Disturbo ossessivo
Buongiorno,
Sono un ragazzo di 29 anni e diagnosticato il disturbo ossessivo.
Va a periodi... la principale paura è di avere psicosi quindi di impazzire.
l'anno scorso ho avuto una bella ricaduta perche avevo interroto la cura farmacolofgica e la psicoterapia.
poi per 10 mesi è andato bene.
Ora mi sta accadendo qualcosa di strano.
quando cerco di addormentarmi, comincio magari a pensare qualcosa che è accaduto durante la giornata, tutto d'un tratto la mia mente "una voce dentro nella mia testa" mi butta fuori parole a caso o robe strane che non centrano nulla con quella cosa a cui stavo pensando, di conseguenza mi preoccupo e comincia l'ansia e le mille domande.
So che mediamente chi ha psicosi non è a conoscenza della realtà, io so che non sento delle voci esterne, ma è la mia mente come se ci fosse un secondo me dentro in testa che calpesta la mia preoccupazione, quindi anche quando magari non ci sto pensando come se la mia mente butta fuori qualcosa per farmi preoccupare in questo caso appunto parole a caso.
ora inizierò una psicoterapia cognitivo comportamentale e con lo psichiatra abbiamo alzato il dosaggio del farmaco che prima era una dose di mantenimento relativamente bassa.
La questione è normale che per il mio disturbo mi porti a pensare cose a caso che in quel'istante non centrano nulla?
e poi comincio con le domande, se in realtà non è stata la mia testa ma una voce esterna che mi porti ad avere psicosi?
(cosa che sono praticamente sicuro che sia stato la mia testa)...
grazie mille delle informazioni e dell'aiuto...
Sono un ragazzo di 29 anni e diagnosticato il disturbo ossessivo.
Va a periodi... la principale paura è di avere psicosi quindi di impazzire.
l'anno scorso ho avuto una bella ricaduta perche avevo interroto la cura farmacolofgica e la psicoterapia.
poi per 10 mesi è andato bene.
Ora mi sta accadendo qualcosa di strano.
quando cerco di addormentarmi, comincio magari a pensare qualcosa che è accaduto durante la giornata, tutto d'un tratto la mia mente "una voce dentro nella mia testa" mi butta fuori parole a caso o robe strane che non centrano nulla con quella cosa a cui stavo pensando, di conseguenza mi preoccupo e comincia l'ansia e le mille domande.
So che mediamente chi ha psicosi non è a conoscenza della realtà, io so che non sento delle voci esterne, ma è la mia mente come se ci fosse un secondo me dentro in testa che calpesta la mia preoccupazione, quindi anche quando magari non ci sto pensando come se la mia mente butta fuori qualcosa per farmi preoccupare in questo caso appunto parole a caso.
ora inizierò una psicoterapia cognitivo comportamentale e con lo psichiatra abbiamo alzato il dosaggio del farmaco che prima era una dose di mantenimento relativamente bassa.
La questione è normale che per il mio disturbo mi porti a pensare cose a caso che in quel'istante non centrano nulla?
e poi comincio con le domande, se in realtà non è stata la mia testa ma una voce esterna che mi porti ad avere psicosi?
(cosa che sono praticamente sicuro che sia stato la mia testa)...
grazie mille delle informazioni e dell'aiuto...
Buongiorno,
Grazie per aver condiviso con tanta lucidità e apertura la sua esperienza. Anche se sta attraversando un momento di grande vulnerabilità possiede una notevole consapevolezza di sé e del funzionamento del suo disturbo.
Dal punto di vista clinico, ciò che descrive è coerente con le manifestazioni del Disturbo Ossessivo Compulsivo, specialmente quando si presenta con pensieri intrusivi a contenuto fobico o di tipo ossessione da contaminazione psichica (in questo caso: il timore di impazzire , di perdere il contatto con la realtà, di avere un doppio sé o addirittura una psicosi in fase prodromica).
Quando racconta di parole a caso che la sua mente produce nel momento in cui cerca di addormentarsi, è importante fare una distinzione clinica. Nel DOC è comune sperimentare pensieri intrusivi, automatici, spesso senza senso o apparentemente slegati dal contesto (es. immagini, parole, frasi che interrompono il flusso del pensiero cosciente). Nella psicosi, invece, le voci sono percepite come esterne, come se arrivassero da fuori , e chi le sperimenta spesso non è consapevole della loro natura patologica. Lei invece dimostra consapevolezza, capacità di riflessione metacognitiva ( so che è la mia testa ), spirito critico e la volontà di curarsi attivamente. Questo è un tratto distintivo che la colloca fuori dallo spettro psicotico.
Il DOC si nutre proprio del bisogno continuo di certezza assoluta. Il suo dubbio ( e se non fosse la mia mente, ma davvero una voce esterna? ) non nasce da un delirio, ma dalla necessità di avere conferme su conferme. È il loop della verifica, che spesso si riattiva nei momenti di stress, insonnia, cambiamenti (come l’aumento del farmaco) o pensieri prima del sonno, quando le difese mentali sono più basse.
La scelta di riprendere la psicoterapia è ottima, e la CBT è molto efficace con il DOC, specie se integrata con tecniche di esposizione e prevenzione della risposta. Continui a mantenere il dialogo aperto con il suo psichiatra, monitorando come evolve la situazione con il nuovo dosaggio.
Valuti anche l’ipotesi di un supporto sistemico, perché i sintomi spesso si innescano o si amplificano in specifici contesti relazionali e familiari, e lavorare su questi può alleggerire il peso della sintomatologia. Se lo desidera, posso offrirle un colloquio conoscitivo online, in un contesto non giudicante, dove poter esplorare questi vissuti in modo più profondo e strutturato. A volte avere qualcuno che sta con lei dentro a queste domande, senza la pressione di dare risposte immediate, può fare una grande differenza.
Un caro saluto,
Grazie per aver condiviso con tanta lucidità e apertura la sua esperienza. Anche se sta attraversando un momento di grande vulnerabilità possiede una notevole consapevolezza di sé e del funzionamento del suo disturbo.
Dal punto di vista clinico, ciò che descrive è coerente con le manifestazioni del Disturbo Ossessivo Compulsivo, specialmente quando si presenta con pensieri intrusivi a contenuto fobico o di tipo ossessione da contaminazione psichica (in questo caso: il timore di impazzire , di perdere il contatto con la realtà, di avere un doppio sé o addirittura una psicosi in fase prodromica).
Quando racconta di parole a caso che la sua mente produce nel momento in cui cerca di addormentarsi, è importante fare una distinzione clinica. Nel DOC è comune sperimentare pensieri intrusivi, automatici, spesso senza senso o apparentemente slegati dal contesto (es. immagini, parole, frasi che interrompono il flusso del pensiero cosciente). Nella psicosi, invece, le voci sono percepite come esterne, come se arrivassero da fuori , e chi le sperimenta spesso non è consapevole della loro natura patologica. Lei invece dimostra consapevolezza, capacità di riflessione metacognitiva ( so che è la mia testa ), spirito critico e la volontà di curarsi attivamente. Questo è un tratto distintivo che la colloca fuori dallo spettro psicotico.
Il DOC si nutre proprio del bisogno continuo di certezza assoluta. Il suo dubbio ( e se non fosse la mia mente, ma davvero una voce esterna? ) non nasce da un delirio, ma dalla necessità di avere conferme su conferme. È il loop della verifica, che spesso si riattiva nei momenti di stress, insonnia, cambiamenti (come l’aumento del farmaco) o pensieri prima del sonno, quando le difese mentali sono più basse.
La scelta di riprendere la psicoterapia è ottima, e la CBT è molto efficace con il DOC, specie se integrata con tecniche di esposizione e prevenzione della risposta. Continui a mantenere il dialogo aperto con il suo psichiatra, monitorando come evolve la situazione con il nuovo dosaggio.
Valuti anche l’ipotesi di un supporto sistemico, perché i sintomi spesso si innescano o si amplificano in specifici contesti relazionali e familiari, e lavorare su questi può alleggerire il peso della sintomatologia. Se lo desidera, posso offrirle un colloquio conoscitivo online, in un contesto non giudicante, dove poter esplorare questi vissuti in modo più profondo e strutturato. A volte avere qualcuno che sta con lei dentro a queste domande, senza la pressione di dare risposte immediate, può fare una grande differenza.
Un caro saluto,
Dott.ssa Elisabetta Carbone
Psicologa sistemico relazionale | Sessuologa clinica |
psicologa@elisabettacarbone.it | 351.777.9483
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 254 visite dal 10/07/2025.
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