Terapia via email per neomamma: è possibile?
Gent.
mi
vi chiedo se ci sia la possibilità per gli psicologi di riuscire a gestire un percorso di psicoterapia attraverso la mail.
Mi spiego meglio: ho una bambina di 3 mesi e mezzo che mi impedisce di poter prendere un impegno continuativo (mi diventa difficile anche collegarmi un'ora alla settimana da un pc, perchè gli orari variano di continuo).
Sentirei la necessità forte di parlare con qualcuno, perchè ho crisi di pianto per moltissime cose e mi agito per tante altre.
Ho voluto tanto questa bambina ma a volte non mi sento in grado di gestirla e mi sento costantemente una pessima madre.
Ho paura di tutto, anche per lei.
Non riesco ad essere serena nella MIA famiglia (creata da me, mia figlia e il mio compagno) e confesso che avrei solo voglia di essere io accudita dai miei genitori.
Il mio più grande desiderio sarebbe potermene stare a letto a dormire senza vedere o parlare con nessuno, senza occuparmi di nulla.
Nessuno dei miei famigliari (compagno e genitori) sa di questo mio aspetto, perchè me ne vergogno terribilmente e anche se ne parlassi mi direbbero che sono esagerata.
Ne consegue che non posso chiedere loro di tenermi la bambina per quell'ora alla settimana che mi servirebbe per la terapia, perchè non lo farebbero.
Non posso affidare la bambina ad una baby sitter perchè è ancora molto piccola.
Perciò vi domando se uno psicologo può effettuare una sorta di terapia anche attraverso la mail, o comunque attraverso un canale scritto, in maniera tale da riuscire a comunicare e a esprimerci nei ritagli di tempo, come questo, in cui mia figlia casualmente dorme.
Se vorrete rispondermi vi ringrazio
Un cordiale saluto
Giulia
mi
vi chiedo se ci sia la possibilità per gli psicologi di riuscire a gestire un percorso di psicoterapia attraverso la mail.
Mi spiego meglio: ho una bambina di 3 mesi e mezzo che mi impedisce di poter prendere un impegno continuativo (mi diventa difficile anche collegarmi un'ora alla settimana da un pc, perchè gli orari variano di continuo).
Sentirei la necessità forte di parlare con qualcuno, perchè ho crisi di pianto per moltissime cose e mi agito per tante altre.
Ho voluto tanto questa bambina ma a volte non mi sento in grado di gestirla e mi sento costantemente una pessima madre.
Ho paura di tutto, anche per lei.
Non riesco ad essere serena nella MIA famiglia (creata da me, mia figlia e il mio compagno) e confesso che avrei solo voglia di essere io accudita dai miei genitori.
Il mio più grande desiderio sarebbe potermene stare a letto a dormire senza vedere o parlare con nessuno, senza occuparmi di nulla.
Nessuno dei miei famigliari (compagno e genitori) sa di questo mio aspetto, perchè me ne vergogno terribilmente e anche se ne parlassi mi direbbero che sono esagerata.
Ne consegue che non posso chiedere loro di tenermi la bambina per quell'ora alla settimana che mi servirebbe per la terapia, perchè non lo farebbero.
Non posso affidare la bambina ad una baby sitter perchè è ancora molto piccola.
Perciò vi domando se uno psicologo può effettuare una sorta di terapia anche attraverso la mail, o comunque attraverso un canale scritto, in maniera tale da riuscire a comunicare e a esprimerci nei ritagli di tempo, come questo, in cui mia figlia casualmente dorme.
Se vorrete rispondermi vi ringrazio
Un cordiale saluto
Giulia
Gentile Giulia,
ciò che ci descrive è molto comune nelle neo-mamme. Cambiamenti nello stile di vita, senso di responsabilità verso il proprio figlio\a, cambiamenti ormonali, possono portare molto spesso a crisi di pianto, ansia costante, e soprattutto un sentimento di inadeguatezza sono molto comuni nel periodo post-partum. Solo nel primo anno di vita, la madre perde oltre 1.000 ore di sonno, una enormità se pensiamo alla sua funzione primaria, e quindi un mix di stanchezza, la deprivazione di un giusto riposo e il cambiamento radicale della vita si sommano fra loro. Desiderare un figlio non rende automaticamente una mamma immune dalla fatica emotiva e fisica, che nei primi anni di vita possono entrambe più o meno intense: una coesistenza fra amore e difficoltà, ma ciò non la etichetta automaticamente come una madre non adeguata. E' una madre che reagisce in modo del tutto legittimo alla maternità.
Per quanto riguarda la sua domanda, senza giri di parole, da un punto di vista professionale, una terapia vera e propria, intesa come percorso strutturato e continuativo, non può essere svolta esclusivamente via mail, per limiti clinici, etici e di efficacia. Sono diffuse molte forme di supporto psicologico online che possono includere anche canali scritti (mail o chat) ma come strumenti di accompagnamento e supporto, integrazione e contenimento, soprattutto in una fase iniziale, un "diario delle emozioni", o semplicemente un esercizio di scrittura utile al terapeuta per capire più a fondo la sua quotidianità e i suoi vissuti. Se vuole un'opinione sincera, dal contenuto della sua richiesta, che rispecchia pensieri e schemi molto ricorrenti dopo il parto, c'è molto di più di un bisogno di confronto. Può non essere semplice da un punto di vista organizzativo ma ad ogni madre deve essere concesso e lei stessa deve concedersi dei momenti esclusivamente per lei stessa, il suo benessere, che si riflette sempre e comunque anche in quello dei figli. Un disagio emotivo post-partum non è colpa né debolezza, ma una condizione di cui è importante parlarne con un professionista. Il senso di vergogna che prova e la paura di non essere creduta o minimizzata purtroppo sono molto frequenti, ma i professionisti sono preparati ad accogliere senza giudizio tutto quanto ci ha descritto, e a fornirle il supporto di cui necessità per riabilitare i pensieri in modo più gentile verso se stessa. Lei è una brava madre, anche se è stanca, anche se sente il desiderio di sparire , di dormire, e non occuparsi di nulla: non cerca riposo per mancanza d’amore, il suo corpo le sta solo mandando un segnale di esaurimento emotivo che chiede attenzione.
Il mio consiglio è di cercare un professionista che abbia esperienza nel post-partum, spiegando le sue difficoltà in termini di spazio e tempo, vedrà che troverà massima disponibilità a venirle incontro. Un'ora alla settimana, per lei stessa, per il suo bene, può e deve trovarla senza sensi di colpa. Nelle situazioni come la sua, un percorso in presenza lo ritengo maggiormente efficace, ma se proprio non ne ha la possibilità, provi a concordare con il professionista le modalità che riterrà più opportune e che meglio si adatteranno alle sue esigenze e alla sua situazione.
Non aspetti. Più precoce è l'intervento, prima inizierà a sentirsi meglio.
Cordialità.
ciò che ci descrive è molto comune nelle neo-mamme. Cambiamenti nello stile di vita, senso di responsabilità verso il proprio figlio\a, cambiamenti ormonali, possono portare molto spesso a crisi di pianto, ansia costante, e soprattutto un sentimento di inadeguatezza sono molto comuni nel periodo post-partum. Solo nel primo anno di vita, la madre perde oltre 1.000 ore di sonno, una enormità se pensiamo alla sua funzione primaria, e quindi un mix di stanchezza, la deprivazione di un giusto riposo e il cambiamento radicale della vita si sommano fra loro. Desiderare un figlio non rende automaticamente una mamma immune dalla fatica emotiva e fisica, che nei primi anni di vita possono entrambe più o meno intense: una coesistenza fra amore e difficoltà, ma ciò non la etichetta automaticamente come una madre non adeguata. E' una madre che reagisce in modo del tutto legittimo alla maternità.
Per quanto riguarda la sua domanda, senza giri di parole, da un punto di vista professionale, una terapia vera e propria, intesa come percorso strutturato e continuativo, non può essere svolta esclusivamente via mail, per limiti clinici, etici e di efficacia. Sono diffuse molte forme di supporto psicologico online che possono includere anche canali scritti (mail o chat) ma come strumenti di accompagnamento e supporto, integrazione e contenimento, soprattutto in una fase iniziale, un "diario delle emozioni", o semplicemente un esercizio di scrittura utile al terapeuta per capire più a fondo la sua quotidianità e i suoi vissuti. Se vuole un'opinione sincera, dal contenuto della sua richiesta, che rispecchia pensieri e schemi molto ricorrenti dopo il parto, c'è molto di più di un bisogno di confronto. Può non essere semplice da un punto di vista organizzativo ma ad ogni madre deve essere concesso e lei stessa deve concedersi dei momenti esclusivamente per lei stessa, il suo benessere, che si riflette sempre e comunque anche in quello dei figli. Un disagio emotivo post-partum non è colpa né debolezza, ma una condizione di cui è importante parlarne con un professionista. Il senso di vergogna che prova e la paura di non essere creduta o minimizzata purtroppo sono molto frequenti, ma i professionisti sono preparati ad accogliere senza giudizio tutto quanto ci ha descritto, e a fornirle il supporto di cui necessità per riabilitare i pensieri in modo più gentile verso se stessa. Lei è una brava madre, anche se è stanca, anche se sente il desiderio di sparire , di dormire, e non occuparsi di nulla: non cerca riposo per mancanza d’amore, il suo corpo le sta solo mandando un segnale di esaurimento emotivo che chiede attenzione.
Il mio consiglio è di cercare un professionista che abbia esperienza nel post-partum, spiegando le sue difficoltà in termini di spazio e tempo, vedrà che troverà massima disponibilità a venirle incontro. Un'ora alla settimana, per lei stessa, per il suo bene, può e deve trovarla senza sensi di colpa. Nelle situazioni come la sua, un percorso in presenza lo ritengo maggiormente efficace, ma se proprio non ne ha la possibilità, provi a concordare con il professionista le modalità che riterrà più opportune e che meglio si adatteranno alle sue esigenze e alla sua situazione.
Non aspetti. Più precoce è l'intervento, prima inizierà a sentirsi meglio.
Cordialità.
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2 visite dal 29/12/2025.
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