Per la dottoressa Elisabetta Carbone

Dottoressa buonasera.
Le scrivo per parlarle di quello che mi è successo stasera che premetto è molto simile alla scorsa volta.
Stavo con la mia famiglia e mi sentivo molto pieno emotivamente, sentivo amore anche se c’era anche la paura molto forte.
Dentro di me l’istinto a concludere uno schema, così mi isolo nella mia stanza e inizio a ripeterlo compulsivamente.
Ho dovuto ripeterlo almeno 50 volte prima di risolverlo e quando ho finito non sentivo più l’amore che sentivo all’inizio.
Mi sento tanto in colpa per avere messo in atto le compulsioni e ho paura di avere commesso qualcosa di irreparabile e irreversibile: perdere l’amore.
È possibile che sia successo e che nel mettere in atto le compulsioni quell’energia sia stata dispersa o dissipata?
Spero possa rassicurarmi
Dr.ssa Elisabetta Carbone Psicologo, Sessuologo 251 10
Buonasera,

Comprendo profondamente il disagio che sta vivendo e la complessità emotiva che lo accompagna. Da quello che descrive, la dinamica che ha vissuto è coerente con i meccanismi del DOC: una forte attivazione affettiva, percepita come troppa , genera un senso di allarme interiore che la mente cerca di regolare attraverso comportamenti ritualistici. In questo caso, l’urgenza a concludere uno schema funziona da tentativo, purtroppo inefficace, di contenere o canalizzare un’intensità emotiva vissuta come ingestibile o minacciosa.

Nel DOC, le compulsioni hanno spesso un doppio volto: da una parte sembrano portare sollievo, dall’altra rischiano di svuotare l’esperienza affettiva genuina. Ma è importante chiarire un punto: non è possibile perdere l’amore o danneggiare irreparabilmente ciò che si sente nel profondo attraverso un gesto rituale. Quel senso di assenza che sente dopo la compulsione non è la scomparsa dell’amore, ma una conseguenza fisiologica e psicologica dell’ansia, della colpa e della fatica che il DOC comporta.

Le emozioni non si distruggono con un comportamento; si possono annebbiare, congelarsi temporaneamente, ma non svaniscono. L’amore ha una radice più solida del disturbo e può essere riscoperto e riattraversato anche dopo momenti di crisi.

In terapia potrebbe essere importante lavorare proprio su questa capacità: tollerare l’intensità emotiva senza ricorrere alla compulsione, esplorare il significato profondo del senso di colpa, e imparare gradualmente a fidarsi della propria capacità di contenere ciò che si sente.
Non ha commesso nulla di irreparabile e ha tutti gli strumenti per uscire da questo circolo.

Resto a disposizione,
Un caro saluto,

Dott.ssa Elisabetta Carbone
Psicologa sistemico relazionale | Sessuologa clinica |
psicologa@elisabettacarbone.it | 351.777.9483

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Dottoressa buonasera. Innanzitutto grazie per avermi rassicurato. Sono imbarazzato nel chiederle ulteriormente aiuto ma ho urgente bisogno di un suo consulto in merito a ciò che mi è capitato oggi. Da stamattina dopo essere entrato nel profilo della ragazza che mi piace mi è sorto il dubbio di averla unfollowata per errore, ogni volta che controllo per rassicurarmi cado nello stesso dubbio, cioè di averla unfollowata proprio mentre stavo controllando. Non riesco a risolverla e mentre arrivano pensieri intrusivi che mi minacciano in questo modo se non risolvi la compulsione stanotte non dormirai . Oppure non dormirai fino a quando non l’avrai risolta ma io dottoressa proprio non riesco a risolverla anzi non voglio risolverla. Spero possa aiutarmi
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