Relazione a distanza e convivenza: dilemma tra amore e sacrificio?

Io ho 58 anni lei 30 ma non abbiamo mai convissuto se non per 4 mesi.
Ci frequentiamo da 10 anni e 8mesi fa abbiamo avuto una bimba.
Ho una casa in una grande città ma è comunque in campagna.
Per raggiungere la metro sono 3 minuti di auto.
Ci sono scuole e servizi.
Ho un impiego pubblico in una città limitrofa a 15 minuti da casa.
Lei non lavora, vive a 40km da me, è laureata e vorrebbe studiare per specializzarsi.
Vorrebbe inventarsi il lavoro più che cercarne uno qualunque.
Ha una famiglia tra zii e cugini grande e non vuole spostarsi.
Io non le ho mai chiesto di farlo dall'oggi al domani.
Lei ha anche scelto i mobili della camera da letto e quelli della cucina.
La mia casa è stata ristrutturata secondo sue indicazioni, ma non la conosceva prima, comunque non vuole trasferirsi.
Se siamo insieme in vacanza 10 giorni in un posto isolato stiamo bene ma lei non ha voluto provare neanche a venire nella nuova casa nei fine settimana per provare.
Solo una volta e non è stata male.
Io sarei disposto ad acquistarle un'automobile se fosse qui e potrei starle accanto per mezza giornata perché ho un lavoro che me lo consente ma lei ha un atteggiamento di chiusura totale.
Siamo stati nella sua città a circa 40km dalla mia per i primi mesi dalla nascita di nostro figlio poi le incomprensioni ci hanno diviso.
Non sopporta la mia famiglia, mia mamma anziana e mia sorella.
Ho anche una nipotina di 4 anni.
Dopo i primi 4 mesi di convivenza, per 4 mesi abbiamo trovato un equilibrio con lei a casa dei suoi ma ora lei pretende che affitti casa nella sua città o non vuole vedermi più.
Sono io che non l'amo abbastanza o è la sua chiusura totale che mi spaventa di più?
Dovrei rinunciare ad una casa singola nel verde per vivere in un appartamento e pagare per mantenere due case con il mio solo lavoro con uno stipendio normalissimo e l'idea mi pesa, mi preoccupa! Ho il doppio della sua età e lei pretende che io faccia solo quello che serve a lei sottraendo così anche risorse a NOI e a nostro figlio.
Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 5k 204
Gentile utente,
la sua/vostra situazione è anomala, per cui il primo suggerimento che vorrei offrirle è quello di parlare di persona, tutti e due, con un consulente di coppia.
Sembra infatti che nel corso di un "fidanzamento" molto lungo, nel quale avete addirittura procreato una figlia, non abbiate voluto o saputo valutare altri aspetti essenziali sulla formazione di una vostra famiglia, a partire dalla scelta di una residenza idonea alle risorse economiche, ai gusti e ai desideri di entrambi.
Lei ci parla di tre minuti in auto per raggiungere la metro, la sua vicinanza al lavoro, il fatto che la sua compagna non lavora...
Forse per questo ritiene che non abbia necessità o piacere di vivere in una casa dove appena aperta la porta c'è il mondo, in particolare una numerosa famiglia a cui sembra molto più legata che a lei?
Un po' misteriosa risulta l'affermazione: "Vorrebbe inventarsi il lavoro più che cercarne uno qualunque". Molto concreti sono invece altri due dati: l'esplicita volontà della partner di non rinunciare alla propria città e alla propria famiglia, e l'altrettanto esplicito rifiuto della famiglia di lei che ci scrive.
La partner arriva al punto che "pretende che affitti casa nella sua città o non vuole vedermi più".
Ma nella casa di campagna lei vive da solo o coi suoi familiari?
In ogni caso, in dieci anni di una relazione che dovrebbe essere stata intensa e significativa, se avete accettato di intraprenderla malgrado la differenza d'età, avete convissuto per soli quattro mesi e solo dopo la nascita di una figlia, e infine avete interrotto la convivenza perché "le incomprensioni ci hanno diviso"!
In pratica, a guardarla dall'esterno e dalle sue poche parole, sembra una non-relazione in cui si è attuato però un progetto genitoriale, se non si è trattato di una "leggerezza" nell'uso dei contraccettivi.
La sua domanda "Sono io che non l'amo abbastanza o è la sua chiusura totale che mi spaventa di più?" risulterebbe sorprendente per chiunque ci parli di una compagna con la quale sta da dieci anni e con la quale ha voluto una figlia, a maggior ragione venendo da qualcuno che per età e responsabilità non solo verso la figlia, ma verso una compagna che come lei scrive ha la metà dei suoi anni, dovrebbe avere ponderato i propri sentimenti, prima di intraprendere e poi approfondire la relazione.
Le domanda che deve fare non a noi, ma a sé stesso, sono infatti:
- Questa è stata davvero la mia unica relazione in questi dieci anni?
- Mi sono davvero impegnato per costruirla, specie prima di mettere al mondo un figlio?
- La mia partner a sua volta ci teneva davvero a me, e lo ha sempre dimostrato?
- Per quale ragione non abbiamo convissuto e solo adesso prendiamo in considerazione questa idea?
- Perché le nostre vacanze si limitavano a dieci giorni in totale isolamento?
Ovviamente un consulente di coppia ne formulerebbe anche altre, ma intanto è utile che lei risponda a queste.
Auguri.

Prof.ssa Anna Potenza
Riceve in presenza e online
Primo consulto gratuito inviando documento d'identità a: gairos1971@gmail.com

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