Relazione spenta: come rivitalizzarla o lasciarla?

Buonasera,
Ho 25 anni, il mio ragazzo ne ha venti più di me stiamo insieme e conviviamo da due anni.

Il primo anno di relazione andava tutto a gonfie vele, facevamo tantissime cose insieme, mi riempiva di attenzioni.

Nell'ultimo anno invece mi sento messa da parte, sento che in questa relazione ci sono solo io.

Torna da lavoro che vuole solo stare sul divano, i weekend che riusciamo a stare insieme (entrambi abbiamo anche un lavoro il weekend la sera e un lavoro in settimana) lui li vuole passare sul divano perché 'voglio rilassarmi' quindi sono costretta a fare qualcosa da sola o con i miei amici.
L'unica cosa che facciamo é qualche viaggietto durante l'anno durante le ferie e qualche cenetta ma niente di più.
Qualsiasi cosa propongo di fare lui non ha mai voglia.

Attenzioni non ne sto ricevendo, sembra che anche solo un bacio gli sia pesante.

Stiamo cercano un appartamento perché dove siamo ci sta stretto ma lui non muove un dito, sono io che divento pazza a cercare e proporre, un casa non mi aiuta granché...
io sto veramente male, ma non si accorge.

Gli tengo il muso per vedere se capisce dove sta sbagliando ma le sue risposte sono sempre 'ah stai là non mi interessa'.
Tantissime volte ho pianto davanti a lui ma niente non si scompone.
Sono arrivata al punto di pensare che gli faccio solo comodo per pulirgli la casa.

Ho provato spesso ad affrontare qualsiasi tipo di discorso ma non parla e la colpa é sempre la mia... oltre al fatto che faccio fatica a fidarmi di lui dato che avevo sgamato messaggi con altre ragazze e in generale mi parla spesso di altre come se fossero migliori di me, ormai ci ho fatto l'abitudine e non provo nessun tipo di emozione quando mi dice queste cose.
Non so più cosa fare se non pensare di finire la relazione anche se in realtà non é quello che voglio ma allo stesso bene ho bisogno di stare bene!
Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 5k 204
Gentile utente,
per capire meglio la situazione occorrerebbe sapere molto di più, altrimenti si può scambiare una difficoltà di comunicazione per una crisi insanabile, e si rischia di buttar via una relazione dopo l'altra senza aver mai veramente conosciuto i bisogni né del partner né di sé stessi.
Le faccio qualche esempio su ciò che le verrebbe chiesto da un/a terapeuta di coppia:
- Se qualche evento ha turbato una situazione che nel primo anno, come lei scrive, andava a gonfie vele.
- Se avete avuto un opportuno periodo di fidanzamento prima di convivere. Se non è così, la conoscenza reciproca si è prodotta solo a convivenza avviata e potreste esservi reciprocamente delusi; oppure il primo anno è stato la fase del corteggiamento, al quale è seguita naturalmente una routine più calma, alla quale lei non si adatta forse per l'età tanto più giovane o per altre ragioni.
- Scrive che il suo uomo vuole sempre riposare sul divano, ma poi specifica: "L'unica cosa che facciamo é qualche viaggietto durante l'anno durante le ferie e qualche cenetta ma niente di più". Cos'altro fanno gli altri attorno a voi, specie se ultraquarantenni?
- Aggiunge: "Qualsiasi cosa propongo di fare lui non ha mai voglia". Ma cosa propone esattamente, e con che frequenza? Se è lui a proporre qualcosa, lei accetta?
- "Stiamo cercano un appartamento perché dove siamo ci sta stretto ma lui non muove un dito". La casa in cui vivete l'avete scelta insieme, oppure lui ci viveva già da prima, ed è solo con l'arrivo di lei che è diventata stretta?
Infine, lei descrive una serie di atteggiamenti di ostilità crescente da tutte e due le parti, che implicano una chiusura progressiva della comunicazione: lui non la bacia più, non la aiuta in casa e nemmeno nella ricerca di un'altra casa, e lei gli tiene il muso "per vedere se capisce dove sta sbagliando".
Attenzione: non è mostrando ostilità e malumore che si indica a qualcuno ciò che vorremmo da lui. Più facilmente il suo uomo interpreta questi suoi atteggiamenti come una scontentezza del legame, una voglia di sottrarsi.
Perfino il parlarle di altre ragazze potrebbe essere il modo di lui di comunicarle che così non va, che vuole altro, ma a quanto pare nessuno di voi due lo sa fare.
Suggerirei una specifica terapia sulla comunicazione: la Comunicazione Non Violenta di Rosenberg vi aiuterebbe, forse in maniera risolutiva.
Auguri.

Prof.ssa Anna Potenza
Riceve in presenza e online
Primo consulto gratuito inviando documento d'identità a: gairos1971@gmail.com

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Utente
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Gentile dottoressa buongiorno.
C'è stato quasi un anno di corteggiamento da parte sua prima del fidanzamento in quanto io avevo paura per la differenza di età, la convivenza é avvenuta su e giù un sei mesi dopo il fidanzamento.
Per quanto riguarda la monotonia, il primo anno uscivamo quasi ogni weekend per fare qualcosa che sia un aperitivo, shopping, gita fuori porta... ora anche solo proporre di fare un aperitivo la risposta é sempre 'non ho voglia'.
Riguardo la casa é stretta perché ora siamo in due e prima era solo, lui é il primo a dire che dobbiamo cambiare casa ma non si sforza di cercare... diciamo che lui aspetta che le cose gli cadano dal cielo...
il mio problema sta nel fatto che non so mai come parlargliene perché prende sempre male tutto!
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 5k 204
Gentile utente,
sarebbe necessario un discorso pacato, anche amorevole, ma chiaro.
Lei ha dei precisi desideri di varietà e di costruzione della vita, lui sembra caduto in un immobilismo che potrebbe essere anche frutto di malessere fisico: fa le analisi di routine? Pratica qualche attività sportiva, anche solo passeggiate nel verde? Potrebbe anche essere un principio di depressione, come pure delusione e scontentezza nei confronti della vostra relazione.
Non ha scritto nulla dei vostri rapporti sessuali.
Provi a preparare, anche con l'aiuto di uno psicologo se non riesce da sola, un elenco di argomenti su ciò di cui sente il bisogno e che nella vostra storia non trova più; gli annunci che è il momento di discutere seriamente e cominci a presentargli la sue richieste.
Se lui cerca di sfuggire, o prende subito male le sue parole, insista per sapere anche le sue ragioni di scontentezza e ciò che vorrebbe in alternativa.
Se nemmeno così ricava nulla, proponga qualche colloquio con uno psicologo della relazione di coppia.
Il seguito è immaginabile, ma vediamolo dopo che avrà fatto questi tentativi.
Auguri.

Prof.ssa Anna Potenza
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