Come evitare la somatizzazione psico-somatica

Carissimi dottori,
sono una ragazza di quasi vent'anni che da un anno circa soffre di ansia e conseguenze.
Tutto cominciò lo scorso anno a causa di un forte attacco di panico.
Io sono sempre stata una persona di base ansiosa, ma per colpa di quell'attacco il tutto si è ingrandito trasferendosi soprattutto nel piano fisico (zona stomaco ma in particolare cuore).
L'ansia mi ha portato ad essere leggermente ipocondriaca e a spaventarmi per ogni minimo dolore o disturbo.
I primi tempi la situazione era davvero esagerata in quanto , per farvi un esempio, credevo che sarei morta da un momento all'altro per un attacco di cuore, sono andata al pronto soccorso varie volte a causa di forti episodi di tachicardia (credo parossistica ma non è accertato)e continue extrasistole.
Nel corso di quest anno ho fatto molti controlli e ho sentito il parere di molti medici, la risposta è sempre la stessa: ansia e somatizzazione.
Io dentro di me sapevo di essere una persona ansiosa ma allo stesso tempo pensavo: come può l'ansia provocare tutti questi problemi? avrò sicuramente qualcosa al cuore che i medici non sono riusciti a vedere, si sbagliano, morirò di morte improvvisa da un momento all'altro, avrò un arresto cardiaco ecc ecc...
Finalmente da qualche giorno sono riuscita a convincermi. Come ho capito che in realtà tutto è solo ed unicamente una questione psicologica?
è successo questo: durante uno dei miei soliti attacchi di extrasistole continue, con peso allo stomaco, paura di morire da un secondo all'altro,paura che potesse venirmi uno di quegli improvvisi attacchi di tachicardia, ad un certo punto ho buttato tutta la concentrazione sul piede sinistro, mi sono concentrata talmente tanto che ho cominciato a sentire formicolio e addirittura lieve dolore in quella zona. Come per magia le extrasistole erano scomparse. Allora ho provato a concentrarmi sulla testa, ho iniziato a sentire un forte peso e improvvisamente avevo mal di testa, si perchè mi ero autoconvinta di averlo e nella zona cuore? tutto improvvisamente scomparso.
Allora si, me ne sono autoconvinta, tutto è dovuto all'ansia, credo che questo sia un grande passo: l'autoconvinzione.
Il problema adesso è un altro, oramai credo che la mia testa si sia abituata a concentrarsi sulla zona cuore e stomaco e lo fa senza rendersene conto,tanto è vero che ho extrasistole a qualsiasi ora del giorno (che ovviamente aumentano man mano che il pensiero si concentra su di esse) come posso evitarlo? dovrò ogni volta concentrarmi su un'altra parte del corpo e pian piano mi abituerò a non sentire più nulla in quella zona? posso aiutarmi da sola oppure ciò che mi serve è l' aiuto di un esperto?
sono stufa di tutto questo, anche se vivo ugualmennte la mia vita da diciannovenne l'ansia e la somatizzazione stanno iniziando a pesarmi davvero tanto e molte volte la vedo come una cosa più forte di me.
[#1]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
Gentile ragazza, come in tutti i tipi di disturbi, con lo specialista si fa prima e si evitano errori.
La tua realizzazione importante non è quella dell'autoconvinzione. Quella viene dopo. Ciò che viene prima, e che hai scoperto da sola, è che distraendoti e concentrandoti su un'altra cosa il sintomo sparisce. Questo però da solo non basta, ci vuole anche altro per rendere permanente il cambiamento.
Devi andare dallo specialista psicologo/psicoterapeuta.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#2]
dopo
Attivo dal 2009 al 2010
Ex utente
la ringrazio per la risposta immediata!
Sarei curiosa di sapere come agisce uno psicologo in questi casi
[#3]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Ragazza,
lo psicoterapeuta non ha la bacchetta magica e, non agisce.
Dopo avere trovato il clinico adatto a lei, che riece a farla sentire compresa e contenuta,si stabilisce un contratto terapeutico, cioè il percorso psicoterapico che le necessita.
Deve dare un nome ed un volto al suo disagio, comprendere esclusivamente che si tratta di lamentele ipocondriache non serve a molto.
Quando l'ansia passa dal mentale al corporeo, solo un clinico, con un percorso di psicoterapia, può aiutarla a ripristinare gli equilibri.
Auguri

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#4]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
Può leggere quest'articolo, per farsi un'idea di cos'è la psicoterapia:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html

Cordiali saluti
[#5]
Dr. Antonio Vita Psicologo, Psicoterapeuta 708 23 51

Gentile Utente,

Una seduta psicoterapeuta è un'ora dedicata ai suoi racconti e alle sue problematiche. Ogni psicoterapeuta lo sa, e cerca, unitamente a lei, di mettere chiarezza nelle varie manifestazioni patologiche di cui viene a conoscenza. Il tutto si svolge in una specie di lavoro a due, lei e il suo terapeuta. In un'atmosfera di serenità, ma anche di suspense, a volte di apprensione, poche volte di tensione.
Un percorso psicoterapeutico è un insieme di sedute legate da vicende già note e di molte altre da conoscere e da analizzare. E da chiarire.

Poi quando andrà da uno psicoterapeuta vedrà da sola cosa è la psicoterapia.

Con tanti auguri e molta cordialità
[#6]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 988 248
Gentile utente,

La polarizzazione ipocondriaca è spesso un modo per controllare la paura di origine del disturbo, per esempio di un disturbo di panico, secondo indici che tendono a modificarsi nel tempo o a rimanere fissati se le crisi si sono ripetute con caratteristiche più o meno analoghe.
Se il problelma si riduce al momento a questa preoccupazione, ma senza più crisi e senza più limiti imposti dalla paura che avvengano, potrebbe trattarsi di un meccanismo ossessivo. Esistono anche situazioni in cui la percezione corporea è amplificata alla sua origine, per cui gli stimoli arrivano in chiave ansiosa, altri in cui uno stato di attenzione comporta l'inevitabile arrivo di qualche segnale. In entrambi i casi esistono sia teniche psicoterapiche che farmacologiche per normalizzare questo disturbo.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#7]
Dr. Antonio Vita Psicologo, Psicoterapeuta 708 23 51
Gentile Utente,

Ritorno, in parte, sulle sue problematiche da lei esposte con dovizia di particolari.
La concentrazione su una parte del corpo è l'inizio, la prima lezione, che si può imparare se si segue un corso di training autogeno.
Se lei ha adottato quell'escamotage in modo del tutto autonomo, le conviene sapere ciò che le ho detto perché il training autogeno è molto efficace nei casi da lei descritti. Se non ha mai fatto del training autogeno, si informi, e frequenti un corso. Ritroverà tutti gli stratagemmi messi in atto da lei per rifuggire da extrasistole, mal di testa, ed altro.
Il training autogeno è stato studiato dal neuro psichiatra Johannes Henrich Schultz. Navighi e troverà molto di più di queso breve appunto.

Cordialmente.

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