Ansia malattie
Salve, scrivo qui perché è da tempo che non riesco più a vivere in maniera serena.
Ho 18 anni, sono in procinto di iniziare l’università e la vita mi sembra una lotta continua contro la mia testa.
Ho sempre sofferto d’ansia, specialmente di ipocondria.
Da bambina ho vissuto eventi molto traumatici legati alla salute e agli ospedali, questo ha creato in me una forte paura di ammalarmi e soffrire.
Passo gran parte delle mie giornate a preoccuparmi di sintomi che ho avuto, sto avendo o magari potrei avere, faccio continue ricerche su delle malattie che potrebbero venirmi o potrei già avere (herpes, tumori vari ecc) e questa cosa sta iniziando a stancarmi.
Mi sento come se fossi caduta in una spirale senza via d’uscita, dalla quale vengo costantemente risucchiata e che non permette distrazioni, il mio cervello mi ha incastrata, mi tiene ancorata a dei pensieri in maniera ossessiva.
La mia mente mi convince che smettere di pensare alla malattie significa che sicuramente me ne verrà una, perché è quando si abbassano le difese che succedono le cose spiacevoli.
Ho paura di essere ammalata, di aver infettato tutti i miei amici e di essere una persona crudele.
L’ipocondria non è l’unico comportamento ansioso che mi contraddistingue, presento anche un forte senso della morale che mi porta a rimuginare su tutti i miei comportamenti passati e non mi aiuta certo a sentirmi una persona per bene.
Ovviamente non sto sempre così male, ci sono dei periodi di calma, ma i pensieri tornano sempre basta anche solo una parola e si scatena di nuovo tutto.
Mi sono resa conto che nella vita non ho mai avuto un giorno senza ansia, e questa cosa mi ha stancata perché intacca i miei rapporti con le altre persone.
Volevo chiedere come dovrei reagire, quali comportamenti o azioni dovrei mettere in pratica per stare anche solo un minimo più tranquilla.
So benissimo che la soluzione a tutto sarebbe la psicologia e sto provvedendo in questo senso, ma nel frattempo vorrei godermi un po’ l’estate.
Ho 18 anni, sono in procinto di iniziare l’università e la vita mi sembra una lotta continua contro la mia testa.
Ho sempre sofferto d’ansia, specialmente di ipocondria.
Da bambina ho vissuto eventi molto traumatici legati alla salute e agli ospedali, questo ha creato in me una forte paura di ammalarmi e soffrire.
Passo gran parte delle mie giornate a preoccuparmi di sintomi che ho avuto, sto avendo o magari potrei avere, faccio continue ricerche su delle malattie che potrebbero venirmi o potrei già avere (herpes, tumori vari ecc) e questa cosa sta iniziando a stancarmi.
Mi sento come se fossi caduta in una spirale senza via d’uscita, dalla quale vengo costantemente risucchiata e che non permette distrazioni, il mio cervello mi ha incastrata, mi tiene ancorata a dei pensieri in maniera ossessiva.
La mia mente mi convince che smettere di pensare alla malattie significa che sicuramente me ne verrà una, perché è quando si abbassano le difese che succedono le cose spiacevoli.
Ho paura di essere ammalata, di aver infettato tutti i miei amici e di essere una persona crudele.
L’ipocondria non è l’unico comportamento ansioso che mi contraddistingue, presento anche un forte senso della morale che mi porta a rimuginare su tutti i miei comportamenti passati e non mi aiuta certo a sentirmi una persona per bene.
Ovviamente non sto sempre così male, ci sono dei periodi di calma, ma i pensieri tornano sempre basta anche solo una parola e si scatena di nuovo tutto.
Mi sono resa conto che nella vita non ho mai avuto un giorno senza ansia, e questa cosa mi ha stancata perché intacca i miei rapporti con le altre persone.
Volevo chiedere come dovrei reagire, quali comportamenti o azioni dovrei mettere in pratica per stare anche solo un minimo più tranquilla.
So benissimo che la soluzione a tutto sarebbe la psicologia e sto provvedendo in questo senso, ma nel frattempo vorrei godermi un po’ l’estate.
Buongiorno,
certamente la cura della sofferenza di cui parla passa attraverso un percorso di psicoterapia (il trattamento con EMDR è molto indicato nei casi di conseguenze a traumi).
Chi la seguirà potrà anche suggerirle tecniche per la gestione dei sintomi e il rilassamento.
Per alleviare i sintomi e aiutare la mente nel suo percorso di guarigione, può esserLe utile rivolgersi a un* psichiatra che valuterà se possa essere indicato associare un supporto farmacologico.
certamente la cura della sofferenza di cui parla passa attraverso un percorso di psicoterapia (il trattamento con EMDR è molto indicato nei casi di conseguenze a traumi).
Chi la seguirà potrà anche suggerirle tecniche per la gestione dei sintomi e il rilassamento.
Per alleviare i sintomi e aiutare la mente nel suo percorso di guarigione, può esserLe utile rivolgersi a un* psichiatra che valuterà se possa essere indicato associare un supporto farmacologico.
Dr.ssa Paola Cattelan
psicoterapeuta Torino
pg.cattelan@hotmail.it
Gentile Utente,
quello che hai raccontato è denso di consapevolezza e lucidità. Non è da tutti accorgersi di essere finiti in una spirale che consuma così tanta energia mentale, emotiva, fisica.
La tua mente, in fondo, sta cercando di proteggerti. Ma a che prezzo?
Ti sei mai chiesta che cos'è davvero questa difesa continua contro la malattia? È una difesa, o una prigione?
E se ipotizzassimo, anche solo per un attimo, che non serva tenere tutto sotto controllo per essere al sicuro? Cosa cambierebbe?
Hai parlato di eventi traumatici vissuti da bambina.
Ti sei mai chiesta se oggi, quella bambina che è ancora dentro di te, sta continuando a cercare un modo per sentirsi al sicuro?
Come si comporterebbe, oggi, quella parte di te se avesse finalmente la sensazione di essere capita, invece che corretta?
Tu dici che abbassare le difese equivale, nella tua testa, a lasciare spazio al pericolo.
Ma sei certa che quella voce nella tua mente dica la verità o solo la sua verità, modellata da ferite ancora aperte?
Chi saresti se, anche solo per pochi minuti al giorno, potessi abitare uno spazio mentale senza quel controllo?
Quando dici che "il cervello ti ha incastrata", sembra quasi che la tua mente abbia preso il comando, e tu sia rimasta sul sedile del passeggero.
Ma se potessi, anche solo per qualche istante, recuperare le redini, quali scelte diverse vorresti fare?
Hai parlato di una morale molto rigida, di un senso costante di responsabilità verso gli altri.
Ti sei mai domandata da dove arriva questo bisogno di essere irreprensibile, una brava persona ?
Chi ti ha fatto credere che solo controllando tutto (il tuo corpo, i tuoi pensieri, l’effetto che hai sugli altri) saresti degna di sentirti tranquilla?
Ti capita mai di pensare che forse, proprio nei momenti in cui stai peggio, stai lottando così tanto per essere buona, da dimenticare di essere umana?
C’è una parte di te che soffre. Ma c’è anche una parte di te che vede, che riconosce ciò che accade e che ha già iniziato a cercare un’altra strada.
E questa parte, più adulta, più integra, è già viva. Ti sta parlando.
Le stai dando abbastanza spazio per esistere?
E se questa estate non fosse il tempo per guarire , ma per iniziare ad ascoltare in modo diverso quella parte di te che da anni cerca di essere vista?
Non per smettere di avere paura, ma per iniziare a vedere cosa succede quando scegli di non crederle ciecamente. Non per zittirla, ma per imparare a stare con lei in modo nuovo.
A volte, bastano poche conversazioni giuste al momento giusto per iniziare a cambiare lo spazio interno in cui si abita.
E magari, da lì, qualcosa comincia a respirare diversamente.
Spero che queste riflessioni possano esserti utili.
Resto a disposizione, un caro saluto
E.S.
quello che hai raccontato è denso di consapevolezza e lucidità. Non è da tutti accorgersi di essere finiti in una spirale che consuma così tanta energia mentale, emotiva, fisica.
La tua mente, in fondo, sta cercando di proteggerti. Ma a che prezzo?
Ti sei mai chiesta che cos'è davvero questa difesa continua contro la malattia? È una difesa, o una prigione?
E se ipotizzassimo, anche solo per un attimo, che non serva tenere tutto sotto controllo per essere al sicuro? Cosa cambierebbe?
Hai parlato di eventi traumatici vissuti da bambina.
Ti sei mai chiesta se oggi, quella bambina che è ancora dentro di te, sta continuando a cercare un modo per sentirsi al sicuro?
Come si comporterebbe, oggi, quella parte di te se avesse finalmente la sensazione di essere capita, invece che corretta?
Tu dici che abbassare le difese equivale, nella tua testa, a lasciare spazio al pericolo.
Ma sei certa che quella voce nella tua mente dica la verità o solo la sua verità, modellata da ferite ancora aperte?
Chi saresti se, anche solo per pochi minuti al giorno, potessi abitare uno spazio mentale senza quel controllo?
Quando dici che "il cervello ti ha incastrata", sembra quasi che la tua mente abbia preso il comando, e tu sia rimasta sul sedile del passeggero.
Ma se potessi, anche solo per qualche istante, recuperare le redini, quali scelte diverse vorresti fare?
Hai parlato di una morale molto rigida, di un senso costante di responsabilità verso gli altri.
Ti sei mai domandata da dove arriva questo bisogno di essere irreprensibile, una brava persona ?
Chi ti ha fatto credere che solo controllando tutto (il tuo corpo, i tuoi pensieri, l’effetto che hai sugli altri) saresti degna di sentirti tranquilla?
Ti capita mai di pensare che forse, proprio nei momenti in cui stai peggio, stai lottando così tanto per essere buona, da dimenticare di essere umana?
C’è una parte di te che soffre. Ma c’è anche una parte di te che vede, che riconosce ciò che accade e che ha già iniziato a cercare un’altra strada.
E questa parte, più adulta, più integra, è già viva. Ti sta parlando.
Le stai dando abbastanza spazio per esistere?
E se questa estate non fosse il tempo per guarire , ma per iniziare ad ascoltare in modo diverso quella parte di te che da anni cerca di essere vista?
Non per smettere di avere paura, ma per iniziare a vedere cosa succede quando scegli di non crederle ciecamente. Non per zittirla, ma per imparare a stare con lei in modo nuovo.
A volte, bastano poche conversazioni giuste al momento giusto per iniziare a cambiare lo spazio interno in cui si abita.
E magari, da lì, qualcosa comincia a respirare diversamente.
Spero che queste riflessioni possano esserti utili.
Resto a disposizione, un caro saluto
E.S.
Dott.ssa Elisa Scuderi
Psicologa | A Genova e online
📧 elisascuderi.ge@gmail.com
3774810243
www.psicologoagenova.wordpress.com
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 255 visite dal 13/07/2025.
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