintorni.

Il precedente terapeuta mi ha fatto intendere più volte che secondo lui non c'è altro su cui andare a lavorare e che quello che ho ottenuto con la terapia è più che sufficiente.
Effettivamente quello che abbiamo fatto è servito ma probabilmente quest'altra problematica richiede un altro tipo di approccio.

Onestamente per me non è una situazione facile anche da esprimere perché sono situazioni sottili e difficili da interpretare anche per me che le vivo.
In una recente conversazione con un mio referente gli ho fatto notare una percezione di odio da parte di alcuni colleghi maschi che a volte sfociano in piccole forme di esclusione, mi ha fatto notare che nessuno li dentro mi odia e quello che percepisco sono comportamenti di invidia e non dipende dal mio comportamento.

Questo per farle capire che a volte neanche io vedo chiaramente le dinamiche che mi circondano.

Spero possa darmi suggerimenti per intraprendere il percorso, grazie mille
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 5k 204
Gentile utente,
nella prima risposta le ho scritto: "Si affidi ad un terapeuta che lavori sulla sua assertività, e in contemporanea sulla sua autostima e sulle sue abilità sociali, allenandola anche a tollerare alcune frustrazioni e a sapervi opportunamente reagire".
Ribadisco queste parole e dettaglio i vari punti.
L'ASSERTIVITA' è una modalità comportamentale per cui siamo in grado di affermare le nostre ragioni, senza agitarci, gridare, aggredire, ma anche senza intimidirci, ritirarci, rinunciare a far rispettare le nostre opinioni.
L'AUTOSTIMA è la valutazione di noi stessi come persone che hanno diritti non inferiori a quelli di chiunque altro, e che perciò meritano rispetto, lo stesso che tributiamo agli altri.
Le ABILITA' SOCIALI sono i modi con cui applichiamo assertività ed autostima, e più in generale esercitiamo gli scambi nelle relazioni umane.
Sono i gesti e le parole con cui chiediamo una cortesia e la ricambiamo, chiediamo aiuto e lo offriamo, ci scusiamo di una scortesia fatta ad altri e otteniamo le scuse per quelle fatte a noi, insomma conduciamo il nostro colloquio col resto del mondo.
Infine ho parlato dell'allenamento a TOLLERARE LE FRUSTRAZIONI, perché non esiste persona, per quanto possa essere perfetta nei modi, che non incontri un maleducato, un aggressore, un ingrato, un prepotente etc., e in questo caso deve saper "incassare il colpo", ossia non deve pretendere che il mondo vada come lei vuole. Deve anche imparare a non soffrire e a non attribuire a sé stessa colpe che non ha, oppure deve ammettere di aver fatto qualcosa di sbagliato, e in questo caso imparare a scusarsi, ma anche a perdonarsi.
In questo senso, saper tollerare le frustrazioni è la capacità di dare all'offesa, subita o inferta, il suo giusto peso, senza caricarcene come di un macigno che ci tira a fondo.
Tutto questo si ottiene in un training di gruppo sull'assertività, che può essere in presenza ma anche, meno bene, online.
Si può ottenerlo anche attraverso manuali di auto-aiuto, sempre sull'assertività o sull'autostima.
Si può ottenere portando il suo problema in terapia individuale, ma tenendo conto che in gruppo si evidenziano meglio le varie modalità di comportamento che determinano certe risposte.
In ogni caso, non rinunci a migliorare e a perseguire il suo benessere.
Le faccio molti auguri.

Prof.ssa Anna Potenza
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