30 anni vergine
buongiorno,
ho un problema...un grosso problema...
a 30 anni sono ancora vergine...in passato ho avuto un ragazzo, ma non abbiamo mai avuto un rapporto completo...non so perchè...
adesso frequento un'altra persona...ma non so come dirgli che sono ancora vergine...
ho un problema...un grosso problema...
a 30 anni sono ancora vergine...in passato ho avuto un ragazzo, ma non abbiamo mai avuto un rapporto completo...non so perchè...
adesso frequento un'altra persona...ma non so come dirgli che sono ancora vergine...
Gentile Utente, che cosa potrebbe accadere secondo Lei nel dire al Suo ragazzo questa cosa?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
Utente
credo penserebbe di stare con una pazza
Quindi la sua (intendo sua, non del suo ragazzo) convinzione è questa:
essere vergine (a 30 anni)= essere pazza ?
essere vergine (a 30 anni)= essere pazza ?
Utente
secondo me si...anche perchè non è una scelta...non so come dire...mi ci sono ritrovata
non ci sono state occasioni prima d'ora?
Utente
in passato intende? come detto, sono stata con un ragazzo ma non abbiamo mai avuto un rapporto completo...
Lei non aveva voluto fare la'more con questo ragazzo in passato o di comune accordo?
Gentile Ragazza,
la verginità, così come la prima volta, acquista o perde significato, in base alla storia di vita, emozionale, personale e sessuale di ogni essere umano.
La fatidica priva volta oggi , viene spesso ad essere vissuta con modalità liquidatorie e tempi, sempre più precoci, svuotandola di significato.
L’imene,nonostante i cambiamenti storici e culturali, mantiene un significato simbolico, la sua deflorazione, rappresenta un “passaggio iniziatico e ritualizzato” dall’età dell’adolescenza all’età adulta, ma non per questo vi è un'età prestabilita.
Si viva questa relazione senza dovere giustificare il suo passato o le sue scelte, non è una malattia essere ancora vergine.
Un caro saluto
la verginità, così come la prima volta, acquista o perde significato, in base alla storia di vita, emozionale, personale e sessuale di ogni essere umano.
La fatidica priva volta oggi , viene spesso ad essere vissuta con modalità liquidatorie e tempi, sempre più precoci, svuotandola di significato.
L’imene,nonostante i cambiamenti storici e culturali, mantiene un significato simbolico, la sua deflorazione, rappresenta un “passaggio iniziatico e ritualizzato” dall’età dell’adolescenza all’età adulta, ma non per questo vi è un'età prestabilita.
Si viva questa relazione senza dovere giustificare il suo passato o le sue scelte, non è una malattia essere ancora vergine.
Un caro saluto
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
Gentile ragazza, se mi permettesse di sdrammatizzare, le direi che la castità è curabile, se presa in tempo.
Non è possibile sapere quale sarà la reazione del suo ragazzo. Potrebbe anche essere molto positiva, ma in ogni caso non potrà saperlo in anticipo.
Ciò che è certo è che continuando a nascondersi così, sta contribuendo lei stessa ad alimentare con forza il problema.
Cordiali saluti
Non è possibile sapere quale sarà la reazione del suo ragazzo. Potrebbe anche essere molto positiva, ma in ogni caso non potrà saperlo in anticipo.
Ciò che è certo è che continuando a nascondersi così, sta contribuendo lei stessa ad alimentare con forza il problema.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
Gentile Utente,
premetto che da qui non è semplice azzardare ipotesi cliniche su una persona via mail: detto questo credo che la radice del Suo problema sia da ascrivere alla difficoltà di "condivisione" (comunicativa ed emotiva) che Lei probabilmente ha manifestato in questi anni con i partner.
Leggendo il Suo post mi sono immaginato una persona a tratti un po' diffidente nei confronti del sesso maschile: probabilmente per Lei non è mai stato semplice parlare della propria intimità, sia fisica che psicologica, soprattutto con l'altro sesso.
Una sessualità serena passa necessariamente attraverso una certa complicità: in assenza di questa diventa difficile condividere aspetti intimi del proprio sé, figuriamoci gli aspetti fisici.
Il trascorrere del tempo e la sensazione di sentirsi "diversa" rispetto alle altre ragazze hanno fatto il resto.
Si è creato quindi un circolo vizioso in questi anni: più Lei si sente "diversa" oppure "indietro" rispetto agli altri maggiore sarà l'imbarazzo con il partner. Più Lei si sente imbarazzata e "distante" da un punto di vista intimo, meno è probabile avere un rapporto sessuale, e così via.
Per questo forse (e il forse è d'obbligo, visto che non ci conosciamo) oggi Lei si sente in trappola: da una parte vorrebbe sentirsi come tutti gli altri, dall'altro la consapevolezza di questa verginità "ingombrante" non le permette di lasciarsi andare.
E intanto il tempo passa, e aumenta il timore di poter perdere l'amore del partner attuale.
Le mie sono solo ipotesi, ma se per caso Lei dovesse ritrovarsi nel quadro di una persona affranta e in ansia per colpa di questa situazione imbarazzante non esiti a richiedere una consulenza psicologica. Se non è riuscita da sola a sbloccarsi fino ad oggi perchè aspettare ancora?
Non si fermi di fronte al timore di venire considerata una specie di extra-terrestre: molte persone sono ancora vergini anche a 40 anni, e spesso si rivolgono a noi psicologi per riuscire a superare questo blocco.
Cosa che le auguro di fare il prima possibile.
premetto che da qui non è semplice azzardare ipotesi cliniche su una persona via mail: detto questo credo che la radice del Suo problema sia da ascrivere alla difficoltà di "condivisione" (comunicativa ed emotiva) che Lei probabilmente ha manifestato in questi anni con i partner.
Leggendo il Suo post mi sono immaginato una persona a tratti un po' diffidente nei confronti del sesso maschile: probabilmente per Lei non è mai stato semplice parlare della propria intimità, sia fisica che psicologica, soprattutto con l'altro sesso.
Una sessualità serena passa necessariamente attraverso una certa complicità: in assenza di questa diventa difficile condividere aspetti intimi del proprio sé, figuriamoci gli aspetti fisici.
Il trascorrere del tempo e la sensazione di sentirsi "diversa" rispetto alle altre ragazze hanno fatto il resto.
Si è creato quindi un circolo vizioso in questi anni: più Lei si sente "diversa" oppure "indietro" rispetto agli altri maggiore sarà l'imbarazzo con il partner. Più Lei si sente imbarazzata e "distante" da un punto di vista intimo, meno è probabile avere un rapporto sessuale, e così via.
Per questo forse (e il forse è d'obbligo, visto che non ci conosciamo) oggi Lei si sente in trappola: da una parte vorrebbe sentirsi come tutti gli altri, dall'altro la consapevolezza di questa verginità "ingombrante" non le permette di lasciarsi andare.
E intanto il tempo passa, e aumenta il timore di poter perdere l'amore del partner attuale.
Le mie sono solo ipotesi, ma se per caso Lei dovesse ritrovarsi nel quadro di una persona affranta e in ansia per colpa di questa situazione imbarazzante non esiti a richiedere una consulenza psicologica. Se non è riuscita da sola a sbloccarsi fino ad oggi perchè aspettare ancora?
Non si fermi di fronte al timore di venire considerata una specie di extra-terrestre: molte persone sono ancora vergini anche a 40 anni, e spesso si rivolgono a noi psicologi per riuscire a superare questo blocco.
Cosa che le auguro di fare il prima possibile.
" non è una scelta...non so come dire...mi ci sono ritrovata"
Gent.le ragazza,
le sue parole meriterebbero di essere approfondite all'interno di un colloquio psicologico non perché sono espressione di una qualche patologia ma di una scarsa autoconsapevolezza associata ad un atteggiamento molto giudicante (" sono diversa dagli altri quindi c'è qualcosa in me che non va, forse sono pazza").
Sarebbe importante che lei potesse fare un percorso di conoscenza e accettazione di sé e io crdso che scrivendoci in qualche modo lo abbia già cominciato, ma è importante che
lei non si senta "diminuita" dalla sua verginità o al contrario la ingigantisca trasformandola in una "gabbia".
Cordialmente
Gent.le ragazza,
le sue parole meriterebbero di essere approfondite all'interno di un colloquio psicologico non perché sono espressione di una qualche patologia ma di una scarsa autoconsapevolezza associata ad un atteggiamento molto giudicante (" sono diversa dagli altri quindi c'è qualcosa in me che non va, forse sono pazza").
Sarebbe importante che lei potesse fare un percorso di conoscenza e accettazione di sé e io crdso che scrivendoci in qualche modo lo abbia già cominciato, ma è importante che
lei non si senta "diminuita" dalla sua verginità o al contrario la ingigantisca trasformandola in una "gabbia".
Cordialmente
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
Questo consulto ha ricevuto 11 risposte e 39.1k visite dal 27/08/2010.
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