Psicologia
Salve, ho bisogno di un consiglio
In un momento dove io e lui avevamo preso dei giorni per riflettere sul nostro rapporto (crisi) lui in uno dei giorni in cui io stavo male per la situazione, andando all'università ha incontrato una sua vecchia amica con un altro suo vecchio amico.
Sono stati insieme e quando la sua amica si è allontanata perchè doveva fare delle cose, il mio ragazzo poco dopo gli ha inviato un messaggio per un eventuale saluto (fino a qui tutto bene, non ci vedo nulla di strano se è una vecchia amica)
Ma in chat con un suo terzo amico, stesso quel giorno, aveva inviato messaggi quali
" Peccato che è fidanzata"
" Mi sto mettendo in carreggiata"
Di tutto questo io non ne sapevo niente, perché poi più avanti ha cancellato la chat con questa ragazza.
A distanza di tempo lo scopro, scopro di questi commenti ed inizio ad andare in tilt, inizio ad essere dubbiosa, inizio a chiedermi se ci fosse stato altro
Ne abbiamo parlato, lui mi ha detto che ha cancellato la chat semplicemente perché non voleva mettere altra carne sul fuoco dato il momento di crisi che stavamo vivendo e che quei messaggi inviati all'amico erano solo cose goliardiche dette così tra uomini.
Sono stata molto male per questa cosa perché mi sono sentita svalutata, dunque lui ha cercato di recuperare la chat con questa ragazza per mostrarmela, ma anche la ragazza purtroppo aveva cancellato la chat, il gesto del provarmi a mostrare il tutto mi ha resa Calma, ma sono dubbiosa sul suo provarci...
Ha voluto tastare il territorio o mi faccio io troppe pippe mentali per via della mia insicurezza?
Dovrei credergli? Lui dice che se ha una in testa non si permette di fare lo scemo con un'altra
Non so come fare e non so come sentirmi.
Da premettere che stiamo insieme da più di un anno e che abbiamo creato un rapporto tossico per via delle troppe litigate.
C'è stato un periodo in cui io andavo dalla psicologa perché avevo dei forti pensieri intrusivi legati anche alle mie vecchie relazioni che purtroppo sono andate male, dico purtroppo perché si sono create delle situazioni tossiche e tutto questo adesso sta ricapitando anche con lui. E vorrei fermare tutto ciò. La mia psicologa dice che ho paura di innamorarmi, di buttarmi e che devo imparare a non concentrarmi sulle litigate, come posso imparare a smettere di alimentare in giro tossico?
Le relazioni per me sono diventate un inferno vorrei capire perché il giro si ripete spesso.
Cosa dovrei fare con lui per ciò che è successo?
Devo preoccuparmi?
In più, come posso smettere questo giro tossico fatto di litigate?
Vorrei vivermi il rapporto con lui in maniera serena. Vorrei vivermi ciò che mi manca da ormai anni e anni.
In un momento dove io e lui avevamo preso dei giorni per riflettere sul nostro rapporto (crisi) lui in uno dei giorni in cui io stavo male per la situazione, andando all'università ha incontrato una sua vecchia amica con un altro suo vecchio amico.
Sono stati insieme e quando la sua amica si è allontanata perchè doveva fare delle cose, il mio ragazzo poco dopo gli ha inviato un messaggio per un eventuale saluto (fino a qui tutto bene, non ci vedo nulla di strano se è una vecchia amica)
Ma in chat con un suo terzo amico, stesso quel giorno, aveva inviato messaggi quali
" Peccato che è fidanzata"
" Mi sto mettendo in carreggiata"
Di tutto questo io non ne sapevo niente, perché poi più avanti ha cancellato la chat con questa ragazza.
A distanza di tempo lo scopro, scopro di questi commenti ed inizio ad andare in tilt, inizio ad essere dubbiosa, inizio a chiedermi se ci fosse stato altro
Ne abbiamo parlato, lui mi ha detto che ha cancellato la chat semplicemente perché non voleva mettere altra carne sul fuoco dato il momento di crisi che stavamo vivendo e che quei messaggi inviati all'amico erano solo cose goliardiche dette così tra uomini.
Sono stata molto male per questa cosa perché mi sono sentita svalutata, dunque lui ha cercato di recuperare la chat con questa ragazza per mostrarmela, ma anche la ragazza purtroppo aveva cancellato la chat, il gesto del provarmi a mostrare il tutto mi ha resa Calma, ma sono dubbiosa sul suo provarci...
Ha voluto tastare il territorio o mi faccio io troppe pippe mentali per via della mia insicurezza?
Dovrei credergli? Lui dice che se ha una in testa non si permette di fare lo scemo con un'altra
Non so come fare e non so come sentirmi.
Da premettere che stiamo insieme da più di un anno e che abbiamo creato un rapporto tossico per via delle troppe litigate.
C'è stato un periodo in cui io andavo dalla psicologa perché avevo dei forti pensieri intrusivi legati anche alle mie vecchie relazioni che purtroppo sono andate male, dico purtroppo perché si sono create delle situazioni tossiche e tutto questo adesso sta ricapitando anche con lui. E vorrei fermare tutto ciò. La mia psicologa dice che ho paura di innamorarmi, di buttarmi e che devo imparare a non concentrarmi sulle litigate, come posso imparare a smettere di alimentare in giro tossico?
Le relazioni per me sono diventate un inferno vorrei capire perché il giro si ripete spesso.
Cosa dovrei fare con lui per ciò che è successo?
Devo preoccuparmi?
In più, come posso smettere questo giro tossico fatto di litigate?
Vorrei vivermi il rapporto con lui in maniera serena. Vorrei vivermi ciò che mi manca da ormai anni e anni.
Gentile utente,
come certo lei sa, visto che ha già una sua curante, gli psicologi non danno consigli, altrimenti la loro competenza si ridurrebbe al senso comune, spesso fallace, delle persone qualunque.
Gli psicologi studiano il funzionamento della psiche, le modalità di svolgimento delle relazioni, l'andamento "sano" e quello "malato" delle idee, dei sentimenti e delle azioni, e sono consapevoli della gigantesca variabilità personale di tutti questi elementi, per cui non possono dire a nessuno: agisci così e ti troverai bene.
Il loro merito consiste nel restituire al singolo che li consulta la chiarezza che spesso ha perduta sotto l'urgenza dell'emozione, specie se malata; nel far notare la coerenza interna delle idee; nel far osservare la congruenza tra il fine che ci si propone e i mezzi che si adottano per perseguirlo, il ripetersi di "copioni" disfunzionali e molto altro, sempre attraverso il colloquio empatico con la persona che ricorre al loro aiuto.
Anche per questa ragione, la risposta online non può che essere generica.
Consapevole di questo limite cercherò di risponderle facendole notare i punti rilevanti della sua narrazione.
Lei esordisce dettagliando con puntiglio da adolescente (messaggini, etc.) il blando interesse manifestato dal suo ragazzo per un'altra, nel momento in cui vi eravate "messi in pausa" dal vostro rapporto in crisi.
Se lei fosse mia paziente le chiederei cosa ha fatto lei nello stesso periodo, se ha davvero riflettuto sulla trasformazione di un rapporto che come dirà in seguito è divenuto "un giro tossico" come tutti gli altri prima di questo, e se avevate preso accordi precisi con il suo ragazzo su cosa fare o non fare, prima di mettervi in pausa.
Ma prima ancora le chiederei se il suo interesse per questo suo partner è sincero e intenso, o se invece come molte donne di oggi lei cerca la relazione con un uomo non per amore e nemmeno per attrazione, ma perché le sembra un obbligo, come lo è uscire indossando gli abiti e le scarpe.
Da queste "relazioni obbligate" nascono disastri. Nessun reale interesse affettivo per l'altro, nemmeno umana simpatia, ma la volontà spasmodica di non essere da meno di tutte le altre, associata alla proiezione sull'altro delle proprie insicurezze: non amiamo, saremmo pronti a lasciare e tradire, e immaginiamo più o meno inconsciamente che per l'altro avvenga lo stesso.
Di qui ordini perentori, obblighi, guinzagli morali dei più assurdi e ridicoli: non ti permettere di messaggiare con nessun'altra, non mettere il like a nessuna, non guardare le ragazze per strada, non coltivare amicizie femminili e così via.
Insomma, il possesso al posto dell'amore. E a completare tutto questo, gesti estremi di sottomissione che collimano col delirio paranoico: non posso vivere senza di te, se mi lasci mi uccido, e via di questo passo, rendendo pesante e "tossica" le relazione, per quanto tutte queste affermazioni siano poi false. Infatti la stessa donna che ha fatto continue scenate isteriche fingendo di amare alla follia e di fatto disamorando il suo uomo, quando lui infine se ne va ricomincia la stessa identica solfa con diversi altri.
Lei parla di "vecchie relazioni che purtroppo sono andate male, dico purtroppo perché si sono create delle situazioni tossiche e tutto questo adesso sta ricapitando anche con lui".
E tutto questo non le ha insegnato niente?
Può essere vero che lei ha paura di innamorarsi, come le ha detto la psicologa, ma a questa vorrei aggiungere una sua paura ancora più grande: la paura di starsene tranquilla da sola finché non sarà disponibile all'amore, visto che saper amare coincide con il saper dare (comprensione, fiducia, affetto) e non con il voler sempre prendere.
Su questo dovrebbe riflettere.
Buone cose.
come certo lei sa, visto che ha già una sua curante, gli psicologi non danno consigli, altrimenti la loro competenza si ridurrebbe al senso comune, spesso fallace, delle persone qualunque.
Gli psicologi studiano il funzionamento della psiche, le modalità di svolgimento delle relazioni, l'andamento "sano" e quello "malato" delle idee, dei sentimenti e delle azioni, e sono consapevoli della gigantesca variabilità personale di tutti questi elementi, per cui non possono dire a nessuno: agisci così e ti troverai bene.
Il loro merito consiste nel restituire al singolo che li consulta la chiarezza che spesso ha perduta sotto l'urgenza dell'emozione, specie se malata; nel far notare la coerenza interna delle idee; nel far osservare la congruenza tra il fine che ci si propone e i mezzi che si adottano per perseguirlo, il ripetersi di "copioni" disfunzionali e molto altro, sempre attraverso il colloquio empatico con la persona che ricorre al loro aiuto.
Anche per questa ragione, la risposta online non può che essere generica.
Consapevole di questo limite cercherò di risponderle facendole notare i punti rilevanti della sua narrazione.
Lei esordisce dettagliando con puntiglio da adolescente (messaggini, etc.) il blando interesse manifestato dal suo ragazzo per un'altra, nel momento in cui vi eravate "messi in pausa" dal vostro rapporto in crisi.
Se lei fosse mia paziente le chiederei cosa ha fatto lei nello stesso periodo, se ha davvero riflettuto sulla trasformazione di un rapporto che come dirà in seguito è divenuto "un giro tossico" come tutti gli altri prima di questo, e se avevate preso accordi precisi con il suo ragazzo su cosa fare o non fare, prima di mettervi in pausa.
Ma prima ancora le chiederei se il suo interesse per questo suo partner è sincero e intenso, o se invece come molte donne di oggi lei cerca la relazione con un uomo non per amore e nemmeno per attrazione, ma perché le sembra un obbligo, come lo è uscire indossando gli abiti e le scarpe.
Da queste "relazioni obbligate" nascono disastri. Nessun reale interesse affettivo per l'altro, nemmeno umana simpatia, ma la volontà spasmodica di non essere da meno di tutte le altre, associata alla proiezione sull'altro delle proprie insicurezze: non amiamo, saremmo pronti a lasciare e tradire, e immaginiamo più o meno inconsciamente che per l'altro avvenga lo stesso.
Di qui ordini perentori, obblighi, guinzagli morali dei più assurdi e ridicoli: non ti permettere di messaggiare con nessun'altra, non mettere il like a nessuna, non guardare le ragazze per strada, non coltivare amicizie femminili e così via.
Insomma, il possesso al posto dell'amore. E a completare tutto questo, gesti estremi di sottomissione che collimano col delirio paranoico: non posso vivere senza di te, se mi lasci mi uccido, e via di questo passo, rendendo pesante e "tossica" le relazione, per quanto tutte queste affermazioni siano poi false. Infatti la stessa donna che ha fatto continue scenate isteriche fingendo di amare alla follia e di fatto disamorando il suo uomo, quando lui infine se ne va ricomincia la stessa identica solfa con diversi altri.
Lei parla di "vecchie relazioni che purtroppo sono andate male, dico purtroppo perché si sono create delle situazioni tossiche e tutto questo adesso sta ricapitando anche con lui".
E tutto questo non le ha insegnato niente?
Può essere vero che lei ha paura di innamorarsi, come le ha detto la psicologa, ma a questa vorrei aggiungere una sua paura ancora più grande: la paura di starsene tranquilla da sola finché non sarà disponibile all'amore, visto che saper amare coincide con il saper dare (comprensione, fiducia, affetto) e non con il voler sempre prendere.
Su questo dovrebbe riflettere.
Buone cose.
Prof.ssa Anna Potenza
Riceve in presenza e online
Primo consulto gratuito inviando documento d'identità a: gairos1971@gmail.com
Utente
Gentile dottoressa,
La ringrazio per la sua analisi e per gli spunti di riflessione che mi ha offerto. Desidero però precisare alcuni punti che ritengo importanti per comprendere meglio la mia situazione e i miei sentimenti.
Il mio interesse per il mio ragazzo è autentico e profondo. Mi sono avvicinata a lui perché i suoi valori sono in linea con i miei e perché lo percepivo come una persona diversa dalle mie precedenti esperienze. Inizialmente, la nostra intesa era davvero forte e ci trovavamo molto bene insieme.
È vero, purtroppo, che le mie insicurezze e paure sono emerse prepotentemente, anche a causa di un periodo familiare particolarmente delicato che stavo attraversando. Senza rendermene conto, ho finito per sfogare su di lui queste mie tensioni e ansie.
Le cose in famiglia ora vanno meglio, e anche se la situazione generale è migliorata, i pensieri e le preoccupazioni legate al gesto che ha fatto durante la pausa continuano a tormentarmi. È importante sottolineare che la pausa è stata una sua decisione, e mi ha ferito il fatto che, a meno di due giorni di distanza, lui abbia avuto quei contatti che mi hanno un po' messo in dubbio. Inoltre, mi ha profondamente delusa scoprire i commenti di "sfogo" e giudizio su di me con il suo amico, protratti per un anno intero. Ritrovare gli screen della chat con questa ragazza, dove lui diceva esplicitamente di essersi "rimesso in carreggiata", mi rende molto insicura e mina profondamente la mia fiducia.
Sono consapevole che concentrarmi sui "messaggini" e su dettagli simili possa sembrare un atteggiamento un po' adolescenziale, ma sono andata in allarme.
Vorrei anche aggiungere che lui sta attualmente attraversando un periodo di lutto. Sto cercando di rispettare il suo dolore e di stargli vicino, offrendogli supporto. Cerco di comprenderlo in generale, nonostante le nostre notevoli differenze caratteriali e i nostri problemi.
In quel periodo, e ancora adesso, cerco attivamente di usare una comunicazione migliore e di notare i miei schemi ripetitivi, anche se riconosco che non è sempre semplice e alcune volte ci ricasco, cadendo nuovamente in vecchie dinamiche. A tal proposito, la mia psicologa mi ha parlato proprio di coazione a ripetere. Sto imparando a ritagliare anche dei momenti per me: poiché lui è un po' evitante e io sono un po' ansiosa, scattano facilmente i soliti meccanismi, ma sto cercando di cambiare attivamente queste dinamiche.
C'è una parte di me che sa bene che ragazzo è, che si fida di lui e gli crede, ma ho dei momenti in cui crollo e questi pensieri mi tormentano insistentemente ( tra cui quello del messaggio scoperto)
Nonostante tutto, gli voglio bene e lo stimo molto. Non desidero perderlo e sono fermamente intenzionata a lavorare sulla mia ansia da relazione. Sono consapevole di aver avuto relazioni disfunzionali in passato. Ci tengo a precisare che non sono una persona che vuole essere possessiva: anche se con i miei dubbi mi è capitato di andare in crisi ed essere timorosa verso altre donne, non sono la ragazza che vuole che il proprio partner non abbia amicizie femminili o cose del genere. So bene che queste cose sono altamente disfunzionali.
Spero che queste precisazioni possano aiutarla a comprendere meglio la mia prospettiva e la complessità dei miei sentimenti in questo momento.
La ringrazio per la sua analisi e per gli spunti di riflessione che mi ha offerto. Desidero però precisare alcuni punti che ritengo importanti per comprendere meglio la mia situazione e i miei sentimenti.
Il mio interesse per il mio ragazzo è autentico e profondo. Mi sono avvicinata a lui perché i suoi valori sono in linea con i miei e perché lo percepivo come una persona diversa dalle mie precedenti esperienze. Inizialmente, la nostra intesa era davvero forte e ci trovavamo molto bene insieme.
È vero, purtroppo, che le mie insicurezze e paure sono emerse prepotentemente, anche a causa di un periodo familiare particolarmente delicato che stavo attraversando. Senza rendermene conto, ho finito per sfogare su di lui queste mie tensioni e ansie.
Le cose in famiglia ora vanno meglio, e anche se la situazione generale è migliorata, i pensieri e le preoccupazioni legate al gesto che ha fatto durante la pausa continuano a tormentarmi. È importante sottolineare che la pausa è stata una sua decisione, e mi ha ferito il fatto che, a meno di due giorni di distanza, lui abbia avuto quei contatti che mi hanno un po' messo in dubbio. Inoltre, mi ha profondamente delusa scoprire i commenti di "sfogo" e giudizio su di me con il suo amico, protratti per un anno intero. Ritrovare gli screen della chat con questa ragazza, dove lui diceva esplicitamente di essersi "rimesso in carreggiata", mi rende molto insicura e mina profondamente la mia fiducia.
Sono consapevole che concentrarmi sui "messaggini" e su dettagli simili possa sembrare un atteggiamento un po' adolescenziale, ma sono andata in allarme.
Vorrei anche aggiungere che lui sta attualmente attraversando un periodo di lutto. Sto cercando di rispettare il suo dolore e di stargli vicino, offrendogli supporto. Cerco di comprenderlo in generale, nonostante le nostre notevoli differenze caratteriali e i nostri problemi.
In quel periodo, e ancora adesso, cerco attivamente di usare una comunicazione migliore e di notare i miei schemi ripetitivi, anche se riconosco che non è sempre semplice e alcune volte ci ricasco, cadendo nuovamente in vecchie dinamiche. A tal proposito, la mia psicologa mi ha parlato proprio di coazione a ripetere. Sto imparando a ritagliare anche dei momenti per me: poiché lui è un po' evitante e io sono un po' ansiosa, scattano facilmente i soliti meccanismi, ma sto cercando di cambiare attivamente queste dinamiche.
C'è una parte di me che sa bene che ragazzo è, che si fida di lui e gli crede, ma ho dei momenti in cui crollo e questi pensieri mi tormentano insistentemente ( tra cui quello del messaggio scoperto)
Nonostante tutto, gli voglio bene e lo stimo molto. Non desidero perderlo e sono fermamente intenzionata a lavorare sulla mia ansia da relazione. Sono consapevole di aver avuto relazioni disfunzionali in passato. Ci tengo a precisare che non sono una persona che vuole essere possessiva: anche se con i miei dubbi mi è capitato di andare in crisi ed essere timorosa verso altre donne, non sono la ragazza che vuole che il proprio partner non abbia amicizie femminili o cose del genere. So bene che queste cose sono altamente disfunzionali.
Spero che queste precisazioni possano aiutarla a comprendere meglio la mia prospettiva e la complessità dei miei sentimenti in questo momento.
Utente
Per essere più precisa, vorrei aggiunge che In due occasioni, in particolare, gli ho chiesto di concentrarsi sul nostro rapporto: la prima volta perché temevo che potesse affezionarsi a un'altra ragazza ( vecchia amica che voleva risentire) essendo timorosa, gli avevo fatto capire che questo mi creava un po' disagio, e gli ho detto che wvrei preferito che magari la contattasse in in momento più tranquillo. anche se poi ho fatto un passo indietro e ho capito che non era giusto e che dovevo fidarmi; la seconda perché una ragazza lo contattava spesso pur non avendo alcun rapporto con lui, provandoci.
Poi essendo insicura e molto sul lato estetico, ho avuto dei momenti dove mi innervosivo quando lui tendenzialmente guardava altre anche in mia presenza. Ma piano piano ho capito che abbiamo degli istinti e che di base non c'è nulla di male apprezzare un corpo femminile se fatto con rispetto. Su questo mi aiuta molto anche l'ironia, cerco di sentirmi tranquilla scherzandoci su.
Ma al momento i miei pensieri ricorrenti riguardano quei messaggi letti.
E questo mi turba, perché oltre al "mi sto mettendo in carreggiata" c'erano commenti sul corpo, e sul fatto che a lui dispiacesse fosse fidanzata. E avermi tenuto nascosto anche la chat ( anche se apparentemente tranquilla ) cancellando il tutto, non ha fatto altro che alimentare insicurezze e paure.
Non vorrei sentirmi così. E ripeto, anche se una parte di me crede che fossero cose goliardiche, l'altra ha paura.
Poi essendo insicura e molto sul lato estetico, ho avuto dei momenti dove mi innervosivo quando lui tendenzialmente guardava altre anche in mia presenza. Ma piano piano ho capito che abbiamo degli istinti e che di base non c'è nulla di male apprezzare un corpo femminile se fatto con rispetto. Su questo mi aiuta molto anche l'ironia, cerco di sentirmi tranquilla scherzandoci su.
Ma al momento i miei pensieri ricorrenti riguardano quei messaggi letti.
E questo mi turba, perché oltre al "mi sto mettendo in carreggiata" c'erano commenti sul corpo, e sul fatto che a lui dispiacesse fosse fidanzata. E avermi tenuto nascosto anche la chat ( anche se apparentemente tranquilla ) cancellando il tutto, non ha fatto altro che alimentare insicurezze e paure.
Non vorrei sentirmi così. E ripeto, anche se una parte di me crede che fossero cose goliardiche, l'altra ha paura.
Utente
Mi preme anche dirle che di base, non c'eravamo lasciati. Avevamo deciso solo di prenderci i nostri spazi, per rilassarci un attimo e capire cosa fare, per il nostro bene.
Ho notato poi di mio che quando litighiamo io ho una forte ansia, ho paura di perderlo e questo mi fa molto male, non vorrei reagire come reagisco (ho proprio una sensazione brutta allo stomaco). Ecco perché sto cercando di concentrarmi su di me e di migliorarmi su questo aspetto, non voglio avere un attaccamento ansioso. Io gli voglio davvero un gran bene, vorrei solo sentirmi più tranquilla e vorrei potermi fidare senza dover sempre avere costantemente paura.
Ho notato poi di mio che quando litighiamo io ho una forte ansia, ho paura di perderlo e questo mi fa molto male, non vorrei reagire come reagisco (ho proprio una sensazione brutta allo stomaco). Ecco perché sto cercando di concentrarmi su di me e di migliorarmi su questo aspetto, non voglio avere un attaccamento ansioso. Io gli voglio davvero un gran bene, vorrei solo sentirmi più tranquilla e vorrei potermi fidare senza dover sempre avere costantemente paura.
Gentile utente,
tutto quello che scrive conferma quanto dicevo sopra.
In particolare colpiscono le frasi: "In quel periodo, e ancora adesso, cerco attivamente di usare una comunicazione migliore e di notare i miei schemi ripetitivi, anche se riconosco che non è sempre semplice e alcune volte ci ricasco, cadendo nuovamente in vecchie dinamiche".
Ancora più notevole il seguito: "A tal proposito, la mia psicologa mi ha parlato proprio di coazione a ripetere".
Gentile utente, qui non si tratta di "scoprire" in termini psicoanalitici ciò che è del tutto evidente, ma di mettere mano a correggerlo, a partire dalle radici.
Lei scrive della scelta del partner come parlerebbe della scelta di una nuova auto: affidabilità, valori in linea coi suoi, etc. L'amore non fa di questi calcoli, e forse per questo accetta anche l'incertezza, la gelosia, il timore della perdita.
Scrive di un lutto recente di lui in termini di "rispetto" anziché di supporto.
Scrive: "mi ha profondamente delusa scoprire i commenti di "sfogo" e giudizio su di me con il suo amico, protratti per un anno intero".
Questo sì che è di rilievo, e non il piccolo flirt subito rientrato, forse davvero solo uno scherzo tra uomini.
Il suo ragazzo per un anno ha avuto più confidenza con l'amico che con lei, gli ha confidato le cose di lei che inquinano il rapporto e sono davvero a rischio di dividervi, e lei, anziché correggerle, si sente "delusa"?
Provi a svolgere un lavoro più intenso con la curante, migliorando la sua soglia di tolleranza alla frustrazione e le aspettative nei confronti del partner.
Tra l'altro, lei dice di essere insicura sul suo aspetto fisico. Gli sfoghi del suo ragazzo con l'amico riguardavano il suo aspetto, oppure i suoi comportamenti?
Rifletta su questo. Auguri.
tutto quello che scrive conferma quanto dicevo sopra.
In particolare colpiscono le frasi: "In quel periodo, e ancora adesso, cerco attivamente di usare una comunicazione migliore e di notare i miei schemi ripetitivi, anche se riconosco che non è sempre semplice e alcune volte ci ricasco, cadendo nuovamente in vecchie dinamiche".
Ancora più notevole il seguito: "A tal proposito, la mia psicologa mi ha parlato proprio di coazione a ripetere".
Gentile utente, qui non si tratta di "scoprire" in termini psicoanalitici ciò che è del tutto evidente, ma di mettere mano a correggerlo, a partire dalle radici.
Lei scrive della scelta del partner come parlerebbe della scelta di una nuova auto: affidabilità, valori in linea coi suoi, etc. L'amore non fa di questi calcoli, e forse per questo accetta anche l'incertezza, la gelosia, il timore della perdita.
Scrive di un lutto recente di lui in termini di "rispetto" anziché di supporto.
Scrive: "mi ha profondamente delusa scoprire i commenti di "sfogo" e giudizio su di me con il suo amico, protratti per un anno intero".
Questo sì che è di rilievo, e non il piccolo flirt subito rientrato, forse davvero solo uno scherzo tra uomini.
Il suo ragazzo per un anno ha avuto più confidenza con l'amico che con lei, gli ha confidato le cose di lei che inquinano il rapporto e sono davvero a rischio di dividervi, e lei, anziché correggerle, si sente "delusa"?
Provi a svolgere un lavoro più intenso con la curante, migliorando la sua soglia di tolleranza alla frustrazione e le aspettative nei confronti del partner.
Tra l'altro, lei dice di essere insicura sul suo aspetto fisico. Gli sfoghi del suo ragazzo con l'amico riguardavano il suo aspetto, oppure i suoi comportamenti?
Rifletta su questo. Auguri.
Prof.ssa Anna Potenza
Riceve in presenza e online
Primo consulto gratuito inviando documento d'identità a: gairos1971@gmail.com
Utente
Gentile Dottoressa,
La ringrazio per la sua ulteriore riflessione. Desidero chiarire alcuni punti che, in questo contesto di consulto non approfondito, mi hanno fatto sentire fraintesa e accusata. Quando ho menzionato il "rispetto" per il lutto del mio ragazzo, intendevo sottolineare la mia scelta di concentrarmi sul suo bisogno e sul suo dolore in un momento già delicato per noi. Non solo gli sono stata emotivamente vicina con gesti quotidiani, ma l'ho accompagnato all'obitorio e sono rimasta lì con lui (un'esperienza forte per due ragazzi), offrendogli supporto concreto. Standogli vicino. Ho cercato di tirarlo su, farlo distrarre e fornirgli uno spazio sicuro per sfogarsi o parlare se ne sentiva il bisogno. Questo, per me, è una forma profonda di supporto.Riguardo ai commenti del mio ragazzo con il suo amico, il suo comportamento è stato per me scorretto e ha minato la mia fiducia, perché credo fermamente che i problemi di coppia vadano discussi e risolti tra noi, facendo squadra, e non criticando il partner con terzi. Tuttavia, la mia delusione non mi ha resa inattiva; al contrario, mi ha spinto a interrogarmi non solo sul suo comportamento, ma anche sul perché avesse riposto maggiore fiducia nel consiglio di un amico, anziché affrontare le questioni con me. E cosa avessi fatto io di sbagliato, tanto da portarlo a fare ciò . È proprio da questa riflessione che deriva la mia volontà di migliorare la comunicazione. Per "migliore comunicazione" intendo un approccio assertivo: esprimere i miei sentimenti e bisogni senza attaccare, evitando che ogni confronto degeneri in un litigio. In tal senso, sto attivamente passando da una comunicazione aggressiva a una più assertiva.Ho compreso la sua frustrazione emersa in quei messaggi, legata al mio essere litigiosa e pesante, e al suo sentirsi incompreso. Proprio per questo sto smussando i miei angoli spigolosi e cercando di dare valore ai nostri momenti attraverso gesti, uscite e serate tranquille, per fargli sentire il mio affetto e la mia volontà di fare squadra, lasciandogli al contempo i suoi spazi e il suo tempo. Lui, dal canto suo, non ha più ripetuto l'errore e ne ha parlato con l'amico, affermando che avevano esagerato. Ho apprezzato molto questo gesto, perché significa che ha capito l'errore, anche se alcune volte la paura di essere nuovamente criticata mi sale; in quei momenti cerco di mantenere la calma, ricordandomi che questa è una mia paura.Purtroppo, da diversi mesi ho dovuto interrompere la terapia per ragioni economiche, quindi al momento non sono seguita da una psicologa. Tuttavia, cerco di informarmi attraverso libri e altre risorse, cercando comunque di non rimanere ferma nel mio percorso di crescita personale.Per quanto riguarda la scelta del mio partner, non faccio "calcoli" come lei suggerisce. Quando l'ho conosciuto, mi colpì, sebbene lo negassi a me stessa perché all'epoca frequentavo un altro ragazzo. Con quest'ultimo le cose non sono andate, e dopo qualche mese lui mi ha ricontattato e ci siamo avvicinati. Per me, in una relazione, la compatibilità di valori, la stima reciproca e l'affetto profondo sono pilastri essenziali. Amo che sia estremamente intelligente, amo il suo essere ambizioso , amo la sua sensibilità, la sua dolcezza e la sua premura. È una persona anche molto forte e responsabile. Con lui mi sento a casa e molte volte lo guardo con dolcezza, come se fossi io a volerlo proteggere. È proprio per queste qualità che mi sono sentita "tradita" quando ho visto quei messaggi che, pur potendo essere considerati scherzi goliardici, mi fanno ancora chiedere: perché la mia testa non mi lascia in pace? Insicurezze? Paure? Autosabotarsi? Onestamente, l'ho scelto per com'è, per il suo carattere e per quello che mi trasmette. Se da un lato fa queste sciocchezze (forse dettate anche dal fatto che questa è la sua prima relazione importante), dall'altra io mi sento a casa con lui e non riesco a immaginarmi senza di lui.Lei ha detto una cosa vera: purtroppo non so stare da sola. Dunque, per questo, sto cercando di concentrarmi anche sulla mia persona, imparando a stare da sola e riscoprendomi con attività che prima mi piacevano, cercando di allargare le cerchie sociali e focalizzandomi quindi di nuovo su di me, non solo sulla coppia, perché so che questo è sbagliato.
Per quanto riguarda l'aspetto estetico, quelle sono mie insicurezze personali; lui non mi ha mai criticata a quel livello.Alla luce di quanto sto facendo e considerando la mia attuale impossibilità di seguire un percorso terapeutico, lei può consigliarmi altro? Come posso coltivare l'amore che provo per lui affrontando e superando la mia paura della solitudine e le mie paure e insicurezze che sfociano in pensieri ripetuti che mi creano dubbi, in modo da vivere una relazione più serena e autentica?
La ringrazio per la sua ulteriore riflessione. Desidero chiarire alcuni punti che, in questo contesto di consulto non approfondito, mi hanno fatto sentire fraintesa e accusata. Quando ho menzionato il "rispetto" per il lutto del mio ragazzo, intendevo sottolineare la mia scelta di concentrarmi sul suo bisogno e sul suo dolore in un momento già delicato per noi. Non solo gli sono stata emotivamente vicina con gesti quotidiani, ma l'ho accompagnato all'obitorio e sono rimasta lì con lui (un'esperienza forte per due ragazzi), offrendogli supporto concreto. Standogli vicino. Ho cercato di tirarlo su, farlo distrarre e fornirgli uno spazio sicuro per sfogarsi o parlare se ne sentiva il bisogno. Questo, per me, è una forma profonda di supporto.Riguardo ai commenti del mio ragazzo con il suo amico, il suo comportamento è stato per me scorretto e ha minato la mia fiducia, perché credo fermamente che i problemi di coppia vadano discussi e risolti tra noi, facendo squadra, e non criticando il partner con terzi. Tuttavia, la mia delusione non mi ha resa inattiva; al contrario, mi ha spinto a interrogarmi non solo sul suo comportamento, ma anche sul perché avesse riposto maggiore fiducia nel consiglio di un amico, anziché affrontare le questioni con me. E cosa avessi fatto io di sbagliato, tanto da portarlo a fare ciò . È proprio da questa riflessione che deriva la mia volontà di migliorare la comunicazione. Per "migliore comunicazione" intendo un approccio assertivo: esprimere i miei sentimenti e bisogni senza attaccare, evitando che ogni confronto degeneri in un litigio. In tal senso, sto attivamente passando da una comunicazione aggressiva a una più assertiva.Ho compreso la sua frustrazione emersa in quei messaggi, legata al mio essere litigiosa e pesante, e al suo sentirsi incompreso. Proprio per questo sto smussando i miei angoli spigolosi e cercando di dare valore ai nostri momenti attraverso gesti, uscite e serate tranquille, per fargli sentire il mio affetto e la mia volontà di fare squadra, lasciandogli al contempo i suoi spazi e il suo tempo. Lui, dal canto suo, non ha più ripetuto l'errore e ne ha parlato con l'amico, affermando che avevano esagerato. Ho apprezzato molto questo gesto, perché significa che ha capito l'errore, anche se alcune volte la paura di essere nuovamente criticata mi sale; in quei momenti cerco di mantenere la calma, ricordandomi che questa è una mia paura.Purtroppo, da diversi mesi ho dovuto interrompere la terapia per ragioni economiche, quindi al momento non sono seguita da una psicologa. Tuttavia, cerco di informarmi attraverso libri e altre risorse, cercando comunque di non rimanere ferma nel mio percorso di crescita personale.Per quanto riguarda la scelta del mio partner, non faccio "calcoli" come lei suggerisce. Quando l'ho conosciuto, mi colpì, sebbene lo negassi a me stessa perché all'epoca frequentavo un altro ragazzo. Con quest'ultimo le cose non sono andate, e dopo qualche mese lui mi ha ricontattato e ci siamo avvicinati. Per me, in una relazione, la compatibilità di valori, la stima reciproca e l'affetto profondo sono pilastri essenziali. Amo che sia estremamente intelligente, amo il suo essere ambizioso , amo la sua sensibilità, la sua dolcezza e la sua premura. È una persona anche molto forte e responsabile. Con lui mi sento a casa e molte volte lo guardo con dolcezza, come se fossi io a volerlo proteggere. È proprio per queste qualità che mi sono sentita "tradita" quando ho visto quei messaggi che, pur potendo essere considerati scherzi goliardici, mi fanno ancora chiedere: perché la mia testa non mi lascia in pace? Insicurezze? Paure? Autosabotarsi? Onestamente, l'ho scelto per com'è, per il suo carattere e per quello che mi trasmette. Se da un lato fa queste sciocchezze (forse dettate anche dal fatto che questa è la sua prima relazione importante), dall'altra io mi sento a casa con lui e non riesco a immaginarmi senza di lui.Lei ha detto una cosa vera: purtroppo non so stare da sola. Dunque, per questo, sto cercando di concentrarmi anche sulla mia persona, imparando a stare da sola e riscoprendomi con attività che prima mi piacevano, cercando di allargare le cerchie sociali e focalizzandomi quindi di nuovo su di me, non solo sulla coppia, perché so che questo è sbagliato.
Per quanto riguarda l'aspetto estetico, quelle sono mie insicurezze personali; lui non mi ha mai criticata a quel livello.Alla luce di quanto sto facendo e considerando la mia attuale impossibilità di seguire un percorso terapeutico, lei può consigliarmi altro? Come posso coltivare l'amore che provo per lui affrontando e superando la mia paura della solitudine e le mie paure e insicurezze che sfociano in pensieri ripetuti che mi creano dubbi, in modo da vivere una relazione più serena e autentica?
Gentile utente,
la ringrazio delle ulteriori precisazioni, che hanno messo a fuoco la sua volontà di mantenere e migliorare la relazione, cambiando in meglio sé stessa.
Le indicazioni che mi sento di darle sono tre.
1. Scelga un buon testo sull'assertività o sull'autostima che contenga esercizi di auto-osservazione, e si eserciti. L'uno o l'altro testo l'aiuteranno a rilevare idee, emozioni e azioni disfunzionali al benessere delle sue relazioni di coppia, di amicizia, di lavoro, o anche alla relazione con sé stessa.
2. Se non vedrà procedere bene questo processo di cambiamento, prenda in considerazione la frequenza di un gruppo sulla comunicazione efficace, anche online.
3. Mediti e ricordi sempre le auree parole del professor Bertini, psicologo, sulla relazione di coppia ideale: "La linea della mutualità si riconosce non tanto nella misura in cui uno si sacrifica, concede qualcosa all'altro -tutte cose apprezzabili, naturalmente- ma nella misura in cui uno si realizza in virtù del rapporto con l'altro. Tanto più profonda sarà l'intimità quanto più la relazione stessa favorirà lo sviluppo nella libertà di entrambi i membri".
Ora questo "sviluppo nella libertà" prevede la salute mentale di entrambi, e non ansie, rovelli, paure, che quando si presentano vanno riconosciute per quello che sono: malattie da curare, non reti da buttare addosso all'altro per intrappolarlo, provocandone invece la fuga.
Se vuole ce la farà. Glielo auguro.
la ringrazio delle ulteriori precisazioni, che hanno messo a fuoco la sua volontà di mantenere e migliorare la relazione, cambiando in meglio sé stessa.
Le indicazioni che mi sento di darle sono tre.
1. Scelga un buon testo sull'assertività o sull'autostima che contenga esercizi di auto-osservazione, e si eserciti. L'uno o l'altro testo l'aiuteranno a rilevare idee, emozioni e azioni disfunzionali al benessere delle sue relazioni di coppia, di amicizia, di lavoro, o anche alla relazione con sé stessa.
2. Se non vedrà procedere bene questo processo di cambiamento, prenda in considerazione la frequenza di un gruppo sulla comunicazione efficace, anche online.
3. Mediti e ricordi sempre le auree parole del professor Bertini, psicologo, sulla relazione di coppia ideale: "La linea della mutualità si riconosce non tanto nella misura in cui uno si sacrifica, concede qualcosa all'altro -tutte cose apprezzabili, naturalmente- ma nella misura in cui uno si realizza in virtù del rapporto con l'altro. Tanto più profonda sarà l'intimità quanto più la relazione stessa favorirà lo sviluppo nella libertà di entrambi i membri".
Ora questo "sviluppo nella libertà" prevede la salute mentale di entrambi, e non ansie, rovelli, paure, che quando si presentano vanno riconosciute per quello che sono: malattie da curare, non reti da buttare addosso all'altro per intrappolarlo, provocandone invece la fuga.
Se vuole ce la farà. Glielo auguro.
Prof.ssa Anna Potenza
Riceve in presenza e online
Primo consulto gratuito inviando documento d'identità a: gairos1971@gmail.com
Utente
Grazie Dottoressa per gli ulteriori consigli, volevo chiederle solo un'ultima cosa: devo preoccuparmi per quanto riguarda il gesto con la ragazza? Il piccolo flirt?Lui ha incontrato questa ragazza e, dopo che lei si è allontanata per l'esame all'università, lui ha cercato di raggiungerla per salutarla. Lei, però, gli ha detto di essere super impegnata. Ho interpretato questo comportamento come un tentativo di 'tastare il territorio' perché da qui contemporaneamente ci sono stati i messaggi che definiva 'goliardici', ma che esprimevano il suo dispiacere che la ragazza fosse fidanzata. Diceva di volersi 'mettere in carreggiata' e faceva riferimento a me con un 'sto sentendo la mia ragazza, forse rimarremo in buoni rapporti'. Ricordo inoltre un altro messaggio dove spiegava chiaramente di aver 'buttato l'occhio' sul cellulare di lei perché aveva notato la foto di un ragazzo e dunque il suo dispiacere che fosse fidanzata... È tutto questo contorno a farmi sentire in dubbio, a farmi stare male
Ciò che non riesco a capire è come, nello stesso momento, stesse parlando con me, in chat, dicendomi che era propenso a chiudere la relazione solo per le troppe litigate, ma che in fondo provava qualcosa per me. Dunque Non riesco a capacitarmi di questo: se si ama una persona, in un momento di 'pausa' le si porta rispetto, ma poi perché da un lato diceva di volere ancora me e dall'altro esprimeva questi pensieri all'amico? Dovrei parlargliene di nuovo in un momento tranquillo ? O è stato solo un momento/ comportamento anche un po' "adolescenziale" suo, per sentirsi considerato da qualcuno per via del momento di crisi? Cosa mi consiglia?
Ciò che non riesco a capire è come, nello stesso momento, stesse parlando con me, in chat, dicendomi che era propenso a chiudere la relazione solo per le troppe litigate, ma che in fondo provava qualcosa per me. Dunque Non riesco a capacitarmi di questo: se si ama una persona, in un momento di 'pausa' le si porta rispetto, ma poi perché da un lato diceva di volere ancora me e dall'altro esprimeva questi pensieri all'amico? Dovrei parlargliene di nuovo in un momento tranquillo ? O è stato solo un momento/ comportamento anche un po' "adolescenziale" suo, per sentirsi considerato da qualcuno per via del momento di crisi? Cosa mi consiglia?
Utente
Grazie Dottoressa per gli ulteriori consigli, volevo chiederle solo un'ultima cosa: devo preoccuparmi per quanto riguarda il gesto con la ragazza? Il piccolo flirt?Lui ha incontrato questa ragazza e, dopo che lei si è allontanata per l'esame all'università, lui ha cercato di raggiungerla per salutarla. Lei, però, gli ha detto di essere super impegnata. Ho interpretato questo comportamento come un tentativo di 'tastare il territorio' perché da qui contemporaneamente ci sono stati i messaggi che definiva 'goliardici', ma che esprimevano il suo dispiacere che la ragazza fosse fidanzata. Diceva di volersi 'mettere in carreggiata' e faceva riferimento a me con un 'sto sentendo la mia ragazza, forse rimarremo in buoni rapporti'. Ricordo inoltre un altro messaggio dove spiegava chiaramente di aver 'buttato l'occhio' sul cellulare di lei perché aveva notato la foto di un ragazzo e dunque il suo dispiacere che fosse fidanzata... È tutto questo contorno a farmi sentire in dubbio, a farmi stare male
Ciò che non riesco a capire è come, nello stesso momento, stesse parlando con me, in chat, dicendomi che era propenso a chiudere la relazione solo per le troppe litigate, ma che in fondo provava qualcosa per me. Dunque Non riesco a capacitarmi di questo: se si ama una persona, in un momento di 'pausa' le si porta rispetto, ma poi perché da un lato diceva di volere ancora me e dall'altro esprimeva questi pensieri all'amico? Dovrei parlargliene di nuovo in un momento tranquillo ?Sono davvero cose goliardiche, come dice lui? Cosa mi consiglia?
Ciò che non riesco a capire è come, nello stesso momento, stesse parlando con me, in chat, dicendomi che era propenso a chiudere la relazione solo per le troppe litigate, ma che in fondo provava qualcosa per me. Dunque Non riesco a capacitarmi di questo: se si ama una persona, in un momento di 'pausa' le si porta rispetto, ma poi perché da un lato diceva di volere ancora me e dall'altro esprimeva questi pensieri all'amico? Dovrei parlargliene di nuovo in un momento tranquillo ?Sono davvero cose goliardiche, come dice lui? Cosa mi consiglia?
Questo consulto ha ricevuto 9 risposte e 684 visite dal 06/06/2025.
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