Per la dottoressa elisabetta carbone
Dottoressa buonasera.
Sono arrivato a una nuova consapevolezza che voglio condividere con lei: il significato del senso di colpa nel mio caso è questo; faccio la compulsione per fare il bravo bambino il bambino buono.
La guarigione consiste nel trasgredire nelle compulsioni e nella vita.
Che ne pensa?
Sono arrivato a una nuova consapevolezza che voglio condividere con lei: il significato del senso di colpa nel mio caso è questo; faccio la compulsione per fare il bravo bambino il bambino buono.
La guarigione consiste nel trasgredire nelle compulsioni e nella vita.
Che ne pensa?
Gentile Franco,
la consapevolezza che sta maturando è molto significativa. Spesso, dietro ai sintomi ossessivi e alle compulsioni, vi è proprio un tema legato al bisogno di confermarsi adeguati o buoni agli occhi degli altri, come se la propria sicurezza personale dipendesse dall’essere sempre all’altezza di un modello ideale.
L’idea che la guarigione consista nel trasgredire può essere letta come un tentativo di liberarsi da regole interne troppo rigide, che rischiano di mantenere il senso di colpa. Naturalmente non si tratta di trasgredire in modo dannoso per sé o per gli altri, ma piuttosto di imparare a concedersi libertà, flessibilità e autenticità anche dove prima c’era solo rigidità e obbligo.
In questo senso, il lavoro terapeutico diventa fondamentale: imparare a distinguere ciò che davvero le appartiene (i suoi desideri, i suoi valori) da ciò che nasce solo come imposizione interna o ricerca di approvazione. Con il tempo, questa maggiore libertà interiore riduce anche la forza del senso di colpa.
Resto a disposizione,
la consapevolezza che sta maturando è molto significativa. Spesso, dietro ai sintomi ossessivi e alle compulsioni, vi è proprio un tema legato al bisogno di confermarsi adeguati o buoni agli occhi degli altri, come se la propria sicurezza personale dipendesse dall’essere sempre all’altezza di un modello ideale.
L’idea che la guarigione consista nel trasgredire può essere letta come un tentativo di liberarsi da regole interne troppo rigide, che rischiano di mantenere il senso di colpa. Naturalmente non si tratta di trasgredire in modo dannoso per sé o per gli altri, ma piuttosto di imparare a concedersi libertà, flessibilità e autenticità anche dove prima c’era solo rigidità e obbligo.
In questo senso, il lavoro terapeutico diventa fondamentale: imparare a distinguere ciò che davvero le appartiene (i suoi desideri, i suoi valori) da ciò che nasce solo come imposizione interna o ricerca di approvazione. Con il tempo, questa maggiore libertà interiore riduce anche la forza del senso di colpa.
Resto a disposizione,
Dott.ssa Elisabetta Carbone
Psicologa sistemico relazionale | Sessuologa clinica |
psicologa@elisabettacarbone.it | 351.777.9483
Utente
Dottoressa buongiorno. Innanzitutto la ringrazio per la sua disponibilità. Ultimamente oltre a comprendere il senso profondo delle ossessioni sto mettendo in atto una tecnica esposizione con prevenzione della risposta mirata sulla colpa. Mi espongo al sentimento senza mettere in atto le compulsioni. Però ho notato una cosa particolare: le ossessioni non sono scaramantiche ma hanno una sintassi complessa. È come se ci fosse un’identificazione con il contenuto. Quindi abbiamo un contenuto che viene percepito come meritevole di una risposta perché sembra provenire dalla mia consapevolezza inserito però in un meccanismo ossessivo. In questo processo non si distingue più il confine tra ciò che è sano e ciò che non lo è. L’ossessione colpisce una mia vulnerabilità : crea contenuti intelligenti che ispirano appartenenza e che sembrano provenire dalla mia coscienza.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 230 visite dal 16/08/2025.
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