Isolamento

sono un ragazzo di 30 anni. ho sempre avuto alcuni problemi nel relazionarmi con le persone, soprattutto quando si tratta di gruppi numerosi. trovo la maggior parte delle persone poco interessante se non addirittura fastidiosa. fatico a godere della compagnia di altri e divento insofferente a molte dinamiche di 'gruppo'. in genere, quando in gruppo, mi isolo. le amicizie che coltivo sono poche (4) ma molto intense, sono molto selettivo, e con loro il mio comportamento è molto aperto. con sconosciuti o persone con cui non desidero avere confidenza il mio comportamento è molto freddo e scontroso.
questo tipo di comportamento si è accentuato dopo la fine di una relazione importante a 20 anni e alcune patologie mediamente gravi però superate nell'arco di un anno e mezzo. da allora non ho più avuto relazioni durature con altre donne.
le mie relazioni sentimentali con l altro sesso, facendo pochi nuovi incontri, partono sempre da zero ma con uno slancio e coinvolgimento (e delusione) eccessivo, testardo e poco prudente ( rinunciare a nuove opportunità di lavoro per una donna da poco conosciuta). ultimamente si è sempre trattato di situazioni problematiche (ragazze impegnate o ragazze madre).
questo tipo di slancio si verifica anche in altre situazioni che mi appassionano (nuovi hobby che, una volta provato l interesse iniziale, occupano gran parte del mio tempo e impegno e spesso, dopo un pò svaniscono)

ultimamente però tendo ad isolarmi anche dalle amicizie piu forti, frequentandole sempre meno. il mio autoisolamento risulta piuttosto evidente.
sono immigrato di seconda generazione, figlio unico, ma finora ben integrato. il rapporto con i genitori è buono. ho un ottimo lavoro di responsabilitá . non ho dubbi riguardo alle mie capacitá che mi hanno sempre regalato soddisfazioni in ambiti competitivi (sport, scuola, lavoro) con poco sforzo. si tratta però di ambiti che per me ora contano poco. provo una certa frustrazione nel riuscire facilmente in certi ambiti mentre fatico molto nella mia vita privata.
il mio legame con il Paese di origine si e rafforzato molto negli ultimi anni, tanto da farmi pensare al trasferimento, anche per il bisogno di cambiare qualcosa nella mia vita.
sto affrontando sin da piccolo una malattia cronica (epatite) che comunque al momento non mi provoca alcun fastidio fisico nè impedimento. si prospetta però il bisogno di una terapia a base di interferone ( mi preoccupano gli effetti collaterali)

cerco consigli per poter rasserenare la mia vita sociale.




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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

pur con i limiti di un consulto on line, potrebbero esserci almeno due strade percorribili:

- un training delle abilità sociali, ovvero apprendere sistematicamente cosa fare in determinate occasioni. Questa possibilità potrebbe non essere la migliore perchè immagino Lei sappia bene cosa fare o dire nelle varie circostanze. Ad ogni modo Le incollo un link per chiarire ciò di cui sto parlando:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1087-le-abilita-sociali.html

- una psicoterapia, meglio se "attiva", come quella cognitivo-comportamentale o strategica, che possa permetterLe di modificare alcuni Suoi schemi (che cosa si attiva esattamente nell'interazione con l'altro a livello emozionale e cognitivo?) e comprenderne anche le ragioni.

Per fare questo potrebbe esserLe molto utile un colloquio di persona con uno psicologo.

Un cordiale saluto,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica