Ansia o ipocondria?

Sono una ragazza di 23 anni e dall'età di 7-8 anni soffro di qualcosa che non so definire. Tutto è iniziato col mio interesse per la medicina. La mia attuale facoltà. Sin da piccola, tuttavia, leggendo su internet o su enciclopedie delle varie malattie, trascorrevo periodi in cui temevo di aver contratto una di quelle patologie. Sono partita con piccole cose: appendicite, ernie, tetano per poi arrivare a tumori e, alla mia paura più grande, l'AIDS. Le "fissazioni" duravano, inizialmente, il tempo del periodo d'incubazione della malattia (fino ai 15-16 anni), poi per un periodo indefinito. A 17 anni ho trascorso un'estate in un simil-atteggiamento vegetativo. Ero ossessionata dalla paura di diventare pazza e suicidarmi. Trascorrevo le giornate in silenzio e senza voglia di far nulla, poi verso sera tutto sembrava passare per ricominciare puntualmente la mattina seguente. Finita l'estate, ricominciata la scuola, tutto passava. Poi è stato il turno dell'AIDS, temevo di averla contratta anche prima di iniziare ad avere rapporti sessuali..e temevo il contagio nelle maniere più assurde. Dopo quel periodo estivo, pseudo-depressivo tutto sembrava passato, ma non è stato così. Quest'estate (puntualmente i picchi di fissazioni-ossessioni vengono d'estate perchè torno a casa, in un piccolo paesino e lontana da impegni universitari, la mia vita diventa monotona) si è ripresentata l'ansia. Sembravo riuscire a gestirla: vivevo con un costante peso allo stomaco, come un pensiero inconscio che nei momenti più vuoti saltava fuori, ma senza influenzarmi negativamente più di tanto, fino a settembre. Sono tornata all'università con la paura che questi pensieri, nonostante gli impegni potessero continuare a perseguitarmi, e così è stato. Dovendo studiare per l'esame di igiene ho trascorso 3 giorni fissandomi su tre infezioni diverse, ovviamente tutte e tre mortali, non mi preoccupano le malattie curabili. Sono arrivata ad andare al pronto soccorso per un mal di pancia e, avendo avuto come risultato una lieve leucocitosi curata con normale antibiotico, ho trascorso due giorni d'inferno. Mi sembrava di impazzire, di non riuscire a gestire l'ansia e le tensioni muscolari che mi provocava. Mi sentivo oppressa, senza respiro e senza voglia di fare, in uno stato d'agitazione mai vissuto prima, pensavo di dover ricorrere ad un ansiolitico. Poi sono riuscita, piano, ad uscirne..resta, però, di continuo il pensiero. So che qualcosa non va. Disinfetto ogni capo d'abbigliamento, lavo di continuo la mia stanza, e mi sento "più pulita". Le mie relazioni sociali sono spesso difficoltose, perchè mi sembra di non essere capita a pieno. Spesso per avere attenzioni invento bugie su bugie su sventure accadutemi, per suscitare l'interesse altrui, perchè nessuno possa additarmi e tutti capirmi. Non so più che fare e non posso economicamente permettermi una adeguata psicoterapia. Temo il peggio a volte, mi vedo ricoverata in un ospedale psichiatrico in futuro. Aiuto!
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
cara Ragazza,
le sue diffcioltà sembrano avere origini antiche e, da quanto leggo, stanno compromettendo la sua qualità di vita.
L'ansia, l'ipocondria, gli atteggiamenti ossessivi, il delirio igienico, sono tutti elementi di lavoro per una possibile psicoterapia.
Non immagini costi elevatissimi, anche presso una struttura pubblica, potrà trovare validi professionisti.
Cari saluti

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr.ssa Federica Meriggioli Psicologo, Psicoterapeuta 354 3 9
Gentile ragazza,
sembra che la presenza di questi pensieri intrusivi stia gradualmente aumentando di intensità provocandole sempre più sia una restrizione della sua vita sociale, sia obbligandola a fingere di essere diversa da com'è.

La scelta poi di studiare presso la facoltà di medicina sembra in qualche modo esserle di aiuto per conoscere in modo più approfondito tutte le possibili malattie e infezioni, come se ciò le permettesse di controllarle in modo adeguato. D'altro canto, però, ciò sembra esporla anche alle sue stesse fantasie di poter aver contratto numerose malattie ed infezioni.

Dice che questi pensieri intrusivi sono presenti da quando aveva 7-8 anni; riesce ad identificare qualche evento particolare accaduto a lei o a qualcuno che le era vicino che possa in qualche modo spiegare il suo interesse per le patologie mediche o che le abbia provocato uno stato di ansietà o di paura?

Le suggerisco comunque di intraprendere un percorso psicoterapeutico al fine di comprendere l'origine di tali fantasie e di potersi riappropriare della sua libertà di vita.

Cordiali saluti

Dr.ssa Federica Meriggioli - Psicologa Psicoterapeuta
Via Roma 131, Spinea Ve
Tel. 3498534295 www.federicameriggioli.com

[#3]
dopo
Utente
Utente
Si in realtà c'è un espisodio che ricordo cominciò a provocarmi ansia ma non è proprio correlato alla malattia, o meglio ce ne sono due uno più significativo dell'altro ma entrambi legati a mio padre. Il primo riguarda l'incidente stradale che seppi aveva fatto senza avere gravi lesioni, ricordo che più o meno da allora, quando mio padre non era presente in casa, anche solo fuori dalla porta o in giardino, io non riuscivo a dormire, pregavo mia madre di farmi rimanere con lei sveglia ad aspettarlo, ma ovviamente non mi era permesso. Poi dopo un pò mio padre fu ricoverato per sospetto tumore al colon, poi la diagnosi fu molto più fausta..ma per quell'avvenimento non ricordo di aver avuto particolari ripercussioni psichiche. Ultimamente la scelta di studiare medicina la sto rivalutando proprio perchè, spesso, studiare sui miei libri significa vivere il timore di una nuova fissazione. Ad ogni modo non tendo, come credo gli ipocondriaci facciano, a curare o verificare il mio stato di salute, al contrario. Tendo ad evitare analisi e controlli sia per paura che ne possa risultare qualcosa di negativo sia perchè non riuscirei a sostenere l'ansia che sicuramente proverei nell'attesa dei risultati. Ecco perchè preferisco convivere con la paura dell'HIV piuttosto che fare un test!
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Dr.ssa Claudia Signa Psicologo 75 3
Gentile ragazza,
esistono diverse paure legate alle più svariate situazioni di vita quotidiana che possono rendere la vita difficile in quanto sembra che questi pensieri diventano prerogativa della propria esistenza.
per evitare che queste situazioni possano diventare eccessivamente intrusivi ed evitarle di affrontare i suoi impegni sarebbe davvero importante discuterne con un professionista capace di darle l'adeguato supporto e aiuto.

Cordialmente

Dr.ssa Claudia Signa;
Psicologa, perfezionata in valutazione psicologica.

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Dr.ssa Federica Meriggioli Psicologo, Psicoterapeuta 354 3 9
Gentile ragazza,
sembra quindi che lei in età precoce si sia confrontata con situazioni che la hanno fatta vivere in uno stato di preoccupazione relativo alle condizioni di salute di suo padre. Che ciò poi si sia tramutato nel timore di poter incorrere lei in prima persona in problematiche di salute sembra poter essere collegato ad uno stato di ansietà di base che si è mantenuto nel tempo.

Le suggerisco di rivolgersi ad uno psicoterapeuta per comprendere le origini della sua problematica e per elaborare le paure infantili che sembrano essere cresciute insieme a lei. Ciò le potrebbe anche consentire di proseguire con maggiore serenità gli studi intrapresi, senza dover ricorrere ad una sorta di evitamento di alcune materie di studio per la paura di incorrere in pensieri intrusivi e ossessivi di timore di malattia.


Cordiali saluti

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Cara Ragazza,
oltre all'episodio da lei narrato, la strada migliore ai fini di una risoluzione del suo disagio è una possibile psicoterapia., ai fini di poter recuperere qualità di vita e serenità.
Cari saluti
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